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Snapchat, dalle agenzie tra il 2 e il 4% dei budget

Autore: Redazione


La società lancia la barra di ricerca universale per favorire l’esperienza dell’utente ed è oggetto di uno studio a cura di L2, secondo cui il 64% delle aziende è presente sulla piattaforma. Ma alcune non utilizzano i profili

Snap, la holding controllante la popolare applicazione di social media Snapchat, sbarcherà a Wall Street al più presto a marzo concretizzando la più grande IPO in America da quella di Alibaba di fine 2014. E gli investitori si stanno ponendo diverse domande. La più comune è “Qual è lo spazio di Snapchat all’interno di un panorama offuscato dal duopolio di Facebook e Google?”. Sicuramente la società non recupererà il gap nei confronti dei due colossi. Almeno nel breve periodo.

Stando a quanto riporta CNBC, le agenzie media investono tra il 2 e il 4% dei propri budget online sulla piattaforma del fantasmino a fronte di una quota tra il 75 e l’85% veicolata nelle casse di Facebook e Google. E nonostante eMarketer stimi ricavi pubblicitari per 1 miliardo di dollari quest’anno, Snapchat si piazza al quattordicesimo posto a livello globale tra gli operatori di digital advertising.

Dunque non bisogna farsi ingannare dalla stratosferica valutazione di Snap, circa 20 miliardi che potrebbero diventare 25 con l’IPO: l’azienda è ancora piccola e almeno per ora Facebook e Google rimangono un miraggio. A dispetto di questa situazione, le agenzie sono fortemente interessate alla pubblicità su Snapchat. E, guarda caso, i brand che si rivolgono a fasce più giovani investono già budget a doppia cifra sulla piattaforma.

Se Snap vorrà attrarre nuove risorse dovrà rafforzare i propri strumenti e parntership nel segmento della misurazione. Gli errori relativi al conteggio di alcune metriche da parte di Facebook e Twitter, infatti, hanno amplificato la necessità di trasparenza dell’industry ed è lecito immaginare che la tendenza vada alimentandosi. La componente real time di Snapchat è un ulteriore elemento di grande interesse per tutti gli inserzionisti, impegnati a raggiungere i consumatori nei vari momenti della loro giornata.

Evan Spiegel, fondatore di Snapchat Evan Spiegel, fondatore di Snapchat

Gli utenti di Snapchat, non solo teen

Snap ha oltre 150 milioni di utenti giornalieri. Non tutti questi sono teenager. Certo, la fascia demografica 18-24 è sempre la più grande (32%), seguita da 25-34 (28%) - oltre la metà dei nuovi iscritti negli Stati Uniti ha più di 25 anni. Al 21% c’è la fascia 13-17 mentre il 20% degli utenti ha più di 35 anni. Numeri di tutto rispetto, di gran lunga superiori a quelli di Pinterest, di poco sopra a Twitter ma ancora lontani da Instagram e Facebook. Negli Usa, sul target 18-34, la reach di Snapchat è del 41%.

Instagram ha sempre voluto offrire agli utenti filtri per personalizzare le proprie fotografie. Snapchat ha una carica creativa ancora più grande: gli utenti plasmano i propri post attraverso stickers e speciali filtri. Anche per questo Facebook ha lanciato Instagram Stories, nella quale ha appena introdotto la pubblicità. Per molti versi è una copia dell’omonima feature di Snapchat. Ma ciò che diversifica Instagram da Snapchat è il rapporto con la piattaforma: se posto un’immagine su Instagram questa rimarrà per sempre mentre su Snapchat è destinata a sparire in breve tempo.

L’introduzione della barra di ricerca universale su Snapchat

Un altro vantaggio competitivo di Snapchat è rappresentato dalla modalità di comunicazione one to one. Un fattore che dovrebbe essere d’aiuto a mantenere fedeli le audience più anziane. Il più grande ostacolo all’adozione di Snapchat è, invece, la sua complessità: nonostante ciò gli annunci, esclusivamente mobile, di Snapchat funzionano sulla spinta della personalizzazione e della possibilità di utilizzare una serie di funzionalità.

Per venire incontro alle esigenze degli utenti e rispondere all’incalzante concorrenza di Instagram, Snapchat ha introdotto una barra di ricerca attraverso cui è possibile cercare altri utenti e contenuti editoriali. Un voltafaccia rispetto all’originario carattere “usa e getta dell’app”. Ma una scelta obbligata dato che per un utente è molto complicato orientarsi all’interno della piattaforma. Non solo, per celebrities ed editori non è nemmeno semplice raggiungere nuove fasce di pubblico e spesso sono costretti a promuovere la propria presenza su Sanpchat utilizzando piattaforme esterne.

La decisione di inserire una barra di ricerca è motivata appunto dall’ingresso di nuove tipologie di pubblico, più vecchie rispetto ai primi anni del fantasmino. Lavorare sull’interfaccia consente e consentirà di attrarre e fidelizzare anche gli utenti più anziani e magari di trattenere i più giovani quando cresceranno.

Infine, il formato verticale dei video pubblicitari piace agli utenti e la percentuale maggiore di filmati visti è con l’audio attivo. Secondo MediaScience Lab le persone spendono il doppio del tempo a visualizzare annunci su Snapchat rispetto a Facebook e 1,3 volte in più di YouTube. La pubblicità su Snapchat è anche in grado di alzare l’intenzione d’acquisto con valori più elevati di quelli dei competitor.

La ricerca di L2

Al tema social e Snapchat è dedicato anche uno studio di L2, ripreso da AdWeek. Secondo l’analisi, il 64% dei marketer possiede un account Snapchat, ma solo il 67% di questi profili è attivo.

L’analisi di L2 è stata condotta sul comportamento di 427 brand attivi in svariati comparti merceologici tra cui fashion, auto, beverage e beni di largo consumo su otto piattaforme social tra gennaio e ottobre 2016. Il focus della ricerca è stata la presenza sulle pagine delle piattaforme e sulle attività pubblicitarie.

Per il report il 62% dei marchi presi in esame ha aperto un account su Snapchat nel periodo considerato. La categoria orologi/gioielleria è stata quella con la crescita maggiore, in virtù dell’ingresso di ben nove brand. Tuttavia, nonostante tassi di adozione molto elevati, le aziende hanno fatto fatica a creare contenuti per la piattaforma. Secondo L2, infatti, gli altri social incoraggiano la produzione di contenuti mentre Snapchat spinge i brand a creare annunci pubblicitari da inserire nel flusso di user generated content. Tutto ciò ha ricadute sull’utilizzo dell’app da parte delle aziende: a gennaio il tasso di apertura del 70%, a ottobre il valore è sceso al 67%.

I marketer presenti su Snapchat hanno postato a ottobre  circa 25 snap alla settimana, un dato in rialzo sui 18 snap di gennaio. Tra i settori più attivi figura il beauty, con 52 snap ogni 7 giorni. L2 ha anche monitorato gli annunci sulla sezione Discover, dove un selezionato gruppo di editori può veicolare i propri articoli. A gennaio sono stati 23 gli inserzionisti per un totale di 161 campagne. Nove di questi hanno contribuito per l’80% dei messaggi promozionali. A ottobre, dopo il lancio dell’API proprietaria, 63 advertiser hanno erogato 387 ads. Sempre nove di questi hanno influito per il 35% di tutti gli annunci. Tra i big figurano società del food, del beverage e della cura della persona.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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