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Together: we make. L’agenzia racconta la sua filosofia produttiva

Autore: D Sechi

Fabio Padoan


Fabio Padoan, Co-Founder, Chief Strategy & Creative Officer della società, nonché Equity Partner di OneDay Group, illustra i progressi evolutivi di una struttura in cui tutti i membri sono coinvolti in maniera profonda

Stare insieme, fare gruppo, respirare un vero e proprio spirito di squadra. Il celebre darsi manforte, intervenire all’interno di un progetto comunitario per completare una visone d’insieme. Facile a dirsi, difficile da realizzare all’interno di un mondo da sempre votato allo sgambetto, anche quando non praticato in maniera plateale. Eppure non si tratta di un concetto filosofico che fa rima con l’utopia, qualcuno ci ha costruito il proprio stile, qualcun altro è andato oltre e ne ha fatto scaturire un’agenzia che, guarda caso, ma non è ovviamente un caso, si chiama Together, agenzia parte di OneDay Group. Non un modo di dire, ma un meccanismo, fresco di nascita, ma sempre più oliato, diversificato, ricco di possibilitàe, soprattutto, coeso. A raccontarcelo Fabio Padoan, Co-Founder, Chief Strategy & Creative Officer della società, nonché Equity Partner di OneDay Group.

Together è un'agenzia che si fonda sulla Togetherness. Cos'è e che impatto ha sul vostro modo di lavorare?

«Togetherness vuol dire mettere al centro le relazioni, di qualsiasi natura. È il risultato che nasce dall’unione di idee, persone, competenze diverse. Per questo è qualcosa sempre di nuovo, di inedito, e anche un po’ magico. La Togetherness la cerchiamo dappertutto, nella relazione tra brand e persone, quindi nelle nostre strategie e nelle nostre idee. È qualcosa su cui costruiamo il nostro modo di lavorare. Nel caso dell’area di produzione, per esempio, vuol dire che il team che produce è parte del gruppo creativo con cui lavora insieme tutti i giorni, ma anche che le stesse persone siedono al tavolo con il team strategist, il team media e il team account, per ogni progetto. Per noi è normale che un video specialist conosca il piano media e che un video editor sia presente in tutte le riunioni, anche in quelle di strategia».

 In che modo state sviluppando la vostra area di produzione dei contenuti?

«Stiamo creando un sistema molto elastico che cambia a seconda della tipologia della produzione. Semplificando ci sono tre tipi di scenari che riguardano la produzione in Together. Il primo è quello più classico, quando la produzione è importante e chiamiamo una casa di produzione esterna: in questo caso da una parte il team è presente nella fase progettuale perché dai “master” creati in uno shooting pianifica e crea tutti i contenuti minori che serviranno a nutrire i canali del brand durante i mesi successivi, dall’altra la nostra figura più senior del team è presente durante gli shooting diventando un anello strategico tra casa di produzione, cliente e agenzia. Quando invece affrontiamo delle produzioni minori, anche se prevedono vere e proprie macchine produttive, coinvolgiamo soltanto i talent, come il regista, il fotografo o figure specifiche come la food economist, e ci occupiamo noi di tutta la produzione. Questa è l’esperienza più complessa, ma anche quella che ci sta facendo crescere più velocemente. Infine, ci sono situazioni che riusciamo a realizzare solo con le nostre forze, senza bisogno di location, di casting e di talent esterni».

Quali sono i vantaggi di essere parte di OneDay Group quando si parla di produzione?

«Il terzo scenario avviene proprio grazie al fatto che siamo parte di OneDay. Il building di OneDay, il C30 ci permette di sfruttare tantissime location diverse, ognuno con la propria narrazione, in più di 4.000 metri quadri, compresa una caffetteria. In più, siamo in un’agenzia e in un gruppo piena di talent, di content creator, di ragazzi della GenZ pronti a diventare attori, registi, speaker dei contenuti che pensiamo per i nostri clienti. Questo approccio ci ha permesso anche di vincere delle gare: veloce, fresco, molto social, con un linguaggio vicino alle persone a cui ci rivolgiamo».

Com'è strutturato oggi il team produzione? 

«A guidare il team insieme a me in questo momento c’è una figura molto ibrida, Miriam Ottina, una senior video specialist & creative producer: un profilo che di discosta dal classico producer con un approccio più da pm perché nasce come una professionista del video (editing & motion) ma che ha sviluppato da una parte skills manageriali (people management, progress, content planning) e dall’altra di produzione, diventano una figura che fa la differenza durante uno shooting e che i clienti non sono abituati a vedere in un set. Con lei ci sono due video-editor junior, ognuno con le proprie passioni e le proprie skills a cui noi cerchiamo di dare spazio: per esempio, una di loro è anche una gamer, infatti fa parte del team Nintendo non solo come video editor ma anche come “tester” per conoscere i giochi. Infine abbiamo uno Storyteller, una figura di “togetherness” tra la parte più creativa e quella più produttiva: Tommaso pensa alle storie, intese come contenuti e poi si occupa sia di seguirne la produzione sia, a volte, di essere il vero e proprio creator. Abbiamo chiamato il team Together: we make, ma in realtà ci piace che tutte le persone che ci lavorano siano prima di tutto persone che pensano».

Quali sono gli obiettivi e le strategie per l'area di produzione in vista del terzo anno di Together?

«Lo sviluppo del team di produzione sarà proprio uno dei focus del nostro terzo anno, anche se la sua evoluzione è già in atto. Da una parte intendiamo diventare sempre più preparati nel gestire produzioni in modo autonomo o quasi, aggiungendo di volta in volta al team le figure mancanti e non intere strutture, dall’altra vogliamo essere sempre più capaci di produrre internamente contenuti che non richiedono girato ad hoc (o solo in minima parte) ma trattamenti e linguaggi precisi, come motion design, 3D e tecniche miste. Per questo andremo da una parte a rafforzare il team di competenze “tecniche” e creative e dall’altra lavoreremo all’evoluzione della figura di Creative Producer sia rispetto al people management sia rispetto agli shooting, dove il servizio che offriamo è molto diverso dalle altre agenzie e potrà diventare sempre di più una ricchezza sia per noi che per i nostri clienti».


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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