L’assemblea del Biscione approva la fusione della SpA con Mediaset España, no di Vivendi; Publitalia registra risultati positivi anche a luglio e il quasi tutto esaurito per la Champions
Con il 78% dei voti favorevoli l’assemblea straordinaria degli azionisti di Mediaset SpA ha approvato ieri la fusione tra Mediaset e Mediaset España e dato vita a MediaForEurope, la nuova entità che si propone di diventare leader della produzione tv a livello pan europeo, con il Biscione come soggetto aggregante. L’operazione, annunciata prima dell’estate (vedere DailyMedia del 10 giugno scorso), prevede che la holding MFE abbia sede legale in Olanda mentre la sede amministrativa è a Cologno Monzese. Le sedi operative rimangono in Italia e in Spagna. «Oggi potrebbe partire un progetto industriale che secondo noi è l’unica strada possibile per crescere ed essere competitivi» ha detto Pier Silvio Berlusconi a margine dell’assemblea. «Sono soddisfatto, anche se manca la Spagna (la cui assemblea si è svolta sempre ieri nelle ore successive all’Italia, ndr)» e a proposito del voto negativo di Vivendi, Berlusconi ha sottolineato che «si è contraddetta, ha votato contro dicendo che non c’è un piano industriale poi ha detto che avrebbe votato a favore se non fosse stato per ragioni di governance». Sempre in merito all’opposizione dei francesi, l’amministratore delegato di Mediaset ha ribadito che insieme a Fininvest ha votato il 4,94% del capitale mentre con Vivendi il voto contrario è stato espresso dal 3,72%. «Mi sembra che il mercato sia dalla nostra parte» ha affermato, e a proposito della possibilità che qualche socio o la stessa Vivendi eserciti il diritto di recesso si è detto fiducioso che ci siano altri investitori «pronti a entrare in campo».
Pubblicità in ripresa
Il vento spira a favore anche della raccolta pubblicitaria, che come ha sottolineato sempre Pier Silvio Berlusconi da agosto è uscita «dall’inferno del like for like». Infatti la tendenza torna pienamente positiva con una crescita del 5% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, non dovendo più confrontarsi con i risultati generati dal calcio pay. «Agosto è un mese “pulito” – ribadisce l’amministratore delegato di Publitalia, Stefano Sala – ma anche luglio, al netto dei Mondiali di calcio del 2018, è in crescita ed è positivo anche rispetto al luglio 2017». La concessionaria già registra il quasi tutto esaurito per la Champions League: «Abbiamo adottato lo stesso modello di vendita dei Mondiali organizzato in due tranche. Entrambe sono vendute al 95% circa, ci siamo tenuti qualcosa per le campagne tattiche». Settembre è partito bene: «Siamo al lavoro da dieci giorni e già la scorsa settimana abbiamo raccolto una importante quantità di ordini». Secondo la concessionaria di Mediaset, nei primi sette mesi il mercato pubblicitario tv e complessivo registrano una forte sofferenza, e stima un calo intorno al 6% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, a causa soprattutto dell’instabilità politica, solo parzialmente sopita dal fatto che non si va al voto.
L’ostilità di Vivendi
«Questa assemblea è stata molto influenzata dalle questioni legali» ha detto Berlusconi riferendosi alla causa che oppone Mediaset a Vivendi in merito alla mancata acquisizione di Mediaset Premium da parte della società francese, ammessa in assemblea con diritto di voto dopo l’ordinanza emessa dal Tribunale di Milano lo scorso 31 agosto, mentre la Simon Fiduciaria – a cui Vivendi ha conferito il 19% delle quote di Mediaset - è stata esclusa. Vivendi, per bocca del proprio rappresentante Caroline Le Masne de Chermont, ha ribadito il proprio “no” all’operazione che non avrebbe un fine industriale ma solo quello di dare a Fininvest il pieno controllo della governance della nuova entità. In una nota, i francesi hanno annunciato ricorsi per contestare la legalità del progetto, affermando che non piace agli investitori: "L'assemblea straordinaria degli azionisti di Mediaset che si tiene oggi è illegale perché il suo consiglio di amministrazione ha impedito a Simon Fiduciaria di votare, basandosi su un'interpretazione della legge italiana sui media che è contraria ai trattati Ue. Mediaset non tiene conto dei più elementari diritti degli azionisti e dei principi di governo societario con l'unico obiettivo di favorire Fininvest, senza nemmeno riconoscere un premio alle minoranze”.
In risposta a Vivendi, il presidente Fedele Confalonieri ha affermato: «Non credo che si possa dubitare che sia un progetto mosso da finalità industriali. Lo abbiamo dimostrato investendo in Prosiebensat1. Con loro e altri operatori di primo piano abbiamo già avviato dialoghi promettenti per un futuro paneuropeo. Il progetto industriale è proprio quello che quel concorrente ha sempre dichiarato di voler realizzare per sé e da sé, per questo si oppone con tanta veemenza». All’assemblea era presente il 62,58% del capitale sociale, con Fininvest in grado di far pendere la bilancia per il “sì” grazie al suo 45,8% di diritti di voto. Ieri il CdA di Mediaset SpA ha approvato l’acquisto di azioni Mediaset España sul mercato fino a un importo massimo di 50 milioni di euro. La decisione è stata presa alla luce dell'opportunità finanziaria derivante dall'attuale prezzo delle azioni di Mediaset España in relazione al rapporto di concambio previsto dalla fusione MFE-MediaForEurope. L'acquisizione di azioni Mediaset España da parte di Mediaset non influisce sull'importo massimo di 180 milioni di euro per gli eventuali recessi di azionisti o per le opposizioni dei creditori previsti nel piano di fusione, né sul dividendo in contanti di 100 milioni di euro e né sul programma di riacquisto di azioni proprie previsto a conclusione della fusione pari a 280 milioni di euro (meno l'importo effettivamente pagato agli azionisti che recedessero o ai creditori che si opponessero alla fusione).