Come preannunciato settimana scorsa si è concluso a sfavore del colosso statunitense anche il procedimento dell'antitrust nei confronti di AdSense for Search. E Big G annuncia modifiche anche a Shopping e Android
Come preannunciato da alcune indiscrezioni stampa emerse settimana scorsa riprese da DailyNet è arrivata la terza multa per Google in Europa, questa volta relativa ad AdSense e pari a 1,49 miliardi di euro. A renderlo noto è stata Margrethe Vestager, commissario europeo per la Concorrenza, segnalando in un tweet come il colosso abbia condotto per dieci anni “pratiche illegali nel search advertising volte a consolidare la sua posizione dominante sul mercato”.
In particolare, secondo l'accusa, la società statunitense ha imposto alcuni paletti nei contratti con siti terzi, blog o aggregatori, impedendo di fatto ai suoi concorrenti di offrire i propri servizi pubblicitari in questi ambienti e limitando in questo modo la concorrenza . "La cattiva condotta è durata dieci anni e ha impedito alle altre aziende di competere sul merito e innovare", ha detto Vestager.
La risposta di Google non si è fatta attendere: "Abbiamo già avviato una serie di cambiamenti ai nostri prodotti per rispondere alle preoccupazioni della commissione. Nei prossimi mesi, introdurremo ulteriori aggiornamenti per incrementare la visibilità dei nostri concorrenti in Europa. Siamo sempre stati d'accordo sul fatto che mercati sani e prosperi siano nell'interesse di tutti", ha commentato Kent Walker, SVP Global Affairs della company.
Come abbiamo spiegato più volte, a finire nel mirino di Bruxelles è stato AdSense for Search, la cui causa è stata formalizzata a luglio nel 2016. Ma cos’è AdSense for Search? È un prodotto gratuito che consente di inserire un motore di ricerca customizzato nel proprio sito per offrire la possibilità agli utenti di utilizzare uno strumento interno, e agli editori la possibilità di generare ricavi dai risultati attraverso l’inserimento di advertising contestuale. In questo tipo di pubblicità Google occupa una posizione dominante, con l’80% del mercato negli ultimi dieci anni.
Sulla base di una serie di esami dei singoli contratti tra Google e i siti web, la commissione ha concluso che dal 2006 Google ha inserito clausole di esclusività: gli editori non erano autorizzati a pubblicare annunci di concorrenti sulle loro pagine dei risultati di ricerca. A partire da marzo 2009, Google ha gradualmente iniziato a sostituire le clausole di esclusività da altre chiamate "Premium Placement", che hanno costretto gli editori a riservare lo spazio più redditizio nelle pagine dei risultati di ricerca agli annunci Google e richiesto la presenza di un numero minimo di annunci. Inoltre, da marzo 2009, Google ha anche incluso clausole che impongono ai siti di ottenere un permesso scritto di Google prima di poter cambiare il modo in cui gli annunci pubblicitari concorrenti vengono visualizzati, riportano le agenzie.
Per Google si tratta della terza multa in meno di due anni in territorio europeo, dove ha trovato la netta opposizione di Vestager. Nelle ore precedenti all’annuncio di questa mattina, Big G aveva fatto sapere di aver introdotto alcuni aggiornamenti ai servizi Shopping e Android, già oggetto di sanzione nel nostro continente. Nel primo caso i concorrenti di Google godranno di maggiore visibilità, nel secondo Google darà agli utenti maggior libertà di scelta nella installazione di alcune app sui dispositivi equipaggiati del sistema operativo Android.