Per i due Gruppi di cui sono A.D. Carlos Tavares e Presidente John Elkann l’accordo potrebbe avere conseguenze anche sul fronte del marketing, soprattutto per quanto riguarda gli incarichi sul planning, attualmente sostanzialmente presidiati dalle due sigle di WPP e Publicis Groupe
La parola “sinergie” è una di quelle inevitabilmente più ricorrenti nel progetto di fusione tra Groupe PSA e FCA, che apre la strada alla creazione di un nuovo Gruppo di dimensioni e risorse globali, detenuto pariteticamente dalle due aziende. “In un settore in rapida evoluzione, con nuove sfide in termini di mobilità connessa, elettrificata, condivisa e autonoma, la società risultante dalla fusione farà leva sulla sua forza nella ricerca e sviluppo e sul suo ecosistema globale per accelerare l'innovazione e affrontare queste sfide con agilità ed efficienza negli investimenti” ha commentato PSA. L’aggregazione creerebbe il 4° costruttore automobilistico al mondo per vendite annuali (8,7 milioni di veicoli) con ricavi congiunti per quasi 170 miliardi di euro e un utile operativo corrente di oltre 11 miliardi di euro e, inizialmente, la società risultante dalla fusione beneficerebbe di margini tra i più elevati nei mercati ove presente, sulla base della solidità di FCA in Nord America e in America Latina e quella di Groupe PSA in Europa. FCA dispone di dieci marchi: Abarth, Alfa Romeo, Chrysler, Dodge, Fiat, Fiat Professional, Jeep, Lancia, Ram e Maserati, 102 stabilimenti, 199.000 dipendenti, 110 miliardi di euro di fatturato nel 2018 e 4,8 milioni di auto vendute. PSA dispone di cinque marchi: Peugeot, Citroen, Ds Automobiles, Opel e Vauxhall, 45 stabilimenti, 211.000 dipendenti (68.000 in Francia), 74 miliardi di euro nel 2018 di fatturato e 3,9 milioni di auto vendute (il 90% in Europa).
La forza dei brand
L’aggregazione unirebbe la forza dei brand dei due Gruppi nei segmenti luxury, premium, veicoli passeggeri mainstream, SUV, truck e veicoli commerciali leggeri, rendendoli ancora più forti. Ci sarebbe un management team congiunto altamente stimato e riconosciuto per un’eccezionale creazione di valore e comprovato successo in precedenti aggregazioni aziendali. Il Consiglio di Amministrazione della società capogruppo olandese avrebbe una rappresentanza bilanciata e una maggioranza di consiglieri indipendenti, con John Elkann Presidente e Carlos Tavares CEO e membro del Consiglio. Le sinergie annuali a breve termine sono stimate in circa 3,7 miliardi di euro, senza chiusure di stabilimenti. Tali sinergie – è stato spiegato - deriverebbero principalmente da una più efficace allocazione delle risorse per gli investimenti di larga scala in piattaforme veicoli, sistemi di propulsione e tecnologie e dalla maggiore capacità di acquisto insita nella nuova dimensione del Gruppo risultante dalla fusione.
La comunicazione
E la citata parola “sinergie” sta già ovviamente agitando la industry della comunicazione, in particolare agenzie e centri media impegnati sui due Gruppi, dove ovviamente ci potrebbero essere dei forti saving e accorpamenti di incarichi. Troppo frazionati gli incarichi creativi per potere ora prefigurare scenari diversi dagli attuali, anche se si può ricordare che Armando Testa segue Lancia e Alfa Romeo a livello internazionale, Leo Burnett Fiat e Jeep, e il WPP TEAM FCA EMEA il digitale, mentre su PSA lavora Havas Groupe. Più facile il discorso sul fronte del planning perché, sostanzialmente, gli incarichi sono suddivisi, in quasi tutti i mercati in cui i due Gruppi operano, tra Starcom per FCA e Mediacom per PSA. Più difficile dire con certezza a quanto ammontino i relativi budget globali, tenendo presente soprattutto che FCA è presente anche nel grande mercato americano. Un’ipotesi sensata di spending potrebbe superare quindi gli 1,5 miliardi di euro, mentre per PSA lo si può calcolare in circa 900 milioni di euro (875 nel 2017, dati Recma). Insomma, in ballo ci sono a spanne 2,5 miliardi di euro, di cui in Italia 130 complessivi per FCA e oltre 80 per PSA compresa Opel. Grandi budget che potrebbero anche essere riuniti sotto un unico ombrello, ciò che metterebbe in apprensione soprattutto, come detto, Publicis Groupe, che controlla Starcom, e WPP, con Mediacom che fa capo a GroupM.