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Oath, gran parte degli editori locali reputa il programmatic un “vantaggio”

Autore: Redazione


Lo rivela un’analisi condotta in collaborazione con IAB Europe, secondo cui i driver principali di questa ascesa sono video, native e mobile

Oath, società del gruppo Verizon che opera in ambito media e tecnologico, ha rilasciato la ricerca ‘”Developing Strategies for Publishers in Programmatic” condotta in collaborazione con IAB Europe. Lo studio mostra le previsioni dei publisher europei legate al mondo programmatic per il 2019, e anticipa un incremento delle revenue del +26% per i formati video, native e mobile per i prossimi 12 mesi. Oltre il 60% dei publisher europei afferma inoltre che questi formati sono fondamentali per il successo delle proprie attività.

Semplificazione

La ricerca ha coinvolto i membri di IAB Europe in 30 paesi con lo scopo di analizzare opportunità e sfide che l’industria editoriale affronta quando si parla di tecnologie e adverstising in programmatic. I risultati principali svelano che i publisher sono alla ricerca di partner per semplificare le proprie offerte, sviluppare nuove soluzioni pubblicitarie incentrate su esperienze multiutente attraverso tecnologie audio e video in-stream.

L’ascesa del video

Una precedente ricerca condotta da IAB Europe ha rilevato che lo scorso anno in Europa gli inserzionisti hanno speso 12 miliardi di euro per la pubblicità in programmatic, di cui un terzo dedicato ai formati video, mentre il 57% è stato speso per soluzioni mobile (compreso il native). Non sorprende quindi che proprio questi formati rappresentino per questi publisher la migliore soluzione. Ecco alcuni parametri in dettaglio.

Il vantaggio competitivo del trading programmatico

Il trading programmatico ha una posizione di rilievo nelle agende dei publisher europei, il 76%, infatti, conferma la sua estrema importanza, mentre l’83% pensa sarà ancora più importante nei prossimi 12 mesi.

Il 52% ritiene inoltre che l’asta programmatica offra un vantaggio competitivo, sebbene permanga una notevole percentuale di publisher (30%) che si dichiara ancora incerta.

L’in-housing continua a essere un argomento caldo: secondo la ricerca, il 59% dei publisher europei sta svolgendo internamente le attività di trading programmatico.

Dare valore a ogni impression

Due terzi dei publisher europei ha identificato come principale sfida la corretta valorizzazione di ciascuna impression.

Nella lista delle preoccupazioni, la gestione del GDPR e del consenso si posiziona al 4° posto, mentre il collegamento dell’inventory a tutte le fonti di richieste e la massimizzazione dei ricavi da mobile si collocano insieme in seconda posizione (47%).

Gli editori vorrebbero una semplificazione delle vendite in programmatic da parte dei partner, unitamente alla garanzia di poter attrarre investitori qualificati.

I publisher possono così vendere il proprio inventario a un prezzo ragionevole senza compromettere la qualità degli annunci.

Ostacoli per la crescita dell’audience e massimizzazione del valore dell’inventory

Migliore monetizzazione e annunci di qualità superiore rimangono fondamentali per ottimizzare la crescita dell’audience secondo i publisher europei.

Il 63% delle soluzioni di distribuzione dei contenuti dei publisher intervistati è on-platform, mentre il 37% è off-platform, attraverso partner come Oath, Twitter, Google e Facebook; un trend destinato a continuare per i prossimi 12 mesi.

Controllo, prezzo e reach rappresentano il 78% di tutte le principali sfide secondo i publisher quando si tratta di crescita dell’audience in soluzioni off-platform.

Nei prossimi 12 mesi i publisher prevedono di investire in attività finalizzate a incrementare la crescita dell’audience: il 30% dei publisher europei sostiene che ci sarà maggiore attenzione agli earned media rispetto ai paid media.

La crescita dell’audience continua a rappresentare una sfida: il 38% dei publisher europei indica le revenue come principale preoccupazione nella guida della crescita dell’audience, a causa, inoltre, della mancanza di controllo circa il posizionamento del proprio contenuto quando è su siti di terza parte, qualità dell’inventory, fill rate e tecnologia di riproduzione video.

La scalabilità e i formati sono aspetti chiave quando si tratta di massimizzare il valore dell’inventory dei publisher.

Uno sguardo all’Italia

Il nostro Paese è il più fiducioso in relazione al ruolo del programmatic: ben l’83% degli intervistati concorda che questa soluzione sia in grado di offrire un vantaggio competitivo.

Per il 57% dei publisher italiani, il trading programmatico rappresenta un’attività estremamente importante per la propria azienda e lo sarà ancora per i prossimi 12 mesi (86%).

I formati video, mobile e native rappresentano anche per l’Italia le soluzioni di punta per il 2019, in linea con il trend europeo.

Secondo il 35% dei publisher italiani, i formati mobile saranno le soluzioni che registreranno la maggiore crescita in termini di revenue per i prossimi 12 mesi, seguiti da video (33%) e native (26%).

Il 75% dei publisher italiani dichiara di avere una funzione programmatic in-house, mentre il 17% si affida a soluzioni in outsource e l’8% a soluzioni ibride.

Il 67% degli intervistati dichiara di utilizzare strumenti di terze parti per combattere il traffico fraudolento nel programmatic, seguito dall’utilizzo di black/white list (42%) e soluzioni in-house (17%).

Il 57% dei publisher italiani fa leva su soluzioni on-platform contro il 43% che utilizza off-platform, per i prossimi 12 mesi il 56% degli intervistati stima che la situazione rimarrà invariata.

Il prezzo/ROI rappresenta la sfida più importante da affrontare quando si tratta di content strategy su soluzioni on-platform, come dichiarato dall’89% dei publisher italiani, seguita da user experience (44%), brand saferty (33%) e formati pubblicitari (11%).

Controllo (67%), prezzo/ROI (56%), reach (22%) sono le sfide più importanti in un contesto off-platform.

Il 62% in termini di budget e risorse è dedicato alle strategie di acquisizione dell’audience su earned media seguito da una percentuale pari al 38% in ambito paid media. Secondo i publisher italiani (56%) la situazione rimarrà invariata anche durante i prossimi 12 mesi.

Le sfide

“Il trading programmatico continua a offrire chiare opportunità di crescita per i publisher in tutta Europa, ma rimangono molte le sfide da affrontare. Massimizzare le entrate è ancora prioritario per la maggior parte dei publisher, anche se GDPR e gestione dei consensi sono task che si sono aggiunti alla lista delle preoccupazioni. In qualità di publisher, Oath comprende molte di queste problematiche e, grazie inoltre a ricerche come questa con IAB Europe, il nostro focus è sviluppare soluzioni come Oath Ad Platforms facendo leva su esperienza e know-how per fornire ai publisher soluzioni ottimali in grado di soddisfare al meglio i loro obiettivi di business”, afferma Henk Van Niekerk, Head of EMEA Supply Platforms.

Il tema della distribuzione

“Il nostro mercato ha recuperato terreno nell’adozione delle soluzioni programmatiche, con vantaggi per tutta la filiera, editori inclusi. Video, mobile e native - già ampiamente adottati nelle pianificazioni tradizionali - permangono i formati preferiti dagli investitori. Si sta facendo strada anche l’audio advertising, per il quale iniziano ad essere disponibili interessanti inventory premium. Oltre a puntare ad una crescita delle proprie audience, per aumentare i ricavi gli editori stanno ampliando la distribuzione dei propri contenuti anche su siti di terze parti, anche grazie alle piattaforme che rendono possibile questa fluidità, quali le Oath Ad Platforms”, conclude Christina Lundari, General Manager di Oath Italia.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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