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Questionable, la soluzione per i brand in un internet sempre più vocale è targata DigitalMDE

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L’avvento di vocal assistant e smart speaker sta cambiando le modalità di ricerca delle informazioni online da parte degli utenti. L’utilizzo dell’audio è sempre più interattivo e diffuso, e la soluzione dell’azienda offre la possibilità di creare Voice Site e iniziative speciali

È l’uomo che attraverso le sue necessità influenza la direzione dell’evoluzione tecnologica o è l’evoluzione tecnologica, con le sue novità, a definire i vantaggi disponibili per l’uomo contemporaneo, e, dunque, a forgiarne le abitudini? Un quesito che potrebbe essere un’aporia, resta il fatto che il solco in cui viaggiano i due soggetti è quello che porta all’immediatezza. Sempre più veloce, sempre più comodo, sempre meno sforzo. Il prossimo elemento a essere sacrificato sull’altare dell’istantaneità sembra essere la scrittura. Tenere in mano uno schermo, scriverci e guardare la risposta che restituisce, in un futuro che somiglia molto al presente, sarà un’inutile perdita di tempo e un impedimento eliminabile. Basterà, infatti, parlare col device per ottenere le informazioni che servono. Siano esse il meteo della propria città, l’orario dei treni o la disponibilità per prenotare un giro in pista su una Ferrari.

Voice assistant e smart speaker

Se podcast e musica - a oggi le più diffuse declinazioni del digital audio - sono contenuti da fruire passivamente, l’interazione vocale-acustica con vocal assistant e smart speaker rappresenta invece uno scambio attivo. Quest’ultima modalità di utilizzo della tecnologia sta prendendo piede molto velocemente in USA, dove in pochi anni dall’uscita dei software di assistenza vocale, ha già trovato una diffusione molto estesa. Il 32% degli americani oggi possiede uno smart speaker. Un gran balzo in avanti rispetto al 28% registrato a gennaio di quest’anno, a cui seguirà un ulteriore salto che porterà i possessori al 44% entro il 2020. Una curva di penetrazione, questa, rispecchiata anche dai dati riferiti alla Gran Bretagna, area in cui i dispositivi sono entrati nei negozi qualche anno dopo. «Il mercato italiano è molto ricettivo, e ci aspettiamo che il tasso di adozione e di utilizzo sia lo stesso degli altri Paesi», spiega  Davide Panza, CMO e co-founder di DigitalMDE. E nella Penisola stanno iniziando ad arrivare i dispositivi: dopo il lancio dell’assistente vocale Google Assistant nel dicembre 2017, l’azienda ha lanciato lo smart speaker Google Home nel marzo di quest’anno, mentre Amazon sta prendendo tempo e non ha ancora annunciato la data di lancio di Alexa (sebbene sia verosimile pensare che sia reso disponibile per il Black Friday o per Natale). Secondo una ricerca condotta da Capgemini, poi, l’utilizzo avviene principalmente “perché semplifica le ricerche” (secondo il 52% degli intervistati), e perché “permette di svolgere più attività alla volta lasciando libere le mani” (48%). «Le ricerche online avverranno sempre più attraverso la voce, e questo sarà un evento che rivoluzionerà la fruizione di internet e le strategie digitali dei brand», continua Panza.

Brand e voice assistant

Il cambiamento della search non può essere ignorato dai brand. Da una parte, non monitorando le ricerche vocali non avrebbero il controllo di una delle loro immagini online - non sapendo quali risposte possa dare il voice assistant - dall’altra, invece, acquisire un vantaggio competitivo quantomeno temporale potrebbe portarli a primeggiare in uno degli asset di marketing online più importanti per quanto riguarda branding e vendite. Provando a chiedere a Google Home informazioni su alcuni brand, si otterranno risposte lette da Wikipedia da una voce robotica generata direttamente dal software o gli indirizzi dei punti vendita più vicini. Una presentazione non controllata e monca, che funge però da biglietto da visita dei brand nell’ “audio internet”. «I brand si troveranno nella posizione di dover occupare questo spazio, dovranno capire come presentarsi ai consumatori in questa nuova veste online. Ma avranno anche la possibilità di fornire servizi attraverso questo nuovo veicolo d’interazione», aggiunge Panza.

Questionable

DigitalMDE ha presentato, in partnership con Geotag e con la collaborazione esclusiva per l’Italia di XappMedia, la soluzione Questionable, nata per permettere alle aziende di attivare un dialogo diretto e gestito con i propri utenti attraverso voice assistant e smart speaker. La diffusione di questi due fattori - e le stime che indicano il raggiungimento del 50% della quota ricerche web attraverso comandi vocali entro il 2020 - suggerisce di affiancare ai siti web tradizionali i Voice Site. La soluzione Questionable - nome nato per l’assonanza con “question”, e da qui prende il significato di “domandabile” in quanto permette ai brand di instaurare un dialogo vocale fatto di domande e risposte - abilita alla creazione di voice landing page, adatte a iniziative commerciali come promozioni, offerte e lanci di prodotto, e di voice site, paragonabili in voce, ai siti web tradizionali. Grazie a questo sistema l’assistente risponderà con ciò che il brand vuole che si dica di lui, attraverso risposte pre-caricate in file audio appositi, letti da un speaker e non dal sintetizzatore, e permetterà la costruzione di un’alberatura utile a conoscere meglio il prodotto o le promozioni disponibili. «Grazie a questo sistema i brand possono, a pieno titolo, entrare nella Voice Revolution e inserire l’audio nel proprio marketing mix, sfruttando la crescente diffusione di smart speaker e assistenti vocali», ha spiegato Panza. «Entro il 2021, chi avrà rifatto il design del sito integrando l’audio arriverà ad ottenere una crescita delle revenue fino al 30%», ma non basta realizzare un voice site, è necessario inserirlo in una strategia che lo valorizzi, spiegando mission, servizi, e comunicando l’“invocation” (la combinazione di parole che attivano la comunicazione con il sito vocale) del brand.

Il web è sull’orlo di una rivoluzione

La diffusione delle ricerche vocali renderebbe necessaria una revisione dei meccanismi dei motori di ricerca, e in questo «cambio di paradigma, l’audio diventa la nuova frontiera del SEO», dice Mirko Lagonegro, CEO e co-founder di DigitalMDE. Google sta transando in audio la capacità di ricerca che ha già nel web tradizionale, e tra le serp già appaiono risposte derivanti da un testo vocale analizzato dai suoi algoritmi. Oltre a un ripensamento in chiave SEO dei propri touchpoint online, i brand potranno sviluppare delle iniziative speciali, come ha fatto Esselunga: chiedendo a Google Home di aggiungere un elemento nella lista della spesa, lo smart speaker farà apparire l’elemento stesso nella lista all’interno dell’app sullo smartphone dell’utente. Questo porta a evidenti vantaggi in termini di fidelity e di upselling in store. Ma è soprattutto l’automotive a lavorare con i vocal assistant, con Ford che ha chiuso un accordo con Amazon e Mercedes che ha impostato la sua campagna adv proprio su questa tecnologia. La stessa che Google - azienda da tempo assente in comunicazione - ha proposto nel suo spot, in cui Gennaro Gattuso parla con Google Assistant mentre guida.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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