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DOING inaugura un inedito modello aziendale orientato alla flessibilità e punta a 30 milioni di fatturato nel 2018

Autore: Redazione


La digital consultancy agency italiana continua a crescere dopo aver superato i 28 milioni di giro d’affari nel 2017: più di 60 i nuovi ingressi negli ultimi mesi con un focus sulla formazione delle risorse interne, ora divise in 9 business team e un occhio attento alle innovazioni

di Anna Maria Ciardullo

Si è raccontata ai media, ieri, DOING, digital consultancy agency italiana nata nel 2000 come Dnsee - Interactive Thinking e consolidata sotto questo nome nel 2015 dopo aver acquisito nello stesso anno Digital Mill, Banzai Consulting nel 2013, e Hagakure nel 2014. DOING, con cinque sedi nel mondo, un fatturato di 28 milioni di euro netti, poco meno di 250 dipendenti, una media di 80 clienti attivi all’anno, 75 premi vinti, è uno dei più grandi player nostrani in ambito digitale, che nella sua attività combina analisi dei dati, service design, creatività e contenuti, tecnologia per soluzioni di marketing, comunicazione, digital transformation e data solution. «L’obiettivo dell’agenzia per il 2018, è di raggiungere i 30 milioni di ricavi e al momento siamo in linea con questo target. Tuttavia, non ragioniamo solo nel breve termine, il bersaglio principale resta quello di triplicare il nostro giro d’affari attraverso il nostro focus sull’innovazione e sulla formazione e crescita delle risorse interne e attraverso un approccio orientato alla scalabilità dei servizi, anche in ottica di revenue share e compartecipazione», commenta il Ceo e Founder, Diego Chiavarelli.

Posizionamento

«Il posizionamento di questa “boutique” - come spiega il suo General Manager, Simone Cremonini - è un po’ complesso da definire, in quanto, sebbene abbiamo un focus dichiaratamente digitale e tecnologico, possiamo offrire altresì servizi legati a progetti di comunicazione più tradizionali. Ci caratterizzano, invece, una parte consulenziale, che possiamo mettere a disposizione dei clienti grazie a un team formato da esperti in diverse discipline e con skill trasversali, e una certa freschezza nell’approccio, grazie anche ad un team giovane, più tipica di un’agenzia rispetto al classico system integrator».

Simone Cremonini
Raggio d’azione

Per comprendere meglio tale posizionamento, il raggio d’azione si può dividere in tre macroaree: Data & Design, ossia la creazione di progetti di design thinking con focus sul digitale in ottica data driven, dove il dato rappresenta una fonte di creazione di valore fondamentale (il team di analisti è composto da 15 persone); Content & Creativity, parte del business dove emerge maggiormente l’identità di agenzia e dove DOING opera in ottica di long tail, sia per progetti B2C2B sia B2i; Technology, dove la tecnologia è intesa come fattore abilitante soprattutto a servizio della user experience e per dare una spinta alle aziende in termini di efficienza dei processi interni e di penetrazione sui mercati.

Vision Internazionale

Oltre all’expertise che nasce dall’incontro delle realtà che hanno dato vita a DOING, Chiavarelli ha sottolineato la forte connotazione internazionale che distingue l’agenzia: «Abbiamo sempre guardato ai trend internazionali per riuscire a cogliere con anticipo le opportunità offerte dalle innovazioni. Questo, nel 2017, ci ha portati a scegliere i mercati di Dubai e Kuala Lumpur come asset strategici per la nostra espansione e a far parte di The Box, un network internazionale di realtà indipendenti affini alla nostra, con le quali collaboriamo per avere e offrire un appoggio strategico in loco anche in altri mercati che non presidiamo direttamente».

Nuova organizzazione

Proprio guardando alle aziende più innovative come Google, Nike, Spotify e così via, a partire da questo mese, l’agenzia è stata riorganizzata secondo un modello aziendale più agile, che abbandona il più classico a matrice, privilegiando una struttura più agile e fluida. I dipendenti sono stati organizzati in nove business team omogenei, raggruppando in modo strategico i team affinché possano sia cooperare, sia lavorare in autonomia. Ogni gruppo è guidato da due team leader che possono contare sul supporto di tre practice team specializzati rispettivamente in content&media, insight & experience e technology. La stabilità dei team aumenta l’efficienza interna, la reattività e promuove l’interdisciplinarità. La continua crescita dell’azienda si riflette, infatti, anche nell’allargamento dell’organico, grazie all’ingresso di un consistente gruppo di nuovi talenti. Negli ultimi mesi, DOING ha accolto 40 nuovi professionisti e 23 stageur, con un ritmo di più di un’assunzione a settimana e una permanenza a fine stage del 75% tra Milano, Roma e Kuala Lumpur.

Supporto alla crescita

«Stiamo investendo molto nella formazione e certificazione dei nostri team con l’ambizione di accrescere le abilità trasversali di ognuno dei nostri dipendenti, affinché possano operare in diversi ruoli e crescere all’interno dell’azienda. Anche il nuovo modello mira a supportare la crescita sia del numero di business team, sia delle figure di leadership necessarie a gestirli. Siamo, attualmente, meno focalizzati sui new business, anche se stiamo partecipando ad alcune gare, poiché puntiamo alla valorizzazione del nostro parco clienti, già piuttosto ampio» aggiunge Chiavarelli. Nessun commento, invece, sulla vociferata acquisizione di DOING da parte di WPP, sebbene, secondo un’indiscrezione emersa durante l’incontro di ieri con i giornalisti, pare che l’agenzia stia collaborando con il network nell’ambito dei progetti legati a FCA, cliente di recente acquisito da quest’ultimo a seguito di una gara.

Focus in divenire

DOING è sempre alla ricerca di elementi differenzianti per crescere in un mercato giunto a saturazione e dove, praticamente, tutti i player del settore possono essere considerati come diretti competitor. L’agenzia, predilige un approccio end to end, olistico, dove i valori fondanti diventano la velocità e la semplificazione per i clienti, posizionandosi come interlocutore unico per questi ultimi. Gli ambiti di maggiore esplorazione sono, infatti, quello dell’AI, del settore B2i, dove le aziende italiane sono ancora poco innovative, le piattaforme own media come risposta al dominio delle OTT e la distribuzione multitouchpoint. Secondo Cremonini, infine, la scommessa dell’innovazione, al momento, si gioca nel settore dei pagamenti (ma non anticipa alcuna novità su un eventuale coinvolgimento diretto dell’azienda in questo settore) e su quello della fluidità dei servizi, ambito in cui, invece, DOING ha già avviato da tempo la sua trasformazione.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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