Impegnatissima durante le festività natalizie per non farsi trovare impreparata all’IPO, la società ha dovuto fare i conti con la denuncia dell’ex dipendente Anthony Pompliano, secondo cui l’azienda ha truccato i numeri delle audience per essere più appetibile agli occhi degli investitori
Gira e rigira e si finisce sempre a parlare di Snapchat. Un fantasmino. Un aggeggio incomprensibile per la maggior parte delle persone. E l’oggetto dei desideri per pochi eletti. In altre parole il social prediletto dalla generazione Z. Oggi Snapchat è un fenomeno a tutti gli effetti - e il suo creatore, il 25enne Evan Spiegel, è uno degli uomini più chiacchierati della Silicon Valley.
Spiegel, al pari di colleghi come Zuckerberg e Page, è molto ambizioso. Il giovane ha saputo trasformare e rendere attrattiva la piattaforma attraverso continue innovazioni che hanno portato all’immissione sul mercato degli Spectacles, e al contempo ha gestito lo sviluppo societario e l’espansione internazionale fino alla costituzione di Snap Inc. e al conseguente progetto di quotazione in Borsa.
È il 2017 l’anno di Snapchat. Anche in Italia. Dove il tasso di adozione è in continua crescita ma mancano cifre ufficiali. Una ricerca di fine 2015 parlava di circa 700mila utenti, a fine dell’anno scorso Snapchat ha invece diversi milioni di user. Fatto sta che ovunque va Snapchat raccoglie consensi. Soprattutto dai teenager che Spiegel conosce bene. Gli utenti giornalieri sono 150 milioni, di cui 50 sono europei.
Proprio i numeri di Snapchat sono stati l’oggetto di un’accusa di un ex dipendente: per Anthony Pompliano Snapchat avrebbe scientemente gonfiato i numeri degli utenti per essere più attrattiva agli occhi di possibili investitori e aumentare la valutazione. Pompliano è entrato nell’azienda nel settembre dell’anno scorso e in precedenza aveva lavorato per Facebook.
La tesi di Pompliano si configura come uno scossone per tutta Snapchat, con lo sbarco in Borsa sempre più vicino: la scelta di truccare i numeri per essere più appetibili sarebbe un fatto gravissimo. Addirittura Pompliano afferma che Imran Kahn, chief strategy officer, ha continuato a rivelare informazioni errate anche quando l’azienda era impegnata in un round di finanziamento con Alibaba. Accuse che se si rivelassero vere potrebbero abbattersi come un ciclone sulla società e che ancora una volta sottolineano la necessità e la mancanza di trasparenza dei giganti hi tech. Infine, Pompliano ha detto di essere stato preso a causa del passato in Facebook, per poter così ricavare informazioni confidenziali sul rivale, una pratica abbastanza comune nella Silicon Valley.
Nel periodo di Natale, oltre che sull’affaire Pompliano, Snap è stata impegnata nel lancio di diversi prodotti, in un silenzioso sbarco in Cina e in una acquisizione in terra israeliana.
L’acquisizione di Cimagine
Sotto l’albero di Natale Snap ha trovato Cimagine, startup israeliana che offre una tecnologia di realtà aumentata sviluppata a partire da tecniche di intelligenza artificiale. Nulla di confermato, ma diversi report hanno suggerito l’acquisizione per una cifra compresa fra i 30 e i 40 milioni di dollari. L’operazione evidenzia due tendenze: da una parte il carattere globale di Snap, che si espande fisicamente e si rafforza per linee esterne al di fuori del confine degli Stati Uniti; dall’altra la sua “grandezza”, consacrata attraverso numerose acquisizioni, come quelle di Bistrips, Obvious Engineering e Vurb. Per Snap, e Snapchat, Cimagine significa avviare un nuovo polo di ricerca e sviluppo (R&D) in un’area frizzante nell’ambito dell’hi tech quale è oggi Israele.
La tecnologia di Cimagine, e la sua utilità per Snap
Cimagine è nota pera aver elaborato software che consentono ad aziende e commercianti di mostrare virtualmente i loro prodotti quando inquadrati dalla fotocamera di smartphone, mentre ci si trova in ambienti reali a cui presumibilmente i prodotti in questione sono destinati. Combinata con filtri ed effetti visivi, la realtà aumentata potrebbe essere un nuovo asso nella manica dell’app dei messaggi “usa e getta” inseguita, non a caso, anche da un big come Facebook con la sua Instagram. Senza contare le possibili applicazioni per gli occhiali Spectacles, da poco lanciati da Snap.
Goal-based bidding: così Snapchat si rafforza sul targeting
Goal-based bidding. O aste per obiettivo. È questa la formula ideata da Snapchat per attrarre nuovi budget pubblicitari. Questo tipo di soluzione, infatti, consente agli inserzionisti che utilizzano l’API dell’applicazione di fissare degli obiettivi ben definiti per le proprie campagne.
In sostanza, la tecnologia sviluppata da Snapchat utilizza il machine learning per individuare gli utenti più propensi a interagire con un annuncio. Se, infatti, prima gli advertiser potevano solo sperare di colpire il numero più ampio di persone, con il goal-based bidding potranno raggiungere le teste più interessate, aumentando così le probabilità d’interazione.
Snapchat, nuove efficienze con il goal-based bidding
La modalità transazionale rimarrà a CPM, ma gli advertiser avranno una nuova possibilità di ottimizzazione nel processo di distribuzione del messaggio promozionale: allo stato attuale circa il 20% degli inserzionisti ha testato la funzionalità, disponibile solo attraverso l’API lanciata l’anno scorso. L’azienda ha fatto sapere che il goal-based bidding incrementa le efficienze del costo-per-swipe di oltre il 40% nonché il tempo di visualizzazione.
Il goal-based bidding è solo il più recente tentativo di Snapchat di migliorare le proprie capacità nel segmento del targeting e della misurazione per competere con attori come Facebook e Google in vista della quotazione prevista per quest’anno. E se oggi sono l’unico obiettivo “ottimizzabile” è lo swipe presto dovrebbero arrivarne altri tra cui il download di applicazioni o la vendita ecommerce.
Evan SpiegelSnapchat estende la partnership con Moat in Europa
Anche sul fronte della misurazione Snapchat ha apportato delle novità nel corso della pausa natalizia. Dopo aver stretto un’intesa a giugno con Moat e DoubleClick negli Usa, la partnership è stata estesa anche alla Gran Bretagna e alla Francia, dove la società ha da poco aperto una sede. Da oggi gli advertiser potranno utilizzare i servizi ella società per analizzare l’efficacia delle campagne video sull’app.
Gli inserzionisti del vecchio continente potranno ora misurare metriche come traffico umano e viewability, determinando così se gli annunci sono stati effettivamente fruiti da una persona e non da bot. Un altro elemento di misurazione sarà relativo all’audio: gli spender sapranno, infatti, se il video è stato visualizzato con il suono o senza.
Con questo annuncio Snapchat dà un’ulteriore segnale a chi aveva attaccato - giustamente - l’app, accusandola di non fornire adeguati strumenti di misurazione. In America, per esempio, la società collabora con una quindicina di operatori: tra questi Millward Brown, Nielsen e Oracle.
Da non sottovalutare, infine, l’interesse e l’attenzione riservati da Snap, la controllante di Snapchat, all’Europa. Dopo la recente apertura a Parigi, l’azienda sta assumendo altre 20 persone a Londra. Su 150 milioni di utenti attivi su base quotidiana ben 50 milioni sono europei. In Uk gli accessi giornalieri sono 10 milioni mentre in Italia si parla di alcuni milioni.
Snap sbarca in Cina con un ufficio per l’R&D degli Spectacles
Stando a un report della CNN, Snap ha aperto un ufficio in Cina, dedicato a ricerca e sviluppo (R&D). Localizzata a Shenzen, nel sud est del Paese asiatico, la sede in cui sono attivi una ventina di impiegati lavorerà sugli Spectacles, gli occhiali dotati di una video-camera lanciati da pochi mesi.
In realtà Snap assemblava già gli Spectacles in Cina, ma l’inaugurazione di un ufficio assume un sapore particolare. Perché permette all’azienda di aggredire un mercato in cui Snapchat è invece bannata come molti altri network americani tra cui Facebook, Google e Twitter.
La campagna di recruitment del personale non poteva che essere unica, in linea con la filosofia del tutto particolare di Snapchat. La società ha pubblicato un annuncio sulla popolare app WeChat, chiedendo a ingegneri con esperienza di farsi avanti. A questi sono state concesse delle azioni, un fatto davvero invitante data la prossima quotazione di Snap da cui potrebbero ottenere benefici concreti. Oggi Snap ha circa 1.500 impiegati nel mondo, la maggior parte dei quali è operativa dal quartier generale di Los Angeles.
Londra diventa l’hub internazionale di Snap
Ieri Snap ha annunciato che Londra è stata individuata come hub per le operazioni internazionali. Una scelta che potrebbe sorprendere dopo il Brexit. E che si differenzia da quelle di concorrenti come Apple, Facebook e Google, le cui fatturazioni avvengono in Paesi con regimi fiscali vantaggiosi. Snap, infatti, pagherà le tasse relative ai guadagni di alcuni mercati globali direttamente in Gran Bretagna e non in Irlanda e Lussemburgo.
Ufficialmente, però, la decisione di Snap è motivata dalla forte componente creativa della Gran Bretagna, “un posto meraviglioso dove costruire un business internazionale”. E dove è presente la maggior parte dei clienti della piattaforma.