Autore: Redazione
14/06/2017

Facebook potrebbe diventare una piattaforma di news a pagamento

L’azienda americana tende una mano agli editori e studia inediti modelli di paywall. La novità, qualora si concretizzasse, sarà attiva su ambiente in-app e solo per gli Instant Articles, stando a quanto rivela il Wall Street Journal

Facebook potrebbe diventare una piattaforma di news a pagamento

Facebook potrebbe presto diventare (anche) una piattaforma di news a pagamento. E la novità sarebbe rivoluzionaria, data la natura gratuita del social. A rivelare l’indiscrezione è il Wall Street Journal, secondo cui la soluzione pay potrebbe arrivare già entro la fine di quest’anno. In particolare, lo strumento permetterà alle persone che lo desiderano di sottoscrivere un abbonamento direttamente dall’app mobile di Facebook.

Non si conoscono molti dettagli, ma le discussioni si sono finora concentrate sul rendere la feature attivabile solo nel caso dei contenuti pubblicati e consumati tramite Instant Articles. Altri ambiti in via di definizione riguardano il modello di paywall da adottare: stando al Wall Street Journal, Facebook sarebbe intenzionata a lasciare una quota di articoli gratuiti - si pensa a dieci - prima di richiedere il pagamento. Legata a questo tema, rimane la questione relativa a come i pagamenti verranno processati e l’eventuale quota che Facebook potrebbe trattenere da ogni singola transazione.

Facebook al lavoro con i partner

L’idea del social è quella di conservare le informazioni relative ai pagamenti e lasciare ai publisher tutte le entrate. Gli stessi editori richiedevano da tempo questa possibilità e le ultime aperture anche in tema di pubblicità su Instant Articles sembrano confermare la volontà di Facebook di tendere una mano agli editori. Ciò è ancor più vero dopo le polemiche intorno alle fake news che hanno infiammato le cronache del social negli ultimi mesi e lo hanno obbligato a fare un lavoro qualitativo sulle notizie che circolano al suo interno.

“Stiamo lavorando con i nostri partner per comprendere i loro business ed esplorare le strade attraverso cui possiamo aiutarli a estrarre maggior valore da Facebook. Ci stiamo prendendo il tempo necessario per capire i diversi obiettivi e necessità”, ha dichiarato un portavoce di Facebook.

Più vicino agli editori

La nuova funzionalità, come già detto, è vista di buon occhio dai publisher, i quali da tempo sono interessati a spingere le proprie sottoscrizioni digitali al fine di potenziare la crescita delle entrate. Tra questi ci sono grandi nomi come lo stesso Wall Street Journal, ma anche il New York Times, il Financial Times, e il Washington Post. Al di là di questo, negli ultimi anni il rapporto tra editori e Facebook è stato molto tormentato: il ruolo di outlet di news di Facebook, che grazie alla sua imponente audience di quasi due miliardi di teste mensili obbliga gli editori a essere presenti, è stato spesso oggetto di critiche e di varie interpetazioni. La conseguenza è che la perdita del controllo sui propri contenuti ha eroso i ricavi dei publisher e al contempo spinto quelli del social, che nel solo primo trimestre ha generato entrate pubblicitarie per quasi 8 miliardi di dollari.

Nuovi rapporti di forza

Oggi però i rapporti di forza stanno mutando: i publisher chiedevano a Facebook di introdurre un servizio di sottoscrizione già prima del varo ufficiale degli Instant Articles, nel maggio del 2015. Il team del social, allora, aveva esplorato delle vie per soddisfare le richieste, senza però poi arrivare a nulla di concreto. Da quando però alcuni editori, come Guardian e New York Times, hanno abbandonato la formula degli Instant Articles, Facebook ha dovuto andare incontro alle esigenze della categoria. Prima levando alcune restrizioni sul volume degli annunci da inserire all’interno di un Instant Articles. E ora con la probabile introduzione di un vero e proprio sistema di abbonamenti per alimentare le revenue dei publisher.