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Publicis Italia: lo storytelling “premia” a Eurobest, con due ori. E a livello di revenue si attesta a +15% nel 2016

Autore: V Parazzoli


Il ceo e dce dell’agenzia per l’Italia, Bruno Bertelli, festeggia Heineken: 7 argenti e 9 bronzi ottenuti al Festival che si è chiuso venerdì a Roma. E spiega come, sviluppando nuove strategie di comunicazione, se ne abbia un positivo ritorno anche in termini di profitti

La “fatica” di Bruno Bertelli - dce Western Europe, ceo e dce di Publicis Italia, e global chief creative officer di Publicis Worldwide -, in quanto presidente di giuria della categoria “Film, Print&Publishing, Print&Outdoor” dell’Eurobest che si è concluso venerdì scorso a Roma, è stata ricompensata dalla messe di premi (2 ori, 7 argenti e 9 bronzi) ottenuta dalla sua agenzia, con numerosi altri, nuovi riconoscimenti, soprattutto ma non solo, per il top-client Heineken. L’ormai noto lavoro integrato “The Dilemma” sviluppato per quest’ultimo brand (il video documenta il live stunt organizzato allo stadio Olimpico durante la partita di Champions League Roma-Real Madrid del 17 febbraio scorso), ha ottenuto infatti un oro, quattro argenti e tre bronzi oltre a otto shortlist, mentre lo spot “Jackie” (che narra la vita di Jackie Stewart, pioniere della sicurezza in pista e leggenda della F1), sempre per Heineken, ha vinto l’altro oro e quattro argenti, oltre a una shortlist. E sempre grazie a questo cliente sono stati vinti altri tre bronzi, due per “The Corus” e uno per “The Hero”, con due shortlist per “Credentials” (lo spot con Benicio Del Toro). Altri due bronzi, infine, sono arrivati per Renault con “BB” (“Business Booster”) e per Leroy Merlin con “Tutorial for good”.

Raccontare i valori

Tra Heineken e lo speech che lo stesso Bertelli ha tenuto, sempre venerdì, sullo storytelling c’è un legame forte, quello in cui il brand “permette” all’agenzia di farsi raccontare in logica, appunto, storytelling e nel quale quest’ultimo diventa un valore portante del primo. «Perché le storie, intese proprio come narrazioni costruite secondo i topoi classici della fiaba, sopravvivono a qualsiasi crisi, anche a quella della pubblicità, almeno per come la si è concepita finora - spiega a DailyMedia -. Diciamo che il racconto, anche quello di una marca, fa parte della vita di ognuno di noi, al pari, per fare un altro esempio, della musica, al di là delle difficoltà dell’industria discografica. E gli ingredienti morfologici, come direbbe Vladimir Propp, sono sempre gli stessi, dal protagonista agli ostacoli e dal conflitto al lieto fine. Naturalmente bisogna reinventarli in modo non solo aggiornato ma, in pratica, continuamente in tempo reale, vista la frammentazione di mezzi nella quale ognuno ricompone la propria dieta mediatica, e cercando di coinvolgerlo in un flusso continuo fabulatorio che superi anche l’interesse che può avere o non avere in un determinato momento nei confronti del prodotto. Per questo, il valore di un brand, che è fatto dei  valori per i quali viene riconosciuto, diventa strategico. Per prendere ad esempio ancora Heineken, il suo claim, “Open Your World”, diventa oggi un suggerimento quanto mai attuale anche sul fronte sociale e politico, visto ciò che sta succedendo nel mondo. Ma senza parlare di politica, lo stesso discorso si può fare con Dove e la sua proposizione “Real Beauty”.  I cultural insight ci portano oltre la visione di intrattenimento dei branded content. La difficoltà sta nell’essere rilevante in modo onesto e riuscire a costruire una coerenza del brand nel suo “stare” nella realtà così come la si vive oggi».

Ha avuto dei riscontri interessanti a questo proposito nei lavori che ha visto a Eurobest?

«Sì, ce ne sono stati, e spiace dire che l’Italia, su questo terreno, è ancora indietro, per un consolidato contesto nel quale è ancora difficile costruire una relazione paritaria con i clienti. Le aziende hanno le loro responsabilità, ma anche le agenzie che, anche per questo, non riescono a trattenere i cervelli creativi “in fuga” all’estero. Contro questa deriva, Publicis Italia cerca di rafforzare il rapporto consulenziale con i clienti, il che avviene con soddisfazione non solo per Heineken ma, anche per altre aziende che si avvalgono di noi, come, ad esempio, Renault e Nestlé. E i risultati si vedono, visto che chiuderemo l’anno con una crescita dei profitti superiore al 15%».


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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