Autore: Redazione
27/06/2016

Cosa funziona per il Native Advertising?

Formati ed esperienza utente sotto la lente del sesto episodio di We Believe in Native, a cura di Pasquale Borriello di Art attack native adv

Cosa funziona per il Native Advertising?

Il mercato del native advertising è uno dei trend emergenti del mercato digital italiano e mondiale, sia per la grande offerta di servizi sia per l'interesse dimostrato dalle aziende. DailyNet vuole proporre ai lettori una rubrica periodica di approfondimento sui temi più dibattuti. Art Attack native adv, agenzia che idea e crea brande content per i propri clienti dal 2010 ed è attiva dagli albori del native, si occuperà della realizzazione dei contenuti in collaborazione con la redazione. Buona lettura con We Believe in Native. Clicca per leggere la prima uscita Perché tutti parlano di Native Advertising? Clicca per leggere la seconda uscita Orientarsi nello scenario del Native Advertising Clicca per leggere la terza uscita Perché il native adv NON è content marketing Clicca per leggere la quarta uscita Ecco perché l’ad block è “ottimo” per il native Clicca per leggere la quinta uscita Native Advertising Italia: a che punto siamo?

Cosa funziona per il Native Advertising?

Articolo a cura di Pasquale Borriello, Account Director @ ARTATTACK native adv - ‎netnoc
 
Tutti vogliono fare native advertising: brand, agenzie ed editori. È un business fiorente anche in Italia - stando ai dati degli Osservatori del Politecnico di Milano – e anche un potente anabolizzante per il mercato asfittico dalla digital advertising più tradizionale. Il native advertising funziona, perché gli utenti lo preferiscono ad altre forme pubblicitarie più invasive, ma non sempre dà i risultati attesi. Non c’è una formula segreta, ma possiamo sicuramente evitare gli errori più grossolani che possono distruggere anche le più belle intenzioni (e speranze) di chi pianifica in questo modo.

Attenzione ai formati del Native Advertising

Il Native Advertising ha 6 formati riconosciuti IAB, ognuno con caratteristiche e utilizzi diversi tra di loro. I formati in-feed sponsorizzati, come quelli su Facebook o Twitter ad esempio, sono i più diffusi. Ma sono anche quelli più subdoli: gli utenti potrebbero non notare l’indicazione ‘sponsorizzato’ - forse anche perché magari è scritta in caratteri minuscoli e con un colore troppo chiaro rispetto allo sfondo. In tal caso gli utenti s’infastidiscono nello scoprire che si tratta di una pubblicità e non di uncontenuto condiviso spontaneamente da un amico o postato dall’editore preferito. È importante quindi essere trasparenti e diretti: mettere di fronte all’utente esattamente il contenuto che vogliamo che veda, perché è proprio quello per cui l’in-feed è stato pensato. È vero invece l’opposto per i formati di recommendation widget: i correlati in fondo agli articoli dei magazine e quotidiani online sono spesso contenuti sponsorizzati. L’utente che scorre tutto l’articolo vuole consumare un altro contenuto per continuare l’esperienza di lettura. Meglio quindi posizionare in quella posizione dei contenuti realmente editoriali e non ‘travestire’ un banner da notizia.

Non dimentichiamoci dell’esperienza utente

L’errore forse più grave è quello di trattare il native advertising come solo uno dei tanti formati della display. Il native advertising è qualitativamente diverso dai formati pubblicitari tradizionali. I banner ad esempio sono semplicemente box pubblicitari – più o meno interattivi e invasivi – che occupano uno spazio in pagina, interrompendo in modo discontinuo l’esperienza utente. Invece un contenuto sponsorizzato è un elemento più fluido che intercetta l’utente, fornendo un’esperienza assolutamente analoga al resto dei contenuti tra i quali s’inserisce. Un formato native non apre pop-up, non infastidisce l’utente e non interrompe quello che sta facendo. La promessa del formato viene mantenuta se il contenuto che posizioniamo all’interno è coerente. Non vanno bene quindi contenuti troppo pubblicitari, strillati e promozionali. Meglio un approccio soft e, in taluni casi, perfino editoriale. Gli utenti ringrazieranno e saranno ben contenti di starvi ad ascoltare.