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Perché tutti parlano di Native Advertising?

Autore: Redazione


Al via il primo capitolo di We Believe in Native, rubrica dedicata al tema e tenuta da ArtAttack su DailyNet

Il mercato del native advertising è uno dei trend emergenti del mercato digital italiano e mondiale, sia per la grande offerta di servizi sia per l'interesse dimostrato dalle aziende. DailyNet vuole proporre ai lettori una rubrica periodica di approfondimento sui temi più dibattuti. Art Attack native adv, agenzia che idea e crea brande content per i propri clienti dal 2010 ed è attiva dagli albori del native, si occuperà della realizzazione dei contenuti in collaborazione con la redazione. Buona lettura con We Believe in Native.  

Perché tutti parlano di Native Advertising?

Articolo a cura di Pasquale Borriello, Account Director @ ARTATTACK native adv - ‎netnoc
  Da un paio d’anni a questa parte non si fa che parlare di native advertising: è uno dei grandi trend del mercato digital italiano, sia perché c’è grande offerta di servizi sia perché c’è forte interesse dalle aziende. E perché funziona: il native piace agli utenti soprattutto sui social e su mobile. Che poi sono i canali più in crescita secondo tutte le statistiche di utilizzo, anche nel nostro Paese. Secondo la ricerca Native Advertising in Europe to 2020 di Yahoo! e Enders Analysis, il mercato del native advertising arriverà a valere in Europa 13,2 miliardi di euro nel 2020. In un altro studio di qualche anno fa, firmato BI Intelligence, si prevedeva una crescita annuale a doppia cifra del Native Advertising negli Stati Uniti fino a circa 19 miliardi di dollari nel 2019. Insomma un mercato maturo e in forte crescita con social media e mobile come driver principali. Secondo la ricerca di Yahoo! il mobile arriverà a pesare oltre il 60% del native advertising e il social quasi il 50%. Numeri incredibili, ma è anche vero che il primo formato pubblicitario native popolare è stato proprio quello che vediamo sui social. Si tratta del cosiddetto in-feed, ovvero l’annuncio sponsorizzato inserito all’interno del feed con i contenuti degli altri utenti. È il formato utilizzato da Facebook e Twitter, per capirci, e introdotto recentemente anche da Linkedin. Non è un caso che questo formato sia particolarmente efficace su mobile, dove l’interfaccia è sempre meno invasiva perché trasparente e più ‘native’ possibile. Nel playbook di IAB US pubblicato a fine 2013, i formati di native advertising riconosciuti rientrano in una delle seguenti 6 categorie: in-feed, paid search (es. gli annunci Google), recommendation widget (es. Outbrain, Ligatus e Taboola), promoted listing (es. Amazon), in-ad (ovvero un formato native racchiuso all’interno di uno standard pubblicitario IAB), custom-content (formati molto particolari o specifici di alcune piattaforme). img-DNET1Questo stesso framework è stato recepito da IAB Italia con una pubblicazione in occasione dello scorso IAB Seminar del 2015. L’attenzione globale sul tema native advertising si è ora spostata sul tema della trasparenza: come fare a chiarire all’utente che quel contenuto che sta vedendo è sponsorizzato, ovvero qualche azienda ha pagato perché venisse pubblicato in quella posizione? Tema più che mai attuale visto che pochi giorni fa Facebook ha sdoganato i branded content pubblicati sulle pagine di celebrity ed editori. D’ora in poi infatti le pagine certificate potranno pubblicare post per conto di inserzionisti, purché lo rendano palese inserendo attraveso una piccola iconcina che compare accanto al contenuto. E proprio il contenuto resta un po’ fuori dalle discussioni: quale contenuto funziona meglio per il native advertising? Dev’essere un contenuto più adeguato al contesto editoriale dove viene pubblicato o più adeguato al brand che lo promuove? Una possibile risposta arriva dal CEO di Sharethrough, una startup americana leader nel Native Advertising e che sta per sbarcare in Italia, Dan Greenberg. La sua ricetta per un branded content a regola d’arte è chiara: dev’essere fatto in modo che rimuovendo il brand (o mettendone un altro al suo posto) l’intero contenuto perda di senso. Questo legame indissolubile tra contenuto e brand è uno dei punti di forza del native advertising, perché alla fine gli utenti consumano il contenuto e non il ‘formato’ - che sia native oppure no.  

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incarichi e gare

Autore: V Parazzoli - 19/04/2024


Armando Testa vince il bando biennale da 1,5 milioni per l’implementazione del branding e delle attività di promozione turistica di Regione Umbria

È stato aggiudicato ad Armando Testa il bando emesso dalla Regione Umbria per l’affidamento dei servizi per la progettazione e gestione della strategia d’immagine del brand Umbria finalizzati all’implementazione del branding e delle attività di promozione turistica integrata, del valore totale, IVA esclusa, di 1.554.993.44 euro in 24 mesi (777.496,72 per i primi 12 e altrettanti per l’opzione di rinnovo per altri 12). L’agenzia guidata da  Marco Testa ha superato, nell’ordine di classifica frutto della somma tra punteggio tecnico e offerta economica: l’rti di Heads Group con Digical e Dekmatis; l’rti di Studiowiki con DS Tech; LDB; Digitalmakers; e Blossom. Esclusi dopo la valutazione tecnica: l’rti di Deva Connection con Idea Docet, Stimulo Design S1 e Artefice Group; e Pirene. Premesse Obiettivi e Finalità dell’appalto: il quadro di riferimento è costituito dal MTU, Masterplan per il Turismo Umbro, lanciato con l’intento di definire in modo del tutto innovativo una linea di sviluppo integrato dell’Umbria a partire dalla sua eccezionale opportunità rappresentata dal turismo. Il MTU non si limita al settore turistico in senso stretto e tradizionale, ma prevede una fortissima interazione tra tutti gli elementi e le competenze che contribuiscono all’attrattività turistica di un territorio, a partire dalla sua marca e fino alle varie connessioni settoriali che rendono il turismo trasversale ed insieme motore di sviluppo anche molto oltre i suoi effetti diretti. E’ stata pertanto intrapresa una strategia di medio-lungo periodo da cui discendono le tattiche opportune: un’azione integrata che arrechi vantaggi ed economie di scala e di scopo in una serie di attività che in passato hanno sofferto di scoordinamento. A tal fine è stata adottata una marca corporate unica regionale, in grado di ricavare valore per il turismo dalle varie eccellenze di sistema e che sia condivisa il più possibile da vari settori produttivi (turismo, agricoltura cultura, artigianato, trasporti, attività produttive). Nella fase attuale, pertanto, si rende necessario implementare presso il mercato interno e i mercati internazionali il nuovo logotipo unico regionale, nei termini di marca ad “ombrello” che racchiude le varie eccellenze del sistema umbro e valorizzi non soltanto il turismo regionale ma si riveli capace di configurare un’operazione strategica di sistema. Punti di forza I punti di forza distintivi della Marca Umbria che le indagini sinora condotte hanno restituito sono: una Terra dei Cammini nella natura, ricca di Borghi storici ed eventi, famosa per i prodotti enogastronomici. Meritano ulteriore valorizzazione le attività outdoor, il benessere, la lentezza, ecc. Occorre rafforzare il posizionamento sui mercati consolidati (centro Italia e centro-nord Europa in particolare), e al contempo costruire un nuovo e più attuale riposizionamento per il tempo libero, la mobilità lenta, le attività outdoor e plein air, anche mediante una consistente e sempre più incisiva diversificazione di prodotto in tal senso. ll marketing turistico deve cercare inoltre di trasformare l’attrazione naturale delle aree più vicine da escursionismo in prodotti turistici, organizzando tutte le occasioni in modo da facilitare il pernottamento. Nel medio raggio è essenziale giocare sui prodotti connotanti, e cioè quelli basati su attrattori certamente speciali. Perimetro L’agenzia prescelta dovrà pertanto: provvedere alla ideazione creativa e sviluppo per output di campagne declinate sulle stagionalità e sui singoli mezzi off line e online curando la realizzazione di materiali pubblicitari e gli adattamenti degli esecutivi; fornire servizi e produrre materiali di comunicazione finalizzati all’implementazione e alla gestione del branding: realizzazione shooting fotografico, video corporate, spot pubblicitari e video clip; provvedere alla progettazione, redazione testi e realizzazione esecutivi di materiali istituzionali promo-pubblicitari. Nel lungo raggio è necessario muoversi in una logica fortemente selettiva, sugli attrattori in grado di generare prodotti “Star” e cioè irripetibili, di rilevanza mondiale, tali da consentire di affrontare mercati anche molto lontani, eppure sensibili alla specifica rarità. Tra i target attuali sono ancora relativamente rare le offerte “a valore”, in grado di rivolgersi a target più alti della media, e forse anche più giovani, andando verso quelle generazioni che rappresentano la punta di diamante dei comportamenti ed anche dei consumi. Tra gli strumenti occorre operare alcune precise scelte di priorità, che si prestano ad una condivisione con tutti gli attori del sistema. Ad esempio, in una prospettiva “omnichannel” le attività digitali assumono una importanza preminente. Infine, le attività di promo-comunicazione, per essere efficaci, devono incorporare quote crescenti di marketing intelligence, di creatività, di innovazione, passando dai media “comprati”, a quelli “guadagnati”, a quelli “creati”. 

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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