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Video header bidding: sì o no?

Autore: Redazione


Ecco il nuovo episodio della rubrica di Webperformance su DailyNet

A seguire quanto scritto lo scorso mese sulla buzzword “Header Bidding”, l’approfondimento attuale riguarda le differenze che ci sono tra video e display nell’adozione di questa innovativa soluzione per la monetizzazione dei formati pubblicitari.

La prima e sostanziale differenza riguarda la mancanza di un “header” nel video player. In ambito display, l’header di una pagina è dove comunemente viene posizionato lo script che chiama i diversi buyer coinvolti in asta. Nel segmento video, l’header è invece sostituito in toto dal player (software per l’erogazione dei contenuti video) nella gestione dei tag pubblicitari alla fine diventando l’intermediario principale tra il sito del publisher e le diverse sorgenti di domanda.

Un’altra importante differenza sta nelle creatività video che possono essere anche 1.000 volte più pesanti di quelle usate per la display. Anche in un ambito di trading veloce ed efficiente, la latenza, a discapito della user experience, potrebbe diventare un problema insormontabile se l’asta avvenisse così come avviene per la display.

Per questi e altri motivi, l’header bidding in ambito video non si attiva fintantoché l’utente non clicca il bottone del play facendo partire lo streaming del contenuto il che significa che l’asta alla base della soluzione avverrebbe quando il loading del video parte e non invece quando si carica l’header della pagina. Questa meccanica mette quindi a dura prova la pazienza dell’utente che avvertirebbe molto più la latenza collegata alla dinamica dell’header bidding per il video rispetto a quanto avviene per la display in cui la creatività è erogata in pagina mentre la pagina stessa si carica.

A queste difficoltà, si aggiunge una cronica scarsità di inventario video cosiddetto premium che l’editore tradizionalmente preferisce vendere attraverso un canale diretto con agenzie media e marche che alla fine riescono a riempire quanto a disposizione non facendo emergere la necessità di ricorrere a soluzioni aggiuntive che portino ulteriore domanda.

Senza contare i rischi connessi alla pubblicazione di campagne che in linea generale non possono essere valutate ed eventualmente bloccate in anticipo il che, specialmente per l’editore premium, potrebbe creare qualche grattacapo in più verso i propri utenti e nelle relazioni con la marche che abitualmente comprano l’inventario.

Detto ciò, svariati vendor hanno già rilasciato le loro soluzioni di header bidding specifiche per il video in contrapposizione ai problemi di cui sopra e più volte sollevati da diversi addetti al settore. Un recente whitepaper di Appnexus smentisce punto per punto la tesi per cui l’header bidding non sia applicabile in ambito video fornendo una soluzione basata sul solito Prebid.js che, secondo quanto affermato, è già integrata con i principali e maggiormente diffusi video player presenti sul mercato. La guida fornisce istruzioni generiche sull’integrazione che sembrerebbero risolvere la mancanza di un header nel player così come i problemi di latenza attraverso un sistema di caching che garantirebbe una resa migliore rispetto alla standard attuale e precedente l’header bidding.

Crediamo che l’unica modalità che potrebbe smentire il luogo comune della verità che sta nel mezzo è l’opportunità di testare le soluzioni fin qui presentate al mercato personalizzandole in base alle proprie caratteristiche di inventario e di esigenze legate alla valorizzazione dello stesso.

Webperformance, dopo aver rilasciato una soluzione di header bidding per la display di cui abbiamo parlato nel precedente articolo della Rubrica, si appresta a rilasciare e testare una versione dello stesso specifica per il video ricercando nella modalità empirica una risposta esauriente ai dubbi e alle problematiche che l’header bidding per il video porta con sé.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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