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Marketing attribution: perché i comuni sistemi di analytics sono ormai superati

Autore: Redazione


L’attribuzione al centro delle riflessioni di Paolo Serra nel nuovo episodio della sua rubrica su DailyNet Paolommatic

Riuscire a trasformare i contatti in oro è la sfida del marketing. Per secoli ci hanno provato in tanti, maghi e faccendieri, presentando dei semplici sassi come la pietra filosofale, ma non ci sono riusciti per una ragione molto semplice: il loro approccio era basato su ipotesi e convinzioni personali non sui fatti. Vale a dire come quando si valuta l’efficacia di una campagna su ipotesi e modelli lineari utilizzati dai sistemi di analytics che sono basati sul “last cookie win”. Nei modelli standardizzati la marketing attribution assegna le conversioni per parametri come la frequenza di utilizzo e l’ordine dei touchpoint. Ma questa correlazione non considera la probabilità di un determinato tipo di cliente che converte indipendentemente dal canale di marketing e mancherà di stimare con precisione i risultati di tali canali. Questo è dovuto al fatto che spesso le strategie di marketing semplicemente non tengono conto del 100% delle vendite o di chi siano gli interpreti nel processo di acquisizione. Per esempio, nelle pmi è il proprietario che conclude l’acquisto, ma a fare la precedente selezione e a suggerire da chi comprare è la segretaria, quindi le campagne devono essere fatte per le segretarie e non per il proprietario della pmi. Il multichannel customer journey Innanzitutto sono due i passi che vanno fatti per migliorare l’attribuzione. Infatti, attirare un cliente per la prima volta non è lo stesso processo utilizzato per chi è già cliente e spingerlo a ripetere l’acquisto. Quindi, prima di iniziare un modello di attribuzione, si dovrebbe valutare: 1. La loro probabilità di acquistare in modo indipendente dei vostri sforzi di marketing. 2. L’effetto incrementale del marketing. Questo significa che si dovrà attuare un approccio in due fasi, perché per quasi tutti i clienti la somma del vostro sforzo di marketing non rappresenterà il 100% del valore di acquisto. Purtroppo, le piattaforme di web analytics non saranno in grado di dirvi la probabilità di acquisto di uno specifico gruppo di clienti, o come si dovrebbe segmentarli prima di avviare una campagna. Ma un’analisi effettuata con sistemi di Multichannel Customer Journey permette di attribuire un valore a ogni touchpoint, in funzione dell’impatto che ha nel percorso di conversione. Questo tipo di analisi permette anche di evidenziare qual è il ruolo dei differenti canali nel percorso, quindi di evidenziare quali siano i canali che si comportano come attivatori del percorso, quali abbiano un impatto importante in termini di riattivazione del cliente, e quali siano gli effettivi finalizzatori che spingono verso l’acquisto (online o sul punto vendita). IL MULTICHANNEL CUSTOMER JOURNEY NEL PROGRAMMATIC L’avvento del programmatic advertising ha generato una spinta nell’integrazione e tracciamento dei diversi canali (per esempio, desktop, mobile, social, video, tv) e l’incredibile aumento dei consumatori sempre collegati e multi-device, hanno spinto i marketer a creare campagne omnichannel. Con i consumatori che utilizzano numerosi dispositivi prima di prendere una decisione su cosa acquistare, è imperativo che i brand siano in grado di coinvolgere i clienti in tutti i touchpoint coinvolti nel processo decisionale. Purtroppo l’enorme mole di dati sugli utenti a disposizione delle aziende, da un lato ha aperto la strada alla possibilità di individuare i canali più performanti all’interno di una campagna integrata, dall’altro risulta spesso troppo difficile da gestire all’interno dell’azienda. Questi consigli sono solo il punto di partenza per mettere a punto una strategia marketing globale: il successo dell’operazione dipenderà dalla capacità di pianificare in base alla propria audience e dalla reale comprensione e gestione dei dati. La conoscenza è potere, ma solo se si sa che cosa fare con i risultati.

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Tv

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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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