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Il feed di Twitter non cambierà e Jack Dorsey rassicura su #RIPTwitter

Autore: Redazione


Nel weekend, gli utenti del social si sono schierati contro la decisione di riordinare i tweet secondo un algoritmo che modifichi l’ordine cronologico. Il ceo scende in campo di persona per smentire le indiscrezioni circolate

Il proliferare dei social network è possibile grazie alla diversificazione delle loro caratteristiche. L’apristrada è stato Facebook, che ha racchiuso su un’unica piattaforma blog personali, chat e una “stanza” all’interno della quale immagini, link condivisi e pensieri venissero proposti in un flusso temporale, poi trasformato attraverso un algoritmo in una bacheca che privilegiasse i contenuti più rilevanti per lo specifico utente. A cascata, poi, sono nati i vari Twitter, Instagram, Snapchat, Google Plus, LinkedIn e così via. A ognuno la sua specificità, e allora su Instagram la fanno da padrone le immagini, su LinkedIn le competenze lavorative, su Snapchat la comunicazione “mordi e fuggi” e su Twitter la cronaca, intesa come successione di eventi, siano essi notizie, pensieri o messaggi della più varia natura. Ma cosa succede se un social viene meno alla sua ragion d’essere, abbracciando una logica già sfruttata da un competitor? La risposta è: un disastro. È così che un normale venerdì diventa il giorno dell’estremo saluto alla piattaforma di microblogging. Alcune indiscrezioni provenienti da oltreoceano, lo scorso venerdì, hanno fatto rieccheggiare le dichiarazioni pronunciate da Jack Dorsey a commento del bilancio del secondo trimestre del 2015 nello scorso novembre: “La company deve continuare a chiedersi se l’ordine cronologico, dal più nuovo al più vecchio, sia quello preferibile. I migliori team di prodotto devono sempre mettere in dubbio ciò in cui credono… per esempio, cambiare dalla semplice linea cronologica a un mondo dove proviamo a proporre le cose più interessanti e più rilevanti che succedono nel mondo di ognuno dei nostri utenti nel momento in cui questi aprono Twitter”. Un nuovo algoritmo è pronto a cambiare l’ordine dei post, e potrebbe essere attivo già la settimana prossima, trasformando Twitter in una piattaforma simile al più grande dei suoi competitor: Facbeook. Proprio il “mostro” da cui alcuni naviganti della rete sono fuggiti per rifugiarsi nella baia di Twitter; e proprio loro non sono sembrati molto contenti del cambiamento. Alla notizia, la “tweeple”, termine angolofono che definisce la popolazione del social dell’“uccellino”, ha rispolverato l’hashtag #RIPTwitter, già attivo durante il grande down di Twitter di qualche mese fa e riutilizzato per il grande esodo dei manager di metà gennaio, per ribellarsi e rivendicare il proprio placet alle dinamiche originali. Sebbene le dinamiche del cambiamento non siano chiare, per esempio non è stato specificato se si potrà scegliere tra i due ordini del feed o meno, e neppure definitive, il movimento ha portato #RIPTwitter nei trending topic, attraendo sempre più utenti contrariati. Ma oltre a chi esprime la sua preoccupazione, si è attivato anche chi mostra sostegno. Dalla polvere, nemmeno troppo spessa, riemerge quindi anche l’hashtag #SaveTwitter, in uno scorrere di consigli e messaggi di speranza. Anche questo hashtag è entrato nella classifica dei più utilizzati. Intanto, da San Francisco, arrivano indiscrezioni autorevoli sull’effettività delle modifiche al feed. Chris Bacca, ex finanziatore di Twitter, scrive sullo stesso social che “le chance che Twitter elimini il feed cronologico corrispondono allo 0%”. Ma, come detto, è un ex finanziatore. Non possiede più informazioni da insider, quindi la sua esternazione va presa come una considerazione proveniente da una fonte che ha un’idea concreta della direzione dell’azienda ma non ne ha conferme. Brandon Carpenter, invece, è un iOS engineer del social network, e in risposta ai commenti sull’imminente “autogol” del social scrive: “Davvero, gente. Non siamo idioti. Smettete di speculare su come stiamo per rovinare Twitter”. Ma il parere dei pareri, che prevarica quello dell’ex finanziatore e dell’impiegato, è quello del ceo, Jack Dorsey. “Ciao Twitter! Riguardo #RIPTwitter: voglio che sappiate tutti che noi vi ascoltiamo sempre. Non abbiamo mai messo in conto di riordinare le timelines settimana prossima”. Ok, settimana prossima, ma in futuro? “Twitter è in diretta. Twitter è in tempo reale. Twitter è chi e cosa segui. E Twitter è qui per restare! Diventando ancora più Twitter”, “Twitter può aiutare a creare connessioni in tempo reale basate su interessi dinamici e argomenti, invece che statici diagrammi social/amici. Lo sappiamo”, “Grazie per tutta la passione e la fiducia- Continueremo a lavorare per guadagnarcela, e continueremo ad ascoltare, e rispondere!”. Secondo quanto appare dai tweet di Dorsey, il social tende l’orecchio ai suggerimenti provenienti dagli utenti. Primo tra questi il bottone dedicato alle gif, già in fase di test. Con quattro tra i top dieci manager che hanno lasciato il posto poche settimane fa e una situazione finanziaria che non infonde fiducia agli analisti, né tantomeno agli utenti (che anche nel caso della caduta del titolo hanno utilizzato #RIPTwitter), forse appoggiarsi agli utenti può essere fonte di nuove idee.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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