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I video non sono tutti uguali: quali sono le differenze tra contenuti online e tv? Se n'è discusso ai Cannes Lions 2017

Autore: Redazione


Attraverso diversi elementi è possibile mantenere elevata la concentrazione dell’utente quando guarda un filmato da mobile, in modo da condurlo a completare la view. La distribuzione è un altro fattore da tenere a mente

dal nostro inviato a CANNES, Francesco Lattanzio

Content is the king è un mantra che non accenna a tramontare, ma il trono su cui questo re si siede sta cambiando. Il consumo dei video televisivi avviene per il 41% da mobile, un device che necessita di una produzione ad hoc perché le dinamiche di utilizzo e le modalità di fruizione sono molto diverse dal piccolo schermo. La diffusione dello stesso filmato sui diversi media può avere effetti molto diversi e quindi i produttori devono utilizzare approcci diversi quando pensano al concept e al suo sviluppo.

Gli elementi del video: televisione vs. digital

La lunghezza è stata sempre indicata come un fattore differenziante tra i video online e quelli della tv lineare. Il fruitore medio dei primi spesso cerca contenuti corti e di rapida fruizione perché si trova in mobilità o perché ha poco tempo. Questo ha aspettative diverse dallo spettatore televisivo, e per soddisfarle ci si può avvalere dell’aiuto di elementi esterni allo storytelling utili a mantenere l’utente concentrato fino alla fine del contenuto. «I concept e i materiali che applichiamo alla costruzione di un video dipendono dalla piattaforma. Abbiamo declinato alcune serie create per il digitale anche in tv, ma ci siamo resi conto che non sono molto adatte. Utilizziamo un approccio specifico per ogni piattaforma, ovvero quando ci troviamo a sviluppare un contenuto partiamo dalle caratteristiche della destinazione dove verrà diffuso. Un filmato creato per YouTube non è uguale a uno che utilizzeremo su Facebook», spiega Dawn Ostroff, presidente di Condé Nast Entertainment, in una conferenza nel Palais dove si stanno assegnando i Cannes Lions. «In un video digitale non bisogna solo pensare alla storia da raccontare, ma anche a elementi capaci di catturare l’attenzione dell’utente minuto dopo minuto. Il pubblico televisivo è mediamente più vecchio di quello digitale, e per arrivare a quest’ultimo servono modi di girare e di fare storytelling particolari», continua Ostroff. «I giovani hanno più coraggio nel provare e nell’utilizzare tecnologie nuove», aggiunge Russell Simmons, storico fondatore della Def Jam e di All Def Digital, che tra le altre cose produce contenuti per YouTube Red.

La distribuzione

La differenza sta negli elementi con cui costruire i contenuti, ma anche nella distribuzione. Se la televisione raggiunge audience molto vaste, imponendo, nonostante l’esistenza dei canali tematici, una produzione a largo raggio, il digitale ha un’efficacia maggiore quando l’argomento viene diffuso nella piattaforma più adatta. «La distribuzione è la chiave. I network digitali sono allo stesso tempo stretti ed enormi: sono specifici, legati a un tema, ma non vogliono parlare a tutti. Si rivolgono invece a tutti gli interessati. Nonostante questo, i contenuti di qualità raggiungono audience molto vaste. Scegliere i canali giusti diventa quindi fondamentale», afferma Simmons. «I contenuti e le piattaforme che li ospitano devono essere sulla stessa lunghezza d’onda», conferma Ostroff.

Il fattore “rischio”

L’ambiente digitale ha una terza caratteristica che lo differenzia rispetto alla tv: il continuo cambiamento. «Tre mesi del mondo digitale corrispondono a due anni in quello tradizionale. I cambiamenti che avvengono in questo lasso di tempo sono così tanti da obbligare i produttori di contenuti a prendere dei rischi. Le informazioni sui viewer arrivano nell’immediato, e questo ci mette di fronte a un modo completamente nuovo di vedere i consumatori», dice Ostroff. La cartina tornasole per capire se il rischio è valso la candela sono i feedback. «Nel digital ci vuole un minuto per diventare virali, ed è con i feedback che si capisce se si è presa la giusta strada. Anche se l’audience non è subito enorme, da questi si può avere un’idea sul futuro successo del proprio contenuto. Bisogna prendere una strada e continuare a seguirla». È convinto Van Toffler, ceo e co-founder di Gunpowder & Sky.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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