ABBONATI

Digital e retail, sono queste le aree che Western Union vuole dominare

Autore: Redazione


Con un business digitale in crescita del 26% nell’ultimo anno, il lancio della nuova app e il restyling del sito, la company punta anche sul comparto dei social network per ampliare il bacino della propria utenza. L’intervista a Gabriel Sorbo, regional vice president Western Union per il Sud Europa della company Usa

Gabriel Sorbo, responsabile per le attività di Western Union in Italia dal 2008 quando ha assunto la carica di country director per Italia e Malta, spiega a DailyNet come funziona l’universo della company di cui è a capo. Molta attenzione è stata dedicata al comparto digital e ai social network, che rappresentano il presente e il futuro della società, che proprio nell’ultimo anno ha visto crescere il proprio business digitale del 26%. In Western Union, società leader nei servizi di pagamento, qual è l’approccio al mondo digitale e quali potenzialità ha? Quali strategie avete messo in campo per sostenere uno sviluppo in questa direzione? «Western Union è nata nel 1865 e come molte società che hanno superato il secolo di vita, ha dovuto cambiare più volte il business model nell’arco della sua storia. Da sempre attenti all’evoluzione del mercato e delle abitudini dei consumatori a fronte della rivoluzione digitale avvenuta negli ultimi anni, abbiamo fatto tesoro della nostra capacità di adattamento e delle competenze nel money transfer tradizionale per entrare e affermarci anche nel canale elettronico, sviluppando una strategia multicanale. Il money transfer, infatti, non è più solo cash-to-cash. Con l’aumento del livello d’inclusione finanziaria dei lavoratori migranti, già da diversi anni abbiamo sviluppato partnership con le banche che permettono ai nostri clienti di inviare denaro dal proprio conto corrente bancario e di farlo recapitare direttamente sul conto del destinatario. Non necessariamente in quest’ordine, perché la nostra parola d’ordine è cross-canalità, per cui posso ordinare un’operazione attraverso il canale elettronico e far ritirare il denaro in contanti o viceversa». A fronte di importanti investimenti nel campo digitale, quali prodotti / servizi hanno subito uno sviluppo e una diffusione maggiore? «Ora, con la diffusione dei social network, per venire incontro alle necessità della nostra clientela, abbiamo creato la piattaforma WU Connect, che permette di integrare la funzione di trasferimento di denaro nei social media e nei servizi di messaggistica, siglando i primi accordi con WeChat e Viber.  A maggio siamo stati il primo money transfer in Italia a lanciare un’app per trasferire denaro – App Western Union Money Transfer per iOS e Android – che ha già ottenuto 3 milioni di download nei Paesi  in cui è disponibile (Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Germania). Infine il 5 luglio abbiamo lanciato online una nuova versione del sito wu.com, che permette di effettuare operazioni da computer in ben 35 Paesi. Possiamo affermare che il canale digitale, partito da zero, sta crescendo in maniera forte senza, tuttavia, dimenticare il canale retail, per noi molto importante perché il nostro punto di forza sta nel saper collegare contante e digitale. Un utente dei nostri servizi, infatti, non ci valuta solo sulla base della facilità d’uso della nostra app, ma anche per la facilità con cui la propria madre potrà ritirare il denaro in un’area rurale dell’India». E per quanto riguarda la vostra audience di riferimento, che cosa è cambiato con lo sviluppo del digitale? E i Millennial che peso hanno in tutto ciò? «Il nostro business digitale è cresciuto del 26% nell’ultimo anno, ma siamo certi che il contante resterà il metodo di pagamento preferito ancora per diverso tempo: totalizza tuttora l’85%  delle transazioni a livello globale. Anche nei Paesi maggiormente cashless come Francia e Olanda, i contanti rappresentano circa il 40% delle transazioni effettuate dalla clientela. L’Italia, sotto questo punto di vista, è un Paese ancora poco digitale, ma rappresenta uno dei mercati principali per Western Union in Europa. In tutto ciò, i Millennial stanno guidando il cambiamento digitale e occupano un ruolo importante: il 46% delle transazioni implementate via web è realizzata proprio da loro, e la percentuale sale al 58% sul canale mobile. Ci stiamo impegnando nello sviluppo dei canali elettronici sia sul fronte di chi invia, ma anche sul fronte di chi riceve il denaro, offrendo il maggior numero di opzioni per il ritiro, anche attraverso dispositivi digitali e mobile. In particolare, stiamo sfruttando la forte penetrazione della telefonia mobile nei Paesi emergenti – che compensa la mancanza di infrastrutture finanziarie – per realizzare partnership con gli operatori di telefonia (bKash in Bangladesh e MPesa di Safaricom in Kenya) al fine di permettere le transazioni tramite mobile wallet e far arrivare i soldi al destinatario comodamente in qualsiasi momento. L’intenso sviluppo del canale digitale sta inoltre ampliando la clientela di Western Union: l’80% di chi effettua trasferimenti di denaro tramite il canale digitale è nuovo al nostro network. Non più solo stranieri residenti in Italia, ma anche Italiani che utilizzano il servizio per inviare denaro ai figli residenti all’estero o per accedere facilmente alla liquidità quando sono in viaggio. Ci sono novità per questo 2016? «Il 2016 per Western Union è un anno molto importante perché abbiamo lanciato la strategia 2020. Entro i prossimi 4 anni vogliamo rafforzare la nostra leadership nel canale retail, diventare leader anche nel canale digital e raggiungere nuovi segmenti di clientela soddisfacendo nuovi utilizzi del nostro servizio grazie allo sviluppo del digitale. In Italia questa strategia si traduce nel rafforzamento della rete retail attraverso soprattutto le partnership con le tabaccherie e le cartolerie e lo sviluppo del digital grazie al lancio della App e della nuova versione del sito wu.co . Il digitale ci ha già permesso di allargare il nostro bacino di utenza e infatti, come dicevo, abbiamo molti più italiani tra i nostri clienti. La prossima frontiera del money transfer digitale rimangono i social network e infatti stiamo lavorando per stringere nuove partnership oltre a quelle in essere con WeChat e Viber e per far sì che la funzione di trasferimento denaro possa essere integrata nei social network con cui abbiamo già degli accordi anche in Europa». Dal punto di vista comunicativo, che programmi avete per il futuro? Campagne, spot ed eventualmente su quali mezzi? C’è un’agenzia che vi segue? Inoltre, qual è il ruolo dei social network e che risultati sta dando una presenza su queste piattaforme? «Il piano di comunicazione e marketing per il lancio della nuova App è stato lanciato a metà maggio - via web, digital e nelle principali stazioni metropolitane di Milano e Roma. Novità di questa campagna è stato il coinvolgimento dei blogger e per il futuro prevediamo di potenziare sempre di più la comunicazione anche attraverso i social media».   <

img
incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

LEGGI
img
spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

LEGGI

Resta connesso con il nostro network

Vuoi conoscere meglio i nostri prodotti? Indica la tua email per riceverli in promozione gratuita per 1 mese. I dati raccolti non verranno commercializzati in alcun modo, ma conservati nel database a uso esclusivo interno all'azienda.

Inserisci la tua mail

Cliccando “INVIA” acconsenti al trattamento dei dati come indicato nell’informativa sulla privacy