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In calo l’attività di finanziamento di startup ad tech; l’Italia prova a difendersi

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Secondo una ricerca di CBInsights investimenti e numero di operazioni sono in contrazione. Il motivo? Facebook e Google. Gabriele Ronchini, Amministratore Delegato di Digital Magics per il Portfolio Development: «Innovazione, qualità e consolidamento le direttrici di una tendenza locale positiva»

Le attività di finanziamento di startup e aziende ad tech sono al livello più basso degli ultimi cinque anni. A rivelarlo è una indagine di CBInsights per il Financial Times, secondo cui nel 2016 su scala globale le operazioni di funding nel settore sono state 343. Un calo di circa il 17% rispetto alle 414 del 2015. Sullo sfondo il predominio, anzi lo strapotere di Facebook e Google.

In base a quanto rivela lo studio, in diminuzione non è solo il numero di round, ma anche il volume degli stessi. Nel 2016 gli investimenti sono stati pari a 2,2 miliardi di dollari, con un miliardo “bruciato” in un anno e una raccolta complessiva comparabile a quella del 2013. A gettare ulteriori interrogativi sullo scenario del comparto sono le performance registrate negli ultimi tre mesi del 2016, in cui i funding conclusi con successo sono stati 69, valori che non si vedevano addirittura dal 2012.

Il Financial Times spiega come questa tendenza sia figlia dell’impetuosa crescita di Facebook e Google, i quali hanno costruito dei walled garden dotati di audience smisurate e di dati unici in contrapposizione a un sistema, quello dell’ad tech, aperto e basato sulla contrattazione e l’intermediazione. E caratterizzato da un panorama sempre più affollato, in cui Facebook e Google si spartiscono circa il 75% di quota. Secondo Jason Kint, chief executive of Digital Content Next, al netto di Facebook e Google, nel primo semestre del 2016 l’ad tech ha segnato una contrazione del 3%.

Il commento di Gabriele Ronchini

Gabriele Ronchini, Amministratore Delegato di Digital Magics per il Portfolio Development, tra i principali incubatori del nostro Paese, ha ammesso che i valori restituiti da CBInsights non sono del tutto incoraggianti, volendo però sottolineare “l’effervescenza dell’ad tech tricolore”.

«L’elevato livello competitivo del mercato e lo strapotere di Facebook e Google sono difficili da ignorare, eppure l’Italia ha mostrato grande reattività, anche grazie alla voglia di innovare. Un sentimento comune a tutti gli operatori», ha spiegato a DailyNet Ronchini.

Cifre ufficiali sull’ad tech italiano non ce ne sono. Secondo l’Osservatorio startup hi-tech del Politecnico di Milano, nel 2016 sono stati investiti 182 milioni in startup hi tech, un netto balzo in avanti rispetto ai 147 milioni dell’anno precedente. Se si aggiungono anche gli investimenti di provenienza internazionale, circa 35 milioni, si arriva a 217 milioni di euro. Il quadro è tutto sommato positivo. E sebbene il confronto con altri Paesi tenda ancora a relegarci ai piani bassi delle relative classifiche, ci sono diversi segnali confortanti.

gabriele-ronchini-nuova Gabriele Ronchini

«Quello che abbiamo osservato negli ultimi mesi sono le tante operazioni chiuse, anche al di fuori del perimetro di Digital Magics. Mosaicoon, NearIT, Next 14, l’investimento di Gruppo Triboo in Friendz, e la più recente raccolta fondi di Adabra sono la dimostrazione di quella effervescenza cui accennavo prima». Per Ronchini le parole d’ordine di questa ondata di finanziamenti sono tre: innovazione, qualità e consolidamento.

«L’Italia è un Paese innovativo per natura: siamo innovatori in tanti campi e l’ad tech ne è una ulteriore prova; con qualità intendo la competitività della tipologia di business: se prendo in considerazione Digital Magics, circa il 20% del nostro portafoglio è costituito proprio da imprese ad tech che si distinguono sia per i numeri e i volumi di fatturato sia per il ciclo di vita e il livello di maturità».

A favorire il consolidamento è la conformazione stessa del comparto. «Le alte probabilità di exit sono una prerogativa dell’ad tech. Nel mondo delle agenzie le startup sono viste sia come opportunità di acquisire tecnologie e talenti sia per assorbire nuove quote di mercato». Ronchini è stato coinvolto in prima persona nell’operazione di fusione tra 4w MarketPlace e Simply Adv finalizzata ad aprile del 2015, che ha portato all’integrazione di due realtà complementari creando efficienze nel business.

Le operazioni ad tech più importanti del 2016

Nel 2016 il mese d’oro dell’ad tech è stato maggio: Mosaicoon ha annunciato una raccolta di 8 milioni, la più importante in Italia. La società siciliana che offre una piattaforma per la creazione, produzione e diffusione di video virali, aveva già ottenuto un seed money nel 2010 da parte di Vertis Venture che nel 2012 insieme ad Atlante Ventures Mezzogiorno (Gruppo Intesa Sanpaolo) ha finalizzato un round A da 2,4 milioni di euro. Ora punta a internazionalizzarsi e a proseguire lo sviluppo tecnologico.

Sempre nello stesso mese NearIT, società di proximity marketing, ha ricevuto finanziamenti per 1,5 milioni. Con una forza lavoro passata da 2 a 15 dipendenti, la startup è oggi già forte di una valutazione post-money di 10 milioni di euro e tra le realtà più interessanti integrate nell’ecosistema Kilometro Rosso di Bergamo.

Ad aprile era stata la volta di Next 14, la holding operativa nell’emergente mercato del data-driven marketing & advertising attraverso i brand Sting Media, Turbo e Zerostories. Il Gruppo fondato da Marco Ferrari, Marco Franciosa e Matteo Scortegagna, ha chiuso il suo primo round di funding, raccogliendo 4,5 milioni di euro da una serie di investitori privati, che sono entrati nel capitale sociale con una quota di circa il 23%, a una valutazione pre-money di 14 milioni di euro, con un conseguente enterprise value post-aumento di capitale di 18,5 milioni di euro.

A giugno 2016 Triboo ha investito 300mila euro in Friendz, startup che ha sviluppato una innovativa piattaforma di digital marketing. L’applicazione, a cui ci si può iscrivere tramite il proprio profilo Facebook o Instagram, dà la possibilità di partecipare a processi di ‘advertising through gamification’, un termine che indica le attività di promozione fatte dai consumatori stessi attraverso meccanismi legati al gioco. L’app propone, infatti, campagne marketing incentrate su azioni specifiche come fare una foto o generare dei contenuti, che devono poi essere condivisi sui social network.

A fine dicembre, poi,  Adabra, startup aretina accelerata da Nanabianca che ha sviluppato una tecnologia di marketing automation per migliorare le performance dei siti ecommerce, ha concluso un aumento di capitale da 1,1 milioni di euro. L’operazione sarà funzionale al potenziamento del prodotto e all’assunzione di nuove figure per la sede milanese. Tra i nuovi soci della piattaforma figura A11 Venture.

In casa Digital Magics i più importanti finanziamenti li hanno raccolti Leevia e Buzzoole: la prima ha sviluppato una piattaforma per la creazione in pochi minuti di concorsi a premi, contest, sondaggi e iniziative online da veicolare sui social network. Ha raccolto in totale 500.000 euro di finanziamenti  da parte di Trentino Sviluppo, TechPeaks e BACKtoWORK24.

Buzzoole, azienda operativa nell’influencer marketing, si è aggiudicata denaro per 830mila dollari. Il round è guidato dal Venture Fund internazionale Impulse VC con il co-investimento della svizzera R301 Capital. L’intero investimento potrebbe raddoppiare (fino a 1,6 milioni) entro i prossimi 18 mesi e includere altri investitori. Il nuovo finanziamento servirà a Buzzoole per portare avanti il programma di espansione internazionale - in primo luogo verso Russia, Francia, Spagna e India - e migliorare il prodotto con nuove partnership e attività di retargeting, programmatic e integrazione con trading desk.

Le altre startup ad tech di Digital Magics

Oggi 4 delle 9 partecipate dell’incubatore, che superano 1 milione di fatturato annuo, sono startup ad tech: in cima c’è 4w MarketPlace (7,5 milioni nel 2015), seguita in ordine alfabetico da AddCommunication, Buzzoole e LiveXtension. Le altre aziende in portafoglio sono: Adaptors, Beecode (Welabs), DigitalBees, EasyBaby, Edo, Leevia, Smappo-Plannify e YOUng. Complessivamente l’ad tech copre il 20% del portafoglio di Digital Magics.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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