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Verizon cambia piani: secondo indiscrezioni inserirà paywall sulle testate principali di Oath

Autore: Redazione


Gli executive hanno dichiarato che gli obiettivi previsti per il 2020 non saranno raggiunti. Emergono dunque informazioni sulle nuove strade: contenuti a pagamento e 5G, con la rivoluzione che porterà al mondo del digitale, su tutti

Poco meno di un mese fa, Verizon ha inoltrato una nota che spiegava la prima grande mossa da ceo di Hans Vestberg, ovvero la nuova organizzazione della società. Ma al suo interno spiccava una voce sorprendente: il ramo dedicato a media e adv era citato come Verizon Media Group/Oath. Il cambio di nome, cui segue il graduale pensionamento del brand Oath, ha fatto alzare qualche sopracciglio ma la spiegazione – una maggiore focalizzazione sulla tipologia di clientela servita – sembrava verosimile, specialmente se le altre due unit a completare la riformulazione dell’offerta si chiamano Verizon Consumer Group e Verizon Business Group. Questione di coerenza, apparentemente. In realtà il tripolio formato dalla fusione tra Yahoo, Verizon e AOL è sotto una forte rivoluzione.
Obiettivo: diventare terzo polo dell’adv
Dopo aver sborsato 9 miliardi di dollari per portarsi in casa Yahoo e AOL, Verizon ha scoperto le sue carte: raggiungere 2 miliardi di page views tra tutte le properties – doppiando quindi il risultato del 2017 – e toccare quota 10 miliardi di dollari alla voce revenue. Il tutto entro il 2020. In questa maniera la società avrebbe raggiunto volumi – di business, di utenza e di dati raccolti – sufficienti per inserirsi nel duopolio composto da Google e Facebook. Forse i piani del ceo Tim Armstrong erano troppo ottimisti, e di fatto non verranno raggiunti. Rispetto allo scorso anno, la quota di mercato è calata dal 4,1% al 3,3% (dice eMarketer), nei primi 9 mesi del 2018 le revenue si sono fermate a 5,6 miliardi e gli stessi excutive di Verizon hanno dichiarato a ottobre di non riuscire a raggiungere gli obiettivi per il 2020. Dalla dirigenza manca, proprio da ottobre, Tim Armstrong, sostituito dall’ex COO K. Guru Gowrappan. A influire sul business, potrebbero essere stati anche i tempi di integrazione tra le tre società, più lunghi di quanto previsto.
Il cambio di rotta
All’interno di Oath e della complessa architettura di cui è parte, però, ci sono tante risorse da valorizzare e su cui costruire un futuro florido. I nuovi executive stanno concentrando le attenzioni sulle diverse possibilità di aumentare le revenue di Oath attraverso canali esterni all’advertising, ad esempio mettere un paywall per l’accesso ai contenuti di HuffPost o Yahoo Sports. Yahoo Finance utilizzerà il modello pay già dal prossimo anno. Fondamentale sarà accrescere audience e tempo speso sui contenuti delle diverse testate. “Tutto ciò che facciamo è in logica mobile-first”, ha detto Gowrappan durante un evento a Cupertino questo mese, Oath raggruppa dei marchi che sono stati “fondatori dell’intero internet”, qualcuno di questi “straordinario, qualcun altro meno”. Da questa considerazione nasce “Project Purple”, un progetto di cui sono trapelate poche informazioni ma sembra riguardare i brand di Yahoo e la possibilità di valorizzarli attraverso fusioni e paywall. Un nuovo elemento di forza sarà il 5G, che «porterà a una vera e propria rivoluzione», ha rivelato Christina Lundari, General Manager di Oath Italia, a DailyNet durante IAB Forum. «Aiuterà a creare nuovi modelli di business, dando un nuovo impulso all’economia. Sarà anche un forte abilitatore della creatività: la diffusione di AR e VR ha subito dei rallentamenti dovuti alla scarsa velocità di elaborazione, che rendeva meno fluente l’esperienza e ne abbassava il livello di soddisfazione. Problemi che la connessione veloce aiuterà a superare», ha continuato. Verizon in USA ha già iniziato il processo di distribuzione di queste tecnologia, per ora sono state cablate 4 città: Indianapolis, Los Angeles, Sacramento e Houston. Ma da programma queste si espanderanno presto.
Le ultime release
 Intanto Oath prosegue con le sue strategie che comprendo diverse release. La nuova Oath Ad Platforms for Publisher, ad esempio, è arrivata sul mercato per offrire agli editori una serie di soluzioni che strizzano l’occhio alla multicanalità e ai video. Broadcaster, sviluppatori di app e publisher potranno sfruttare dunque l’offerta Flurry, un pacchetto di strumenti che permette ai publisher di accedere alla domanda di spazi che Oath raccoglie dai principali advertiser mediante opzioni di monetizzazione diversificate e funzioni di personalizzazione e controllo. È atteso per il 2019 il rilascio della Oath Ads SDK. Alla piattaforma pubblicitaria del brand, poi, si è aggiunta da poche settimane anche l’opzione di acquisto di inventory audio in programmatic su SoundCloud e TargetSpot. Il prodotto metterà a disposizione opzioni di targeting contestuale e di gestione dei bid in tempo reale. Il rollout del prodotto sarà graduale nelle diverse aree del mondo in cui opera Oath.  

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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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