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Qwant, partnership con il browser Brave per il rispetto degli utenti su internet

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Sarà il motore di ricerca predefinito del browser. L’accordo, attivo inizialmente in Francia e Germania, si espanderà anche all’Italia nelle prossime settimane. L’obiettivo primario è «ripristinare la fiducia nel web», ha commentato Tristan Nitot, VP Advocacy di Qwant

Brave e Qwant hanno in comune la volontà di riportare internet alle origini, a un ecosistema la cui missione era la condivisione di contenuti, opinioni e idee. «Internet si è rotto, è stato rovinato dai business model che hanno dato vita ai banner. Questi hanno poi raggiunto una dimensione personale, sfruttando i dati degli utenti, fino a diventare un sistema inquietante», ha raccontato Tristan Nitot, VP Advocacy di Qwant durante la conferenza stampa di ieri a Parigi. «Questa corsa al dato sta dando vita a un futuro distopico. Il nostro impegno è mantere il web un ecosistema genuino», ha continuato. Spinti dall’adozione crescente dei software di ad blocking in Francia e Germania - attualmente circa al 30% in entrambi i Paesi - , il browser e il motore di ricerca hanno stipulato una partnership nei due Paesi che mira a creare un ecosistema più trasparente e onesto, che «non utilizza cookie, non salva le ricerche, non accede alla cronologia, non assorbe nessun dato tra i suoi server e non propone advertising senza chiedere il permesso all’utente», prosegue.

La partnership

L’accordo aggiunge a Brave - browser che «blocca i trackers in automatico, velocizzando l’esperienza, limitando il consumo dati, intercettando i malware e aumentando la capacità della batteria», dice Brendan Eich, CEO e co-founder di Brave Software e Inventore di JavaScript - le linee guida alla base della mission di Qwant - il motore di ricerca che  «non utilizza cookie, non salva le ricerche, non accede alla cronologia, non assorbe nessun dato tra i suoi server e non propone advertising senza chiedere il permesso all’utente», ricorda Nitot. Qwant conta una user base di 150 milioni di persone, e diventa da oggi il motore di ricerca predefinito di Brave, che invece conta 4 milioni di utenti attivi su base mensile ma è in rapida espansione. Questa unione affonda le radici nel rispetto dell’utente, considerato da entrambi come una persona “non come un prodotto da sfruttare”. «Sarà in prova per poche settimane in Germania e in Francia, ma il rollout in Italia avverrà nel periodo immediatamente successivo», rivela a DailyNet Éric Léandri, Presidente & co-founder di Qwant.

Fabiano Lazzarini
Il modello Basic Attention Token

Ma non tutto l’advertising viene respinto. Nel modello di business di Brave, ogni utente ha la possibilità di aderire alla ricezione delle inserzioni attraverso un opt-in. Dopo questa azione «suggeriamo, sulla base dei dati locali (quelli salvati nel pc dell’utente) e quindi senza raccogliere alcuna informazione, un prodotto o un servizio», spiega Eich. Le revenue provenienti dalla pubblicità vengono poi redistribuite attraverso i Basic Attention Token: assegnati al momento dell’opt-in, sono dei token attivi sul sistema di criptovalute Ethereum e contenuti nel wallet integrato nel browser. Gli utenti possono decidere di “donarli” a publisher partner da loro scelti, dividendo la destinazione del loro valore tra l’editore - che ne incassa il 70% - , Brave (15%) e l’utente stesso (15%). In questa maniera il browser stimola l’user a entrare in un circuito che stimola a premiare l’editore per la qualità dei contenuti che produce, ma anche a ottenere una remunerazione per se stesso. Attualmente i partner editoriali aderenti sono 21.000, tra cui Dow Jones Media Group, Townsquare Media e una serie di youtuber «che non sono remunerati a dovere da Google» e hanno aderito a questa dinamica senza nessun accordo con la società di Mountain View.

«Attendiamo con impazienza che finisca la fase di testing e che Qwant diventi il motore di ricerca default di Brave anche in Italia. La partnership espanderà la nostra base utenti e aumenterà la nostra appetibilità attraverso la disponibilità di uno strumento velocissimo e che dia all’utente il pieno controllo sulle informazioni che lo riguardano», ha commentato Fabiano Lazzarini, Country Manager per l’Italia.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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