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Publicis Media, nel programmatic advertising la parola d’ordine è integrazione

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Cristina Ughes, Chief Programmatic Officer - Data, Technology & Innovation Lead di Publicis Media, racconta le ultime evoluzioni nel campo programmatic

Le aziende hanno ormai compreso i benefici del programmatic advertising sia per il branding sia per le performance. Il settore è evoluto molto nel corso degli ultimi anni e Publicis Media ha adattato la sua organizzazione e il suo approccio a questa modalità di pianifcazione. Cristina Ughes, Chief Programmatic Officer - Data, Technology & Innovation Lead di Publicis Media, racconta a DailyNet le ultime novità sul tema per la sigla, per cui il mezzo è divenuto fondamentale a fornte anche degli ingenti investimenti effettuati nel corso degli ultimi due anni. Cristina Ughes Quali sono i principali vantaggi del programmatic advertising per i vostri clienti? Il programmatic advertising si è evoluto molto nel nostro paese nel corso di pochi anni. Sono aumentate le inventory disponibili, i formati, le modalità di buying e gli algoritmi di ottimizzazione. Questo sviluppo ha permesso di arrivare oggi ad avere sistemi programmatic utili sia per attività di puro branding che a performance. Questo il vantaggio principale per i nostri clienti: avere a disposizione un sistema che si adatta alle proprie esigenze, di brand e di campagna. Ogni campagna può, infatti, essere gestita con il massimo della flessibilità, per garantire il raggiungimento dell’obiettivo, in un ambiente controllato e ad un costo corretto. Tutto questo con il supporto dei dati. Altro vantaggio importante per i clienti: la possibilità di sfruttare i propri dati, per massimizzarne l’utilizzo e la resa. Poter gestire il proprio consumatore, comunicando in maniera efficace ed efficiente, rappresenta la sintesi del perché il programmatic è entrato oggi nella quasi totalità delle strategie digitali. Come siete organizzati in Publicis Media per rispondere alle esigenze degli spender in materia di pubblicità automatizzata? Publicis Media è una struttura guidata dai suoi quattro brand di agenzia, Zenith - Starcom - Blue 449 - Mediavest|Spark, supportate dalle sette Practice. In questo ambito la nostra Practice Data, Innovation & Tecnhology (DTI), lavora  in un’ottica di servizio al cliente, integrandosi nelle attività digital con i team delle agenzie. Mettiamo il cliente al centro e in particolare la gestione delle campagne è affidata a campaign manager del team DTI dedicati ad ogni cliente, che affiancano le singole agenzie per identificare le strategie più adatte e fare training di aggiornamento costanti. La collaborazione con le agenzie si integra e completa anche con le diverse Practice. In particolare con Analytics & Insight collaboriamo per lo sviluppo di strumenti interni in relazione all’analisi e utilizzo dei dati, che insieme a soluzioni disponibili sul mercato, ci permettono di rispondere alle esigenze di ogni cliente. Questa integrazione tra le agenzie e le Practice, offre ai clienti un team di gestione unico, per condividere know how ed operatività. Ai Cannes Lions recentemente andati in scena si è discusso molto del rapporto tra tecnologia e creatività. Come approcciate questa tematica? L’innovazione, la digitalizzazione e l’avanzamento tecnologico degli ultimi anni, hanno permesso una sempre maggiore integrazione tra media e creatività. L’approccio di Publicis Groupe è proprio quello di garantire la massima integrazione, sfruttando gli avanzamenti tecnologici per comunicare al consumatore giusto, il giusto messaggio. Le tecnologie, quali il programmatic, permettono oggi di seguire il consumatore lungo il suo customer journey, adattando la comunicazione ad ogni step. La massimizzazione della resa di questi nuovi e potenti mezzi si può ottenere infatti solo tramite l’adattamento creativo, arrivando ad una comunicazione one to one. Brand safety, frodi, trasparenza sono questioni emerse con prepotenza negli ultimi mesi. Come vi siete attrezzati per rispondere a questi fenomeni? Publicis Media garantisce trasparenza assoluta in tutte le sue attività, sia in termini di modelli brand safety, sia in termini di viewability. Il Gruppo, insieme a tutte le agenzie che ne fanno parte, ha attivato un servizio di brand safety e anti adfraud, sviluppato in partnership con alcune piattaforme tecnologiche su tutte le campagne gestite. Questo servizio dedicato ai nostri clienti usa le tecnologie disponibili per evitare il rischio di campagne digital advertising in contesti unsafe. Si aggiungono all’utilizzo delle tecnologie servizi di Blacklisting di siti, liste di keyword sensitive e il controllo semantico, con aggiornamento giornaliero. Secondo lei il programmatic è già pronto per contagiare altri mezzi oltre a internet?  Avete già condotto operazioni del genere? Grazie alla digitalizzazione di tutti i media avvenuta negli ultimi anni, oggi è possibile, anche se con tempi differenti, utilizzare sistemi di automazione della compravendita anche oltre il tradizionale mezzo Ditigale. Publicis Media ha deciso di lavorare in questo senso, conducendo diversi test sia sul mezzo DOOH che Radio. Questi media sono già a uno stadio di sviluppo avanzato e ad un buon livello di adeguamento delle loro infrastrutture rispetto alle potenzialità tecnologiche disponibili e utili a farle entrare proprio nel circuito dell’automazione e dell’ottimizzazione. Un esempio concreto di programmatic oltre il digitale, lo possiamo trovare nel DOOH: nelle principali stazioni italiane alcuni videototem sono stati dotati di telecamera utili per rilevare le audience dell’area circostante. Queste rilevazioni permettono di adattare la comunicazione alle audience più in target, ottimizzando l’erogazione e quindi riducendo la dispersione. L’evoluzione va verso il coinvolgimento di altri network del sistema DOOH, come le stazioni metropolitane e gli aeroporti. In lancio sul mercato, e in test per Publicis Media, anche il mezzo Radio, con importanti novità in termini di targetizzazione degli utenti per playlist o gusti musicali. Qual è la rilevanza strategica del programmatic advertising per Publicis Media? E quanto è importante educare i clienti? Dopo gli importanti sviluppi e investimenti degli ultimi due anni, il programmatic è diventato oggi centrale nelle strategie digitali del gruppo. Il primo sviluppo è stato sicuramente a livello di team, con un importante ampliamento della struttura, composta oggi da più di 20 persone. Questo rafforzamento è stato guidato proprio dalle esigenze dei clienti, agenzie e clienti finali, sempre più interessati ad utilizzare il programmatic per sfruttare i sistemi automatizzati, volti all’ottimizzazione della delivery e alla ricerca dell’utente più affine al prodotto. La possibilità di porre l’utente al centro delle strategie e la possibilità di lavorare su più leve del marketing digitale, per una comunicazione mirata, e personalizzata sono i punti di forza del Programmatic che hanno fatto sì che aumentasse l’interesse dei clienti verso il mezzo. Oggi la gran parte dei nostri clienti investe in Programmatic advertising, in tutte le sue forme, digitali, ooh e radio.

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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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