Autore: Redazione
05/06/2023

Audioboost, back in Italy a bordo di StoryCast

Cristina Pianura, reduce dallo SMAU di San Francisco, rilancia con un nuovo servizio della piattaforma audio: è in arrivo una soluzione self-service per il Campaign Management dei Branded Podcast, attraverso la quale sarà possibile pianificare le proprie campagne d’ascolto e distribuire i content all’interno dei siti che possono vantare lo Speakup-Article™

Audioboost, back in Italy a bordo di StoryCast

Cristina Pianura, founder di Audioboost

Modi di sentire autoctoni, rivoluzioni uditive generate e non per forza di cose solo accolte. Il quarto stadio della digitalizzazione, ossia l’audio non ha un solo padrone, ma diramazioni sconfinate e, guarda un po’, l’Italia è uno dei centri più performanti, grazie soprattutto ad Audioboost, la creatura di Cristina Pianura, piattaforma audio offerta in modalità SaaS che consente ai publisher di convertire qualunque contenuto in podcast, di disporre di un audio CMS pronto per l’uso e di una dashboad di Analytics, pronta per festeggiare il suo secondo compleanno, reduce dalla partecipazione al recente SMAU di San Francisco, in cui ha presentato lo Speakup-Article, la SaaS che rivoluziona il paradigma finora dominante nel settore, con il podcast che va verso l’audience web e non il contrario, come pure dalla release del nuovo sito (https://www.audioboost.it/it/) e ora pronta anche a confidarci un ulteriore step evolutivo della propria offerta. Nel mondo audio le voci si rincorrono e noi siamo “tutto orecchi” al cospetto di Cristina Pianura.

Dove eravamo rimasti?

«Ci eravamo lasciati nel bel mezzo dello scorso anno con gli ultimi traguardi, in ordine di tempo, della conversione del web in audio, con il lancio dello Speakup-Article™, novità apprezzata da quasi 200 siti, con il quale riusciamo a coprire il 40% della total audience italiana, con 400 milioni di pagine viste articolo, un’area territoriale molto qualitativa, con editori spesso vertical; in sintesi, in termini distributivi, Audioboost ha raggiunto dei grandi risultati».

Ma non si fa in tempo a brindare che subito arrivano ulteriori novità, vero?

«Proprio così. Ci siamo concentrati sui siti web intesi come piattaforme distributive, con ottimi risultati conseguiti in termini di diffusione di ascolti; da qui, abbiamo deciso di alzare il tiro e lo facciamo con una soluzione del tutto nuova: siamo partiti dal widget presente sui siti partner e ora siamo pronti a inaugurare StoryCast: una vera e propria piattaforma per chiunque abbia l’esigenza di raggiungere una certa audience audio che ricerca contenuti mirati. StoryCast è un campaign manager, attraverso il quale è possibile organizzare le proprie campagne d’ascolto, come pure distribuire i podcast all’interno di canali che possono vantare lo Speakup-Article».

Nuove esigenze crescono: come far ascoltare il proprio contenuto?

«Farsi trovare nel posto più appropriato e nel momento giusto non è affatto semplice. Riuscire a emergere nell’offerta di contenuti audio è una esigenza correlata a qualunque produzione Audio e affatto banale. Ma oggi abbiamo dei riferimenti precisi, dei case che ci raccontano come la grande area delle news sia uno dei bacini di ascolto più prolifici, così come le inchieste giornalistiche. Quello che però conta da questo momento sarà soprattutto emergere in relazione a un pubblico determinato. Con lo Speakup-Article™ garantiamo l’offerta audio in situazioni contestualizzate. Con lo StoryCast facilitiamo la pianificazione (un concetto molto legato all’advertising) di base semantica e consentiranno di acquistare ascolti in funzione del contesto editoriale a chiunque anche a singoli Podcaster. Un approccio diametralmente opposto all’attuale in cui l’unico modo di promuovere ascolti è comprare traffico sulle piattaforme stesse o sul web. Con lo Storycast noi ribaltiamo l’assunto e portiamo il Podcast dove si trova l’audience. Valorizziamo l’audience web senza abbandonare il Sito ».

Giunti a questo punto, quali sono le keyword fondamentali?

«L’attenzione: la dimensione audio è molto immersiva. L’obiettivo è riuscire a mantenere la concentrazione all’interno del luogo dove si ascolta. Una delle tante sfide che procedono di pari passo con i progressi tecnologici; in questo senso, per fare un esempio, abbiamo sviluppato l’integrazione con le skill di Alexa e quindi la possibilità di distribuire contenuti a partire dal nostro Speakup-Article; l’editore che ha generato con noi i file audio dei suoi contenuti può avere la versione su Alexa degli stessi».

Quanto è cambiata la vostra utenza?

«Il nostro target resta l’editore professionale o la casa di produzione dei Podcast. Riducendo l’accesso e i costi produttivi grazie al text to speech possiamo concentrarci sulla valorizzazione del contenuto e dell’audience organica presente sui siti web. Con lo StoryCast offriamo all’editore anche un’opportunità di monetizzazione ulteriore a chi fa parte del nostro network, diamo un valore al prodotto audio. Una vera e propria novità distributiva, insomma, con il contenuto che va verso l’ascoltatore già predisposto all’interno di una dimensione audio first. Noi amplifichiamo i contenuti verso milioni di utenti senza la necessità di iscriversi o di acquistare app».

Ci saranno altre novità all’orizzonte?

Si, sul fronte delle voci abbiamo lanciato il progetto GIAVA:  il primo modello di addestramento su voce umana applicabile al text-to-speech in lingua italiana.  Insieme al team Google Cloud in Italia e USA la soluzione consente di addestrare un modello di Custom Voice e grazie all’AI di leggere poi qualunque contenuto: pensiamo a giornalisti, speaker, podcaster, autori che intendano personalizzare il contenuto con la propria voce. Audioboost è la sola azienda in grado di fare tutto questo oggi: produzione scalabile e lettura con Custom Voice.