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Subito: sono 23 milioni gli italiani che nel 2020 hanno fatto “Second Hand

Autore: Redazione


Una forma di economia circolare che entra per la prima volta a pieno titolo nel podio dei comportamenti sostenibili più diffusi e che porta valore al Paese, alle persone e al Pianeta. Le principali evidenze dell’Osservatorio “Second Hand Economy 2020”

La Second Hand Economy continua a rappresentare una leva strategica per incidere positivamente su presente e futuro di persone, società e Pianeta, tanto che nel 2020 ha generato un valore di 23 miliardi di euro, pari all’1,4% del Pil italiano, guidato principalmente dall’online, che pesa 10,8 miliardi euro, ovvero il 46% del totale e in costante aumento. La conferma arriva dalla settima edizione dell’Osservatorio Second Hand Economy condotto da BVA Doxa per Subito - piattaforma n.1 in Italia per vendere e comprare in modo sostenibile, con oltre 13 milioni di utenti unici mensili - che ha analizzato comportamenti e motivazioni degli italiani rispetto alla compravendita dell'usato. Questa forma di economia circolare sta assumendo un ruolo sempre più rilevante nel nostro mercato, anche in conseguenza dell’emergenza Covid-19 e della nuova normalità che essa ha creato. Solo nel 2020 sono stati infatti 23 milioni gli italiani che si sono affidati alla second hand, il 14% per la prima volta, e che hanno portato la compravendita dell’usato a salire al terzo posto tra i comportamenti sostenibili più diffusi e praticati. Se si guarda poi alla percentuale di adozione del comportamento, la diffusione sale per alcune categorie specifiche, come laureati (66%), GenZ (65%) e famiglie con bambini piccoli (63%). “La Second Hand Economy nel 2020 si è rivelata un vero e proprio alleato per gli italiani. Grazie soprattutto all'online, si è dimostrata sempre più vicina alle esigenze di una nuova normalità in cui le priorità di tutti sono state riviste, dalle necessità ai desideri di acquisto”, ha commentato Giuseppe Pasceri, CEO di Subito. “Siamo fieri di poter contribuire per il settimo anno consecutivo attraverso questo Osservatorio realizzato da BVA Doxa a mappare il valore economico e sociale di questa forma di economia circolare che sta diventando sempre più un'abitudine per la maggioranza degli italiani”.

Sempre più online

Il 2020 è stato un anno in cui gli italiani hanno dovuto ripensare la propria vita su un piano più virtuale, un’esigenza che ha avuto delle conseguenze anche sulla compravendita dell’usato. Da un lato si è assistito a un maggiore utilizzo della second hand, con oltre 3 milioni di italiani che si sono avvicinati per la prima volta a questa forma di economia circolare, dall’altro continua a crescere il valore generato dall’online, pari a 10,8 miliardi, ovvero il 46% del totale. Tra chi nel 2020 ha acquistato o venduto oggetti usati, il 63% ha scelto di farlo online, canale privilegiato soprattutto per la sua velocità (47%), ma anche per la possibilità di comprare o vendere comodamente da casa (44%). Cosa comprano gli italiani online? Principalmente Casa&Persona (67%), Sports&Hobby (61%), Elettronica (55%) e Veicoli (33%) e, tra le categorie più comprate online: Libri e riviste (30%), Arredamento e Casalinghi (29%), Informatica (27%). Per quanto riguarda la vendita in rete, gli italiani vendono principalmente oggetti di Casa&Persona (63%), Elettronica (47%), Sports&Hobby (46%) e Veicoli (22%). Tra le categorie di prodotti più messi in vendita online si trovano:  Arredamento e casalinghi (29%), Abbigliamento e accessori (28%), Telefonia (21%).

Motivazioni e comportamenti

Comprare o vendere prodotti usati si conferma tra i comportamenti sostenibili più diffusi degli italiani (54%), aggiudicandosi il terzo posto che fino all’anno scorso era occupato dall’acquisto di prodotti a km 0 (50%). Restano invece saldi nelle prime due posizioni la raccolta differenziata (91%) e l’acquisto di lampadine a LED (62%). Cresce la frequenza: il 70% degli italiani compra o vende più di 2 volte l'anno. E cresce anche il numero di oggetti scambiati per il 33% di chi compra, principalmente per risparmiare in un momento di incertezza o perché ha avuto più tempo a disposizione, e per il 36% di chi vende, perché ha avuto più tempo, per guadagnare qualcosa in un momento di incertezza ma anche perché ha cambiato le proprie abitudini a causa della pandemia. Infine, cresce la vita media degli oggetti: per il 62% il bene acquistato verrà collezionato, oppure cessato il suo utilizzo verrà donato o rivenduto, allontanando così la sua dismissione in discarica e i conseguenti costi ambientali di smaltimento. L’economia dell’usato è quindi sempre più un modo per dare valore alle cose (50%), in virtù di una revisione delle proprie priorità e scelte, soprattutto per le fasce più giovani della popolazione (Millennials 59%). È inoltre una scelta sostenibile (48%), una visione condivisa soprattutto dai ragazzi della Generazione Z (59%), ma anche percepita come intelligente e attuale (42%), ancora di più per Generazione Z (55%) e per i Millennials (52%). Tra chi acquista scende la percentuale di chi fa second hand per risparmiare (50% vs 59% nel 2019), a sorpresa se si considera l’anno caratterizzato da un contesto economico difficile, ma che rimane tuttavia rilevante, confermando la possibilità di fare un buon affare come condizione essenziale nella compravendita dell’usato. Seguono a breve distanza ma in crescita rispetto all'anno precedente la volontà di contribuire all’abbattimento degli sprechi e al benessere ambientale attraverso il riutilizzo (47%) e chi lo considera un modo di intelligente di fare economia (44%). Entra in gioco anche una nuova motivazione, legata alle mutate esigenze che si sono manifestate a seguito dell’emergenza da Covid-19, come la scoperta di che cosa può servire o di che cosa si può fare a meno, avendo vissuto maggiormente lo spazio abitativo (13%).

Vendo perché

Tra le ragioni che spingono invece alla vendita, il primo driver resta sempre la voglia di decluttering e la necessità di liberarsi del superfluo (73%), il 39% vende perché crede nel riuso ed è contro gli sprechi e il 34% per guadagnare. Emergono poi delle nuove motivazioni legate a necessità specifiche nate nel corso del 2020, come l’adattamento degli spazi di casa a DAD e/o smart working (13%), per assecondare esigenze e passioni appena nate (12%), ma anche per un peggioramento della situazione economica famigliare (11%). L’economia dell’usato ha vissuto una vera e propria evoluzione continua, con un’accelerazione nel corso del 2020 che l’ha vista crescere e diventare sempre più rilevante. Per l’82% degli intervistati (+11% 2019) la second hand economy è destinata a crescere ancora nei prossimi cinque anni, per via della crisi nel contesto economico attuale (66%), ma anche perché diventerà sempre più una scelta consapevole e green (49%), un ottimo strumento per risparmiare (44%) e per rendere i consumi accessibili a più persone (28%).


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 22/04/2024


L’Istat cerca partner per creatività e planning a supporto dei censimenti economici permanenti; l’appalto vale 2,6 milioni di euro in tre anni

Consip ha avviato una gara per affidare le campagne di comunicazione integrate a supporto dei censimenti permanenti per Istat. Il valore dell’appalto è di 2,64 milioni di euro al netto dell’iva. L’incarico è di 3 anni e, in particolare, riguarda le campagne a supporto del censimento permanente della  popolazione e delle abitazioni e dei censimenti permanenti economici (imprese, istituzioni pubbliche, istituzioni non profit, agricoltura), previsti dall’Istat nel triennio 2024–2027, nonché una campagna generalista dedicata alla valorizzazione dei censimenti da svilupparsi nell’ambito delle celebrazioni del centenario dell’Istat che si terrà nel 2026. L’agenzia sarà incaricata sia dell’ideazione creativa che della strategia e pianificazione media, oltre che delle attività web, dei social e della gestione delle pr. Il budget media complessivo per tutta la durata del contratto, incluso il placement, è di massimo 850.000 euro (iva esclusa). Il termine per presentare le offerte è il 28 maggio. Obiettivi Le singole campagne dovranno, in un’ottica integrata, implementare la strategia comunicativa sui Censimenti permanenti per perseguire i seguenti obiettivi generali: informare sulle diverse modalità di svolgimento delle operazioni censuarie e sulle novità di ciascuna edizione; favorire la più completa, corretta e tempestiva partecipazione dei rispondenti alle operazioni censuarie; garantire a ciascun Censimento visibilità, riconoscibilità e memorabilità; sostenere la piena riuscita di ciascun Censimento promuovendo la condivisione degli obiettivi specifici con i rispondenti e con i potenziali utilizzatori dei dati; sperimentare azioni, strumenti e linguaggi innovativi, che consentano di raggiungere pubblici più ampi possibile; essere «in ascolto» e flessibile per reindirizzare messaggi e azioni; rispondere ai perché e ad eventuali criticità che potrebbero insorgere nel corso delle diverse rilevazioni (communication crisis management); promuovere la restituzione dei risultati di ciascun Censimento, valorizzandone il grande potenziale conoscitivo e la loro utilità, e assicurando una continuità narrativa sui censimenti tra una rilevazione e l’altra; costruire e rafforzare alleanze/partnership con stakeholder, utilizzatori esperti, istituzioni, comunità scientifica, media e altri attori dei censimenti, con azioni mirate di pubbliche relazioni, promuovendo attività di engagement e di endorsement; consolidare la narrazione di tutti i Censimenti permanenti come un sistema integrato di rilevazioni in grado di assicurare al Paese un patrimonio informativo più ricco e tempestivo e di garantire un risparmio economico e una riduzione del carico sui rispondenti, in linea con i più innovativi standard internazionali;  evidenziare il ruolo dell’Istat sia come produttore di informazioni e analisi puntuali utili alla collettività e al Paese, sia quale ente con una visione orientata all’innovazione, al fine di rafforzare la reputazione e notorietà dell’Istituto; rafforzare la fiducia dei cittadini nell’istituzione e nella informazione statistica ufficiale e l’importanza di una partecipazione consapevole e attiva alle rilevazioni statistiche ufficiali. 

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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