Autore: Redazione
22/01/2021

Partnership, facilità e precisione: il 2021 de ilMeteo.it si gioca sull’autorevolezza

Il gruppo chiude il 2020 con quasi 10 milioni di utenti, 4 mln sui social e una raccolta che anche questa volta potrebbe essere positiva. L’A.D Emanuele Colli fa il punto della situazione su passato, presente e futuro

Partnership, facilità e precisione: il 2021 de ilMeteo.it si gioca sull’autorevolezza

Emanuele Colli

Che tempo fa? Grigio, ma tendente al bello, nel senso che gli squarci di sole cominciano a farsi sempre più ampi. Le previsioni ormai non mentono più, forse neanche quelle del mercato, magari basta crederci, sicuramente sarebbe meglio prepararsi e tenere un ombrello di possibilità sempre aperto, proprio come un ventaglio estivo. Giocoforza, la crisi pandemica ci ha costretto a cambiare, spingere su determinati versanti, accelerare idee che sembrano solo in stato embrionale. Dalle parti de ilMeteo.it la logica multichannel ha preso il centro del campo e oggi detta i tempi e spira tutto il gioco. L’A.D. Emanuele Colli ci introduce al 2021, senza dimenticarsi delle radici del 2020.

Il 2021 sembra essere nato sotto i migliori auspici, come testimonia l’accordo siglato con il Gruppo 24 Ore. Quali sono le vostre aspettative?

«Una partnership progettata e ideata durante l’ultimo lasso di tempo del 2020, una collaborazione che si svilupperà in due modalità: la prima ci vedrà protagonisti su Radio 24 per 41 appuntamenti settimanali, per tutto l’anno; la seconda prenderà il via da marzo e riguarderà la nostra presenza sul sole24ore.it. In quest’ultimo caso, i tempi tecnici di transizione sono naturalmente più lunghi. L’obiettivo per quel che ci riguarda è ampliare il nostro target, l’utenza, facendo leva su partner autorevoli, come il Gruppo 24 Ore; da parte loro, fare affidamento su un compagno di viaggio più flessibile, come ilMeteo.it».

Si avverte, non solo da parte vostra, l’esigenza di legarsi, di collaborare, di interfacciarsi con altre realtà mediatiche. Un trend, un dato di fatto, un nuovo corso?

«Un fatto oggettivo: il 2020 pandemico ha accelerato una tendenza già esistenze, ossia un processo molto marcato di digitalizzazione. Il risultato è una comunicazione sempre più multichannel. Da qui nasce l’esigenza di incontrare altri autori e da qui nascono le partnership con Sky, con il Corriere della Sera, con RDS e ora con Il Sole 24 Ore. Un punto curioso da mettere in evidenza: mentre tutti si affannano e corrono verso l’ambito digital, noi nasciamo da lì e facciamo il percorso opposto, con risultati forse più immediati e naturali».

Una comunicazione che abbraccia differenti ambiti mediatici ha bisogno anche di un linguaggio che possa raggiungere un pubblico più ampio. Vi siete subito distinti nel rendere fruibile una materia non facile, state ancora studiando modalità di trasmissione più semplificata?

«Assolutamente sì. Precisiamo anche che non siamo stati i primi: si pensi alla strategia di Apple, nata e cresciuta per semplificare l’approccio Windows, giusto per fare un esempio prestigioso. Sia come sia, abbiamo avuto ragione e i risultati non si sono fatti attendere»

E dunque, numeri del 2020?

«Presto detti: l’utenza dell’app è ormai prossima ai 10 milioni. Audiweb ci accredita 5 milioni di utenti medi al giorno».

A proposito di app, si parlava di un mondo in crisi…

«Invece no, piuttosto si tratta di un ambito molto selettivo: le applicazioni abbondano, ma quelle usate sono poche ben qualificate».

Sul fronte pubblicitario invece che cosa è accaduto?

«Siamo ancora in attesa dei dati definitivi dalla nostra concessionaria (Manzoni, ndr), ma dopo un anno spettacolare quale fu il 2019, la scorsa stagione ha subito un ovvio ridimensionamento, soprattutto durante il periodo primaverile. Però poi c’è stata una ripresa e alla fine dovremmo chiudere flat, ma potrebbe esserci persino un piccolo segno “+”».

Le incertezze continuano a minare i programmi, ma qualche obiettivo lo avrete sicuramente…

«Per il nuovo anno attendiamo una crescita del mercato adv tra il 5 e il 10%, noi vorremo andare anche oltre. Sul fronte app, benché non sia facile, ci piacerebbe arrivare alle soglie dei 10,5milioni, e se contiamo che il mercato nazionale delle applicazioni è sui 30 milioni, significa che la nostra è una posizione molto prestigiosa. E poi, l’ambito social: possiamo contare su oltre 4 milioni di seguaci, puntiamo a una crescita».

È vero che in una grave situazione di crisi generale, come quella causata dalla pandemia, le piccole aziende, con focus mirato, hanno vita più agevole rispetto ai grandi colossi?

«Il prodotto piccolo, fatto su misura che va incontro a utenti, partner e clienti porta al confronto, all’adattamento, alla costruttività e a risultati ben visibili. Ma occhio alle multinazionali: alla fine, sono loro ad aver performato meglio nel corso dell’ultima stagione».

Cosa vi chiede oggi l’utente?

«Facilità di utilizzo, precisione e disponibilità su tutte le piattaforme, siano esse tv, radio, smartphone, computer».

Cosa avete in preparazione per le prossime settimane?

«Una ricerca incentrata su come l’italiano viva il meteo e quasi pronta. Abbiamo puntato molto sulle Mappe Interattive, come quella dedicata alla qualità dell’aria, ecco allora che vorremmo dare un ulteriore spinta all’approfondimento, magari una sezione rivolta a chi vuole addentrarsi, ma non è così facile dal punto di vista tecnico-concettuale. Ci stiamo lavorando».

Sempre convinti che il modello a pagamento non sia fattibile?

«Occorre chiedersi: chi vuole pagare per una commodity? I tempi cambiano e così la mentalità. Ci sono state epoche nelle quali sembrava una stravaganza anche solo pensare di pagare la musica online, come pure fruire non gratuitamente le notizie di un quotidiano. Oggi non è più così, quindi occorre attendere. Oggi il rischio è evidente: ossia spostarsi subito verso una concorrenza gratuita. Noi abbiamo una versione free dell’app, utilizzata dal 99% della nostra audience e una versione senza pubblicità chiamata ilMeteo plus. La modalità che chiamiamo subscription è allo studio ma, come detto, occorre che i tempi maturino».