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Teads elenca le 5 regole d’oro per i brand per poter navigare nell’era post cookie

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Il momento tanto auspicato ma anche temuto è arrivato, come potranno/dovranno reagire i marketer nello sviluppo di strategie efficace e misurabili. Un piccolo-grande manuale da parte della global media platform

a cura di Remi Cackel, Chief Data Officer, Teads

Il consumo digitale è accelerato molto negli ultimi 12 mesi ma le regole dell’advertising online si stanno trasformando. Mentre le società tecnologiche e gli enti regolatori del mercato annunciano l’inizio della graduale eliminazione dei cookie nel 2021, Teads ha sviluppato una lista di 5 regole per supportare i marketer di tutto il mondo a sviluppare strategie pubblicitarie efficaci e garantire vantaggi misurabili senza l’utilizzo dei cookie.

1- Essere preparati per affrontare la sfida

Non c’è dubbio, si tratta di una sfida. Il marketing utilizza i cookie come base per le strategie digitali da anni ormai, quindi per continuare ad essere efficace e avere successo è necessario un cambiamento. Un cambio di approccio, un cambio di team, partner e scopo. Solo con la giusta preparazione, il successo arriverà. Assicurarsi che i propri parametri siano chiaramente definiti; come è strutturato il mercato? Dove è possibile vedere i propri marchi presenti in quei mercati e come misurarne il successo in futuro? Analizzare e revisionare le attuali necessità di Audience Targeting e dividerle in macro categorie: demografiche, interessi, intent, ecc.

2 - Ridisegnare la strategia di dati di prima parte

Sia in termini di raccolta sia di utilizzo dei dati, la maggior parte dei dati proprietari dei clienti, che dipende in gran parte dai cookie, si ridurrà. Nonostante questa prevista riduzione di volume, diventa paradossalmente ancora più strategico concentrare il proprio tempo nell'utilizzarli, ma in modo diverso. Ci sono due punti chiave da considerare:

a. Utilizzare i dati non solo per il targeting standard

Occorre andare al di là del semplice utilizzo dei tuoi dati per il direct messaging/lookalike. Come priorità, bisognerebbe sviluppare una strategia in cui i propri dati possano essere utilizzati in due casi fondamentali. Il primo  di questi è supportare la pianificazione e il processo decisionale Cookieless: i dati in possesso sui propri consumatori dovrebbero diventare il punto di partenza fondamentale della trasformazione Cookieless. Per esempio, usandoli per analizzare quali siano i contesti in cui intercettare i propri clienti più preziosi; conoscere il tipo di contenuto che i clienti stanno leggendo in ciascun mercato e per ogni marchio aiuterà a definire la strategia di targeting contestuale iniziale. In secondo luogo, per supportare le esigenze di misurazione che, relativamente al rendimento e all'efficacia, non deve essere eseguita per il 100% delle campagne, ma solo su una percentuale statisticamente rappresentativa. Assicurarsi di utilizzare i dati proprietari per potenziare il più possibile la misurazione dell'efficacia dei media (per esempio: acquisire segnali online / offline di visite sui siti proprietari).

b. Introdurre un sistema sostenibile di gestione di tutti gli aspetti dell’identità online in conformità con le regolamentazioni della privacy. Esaminare tutti i canali di raccolta e utilizzo dei dati per valutare come sia possibile mappare i propri utenti con login / identificatori permanenti. Quando gli editori introdurranno un volume significativo di ID univoci sull'open-web, si dovrà già essere in grado di usarli. Assicurarsi, inoltre, che la gestione della privacy dei dati sia ottimale (consenso utente, diritto di attivare/disattivare la condivisione dei propri dati, ecc). Quest’ultimo aspetto dovrebbe essere affrontato non solo da una prospettiva normativa, ma anche per assicurarsi di coinvolgere i consumatori nel modo giusto.

3 - Adattare le proprie capacità di Audience targeting agli sviluppi futuri

Nonostante le molte iniziative in ambito Cookieless, dobbiamo essere realistici: non ci sono soluzioni univoche valide per tutto. Saranno necessari approcci differenti da testare e combinare per mantenere lo stesso livello di efficacia pubblicitaria. Assicurarsi quindi di monitorare e testare le iniziative più rilevanti nell’industry:

a. Privacy Sandbox: Tenersi pronti per i primi test che saranno lanciati nell’ H1 2021 (qualche informazione in più al link https://www.chromium.org/Home/chromium-privacy/privacy-sandbox)

b. Profilazione real-time: utilizzare gli insight e i signal cookieless più rilevanti come proxy di un’audience (es. contesti, modello del device, ecc.)

c. I dati di prima parte degli editori: identificare gli editori che hanno i dati più rilevanti per la propria audience principale. Questo approccio ha tante opportunità quanti limiti, quindi assicurarsi di essere ben consapevoli di entrambi prima di prendere qualsiasi direzione

d. Unique ID: tenere presente che si tratta di utilizzare un unico identificativo e che molti editori stanno progressivamente attivando più soluzioni di accesso ai contenuti. Monitorare la scalabilità e cominciare a testarne l’utilizzo se possibile (sul medio/lungo termine)

4 - Scoprire il potere del contenuto

Il Contextual Targeting non è un piano B. È un’efficace strategia media validata con diversi brand in tutti i mercati. La sfida del targeting contestuale su larga scala è che i segreti per far leva sulla sua massima efficacia non siano chiari a molti. Quindi quali sono i passaggi per assicurarsi di poterlo sfruttare al meglio? Come tutte le buone campagne, si deve iniziare con un buon piano media per garantire un'adeguata fruibilità. Usa i propri dati di prima parte, i nuovi strumenti e le intuizioni per scoprire quali signal contestuali possano essere utilizzati, quando e come. I passaggi successivi riguardano l'utilizzo delle informazioni contestuali per l’adattamento delle creatività: come possono essere personalizzate le creatività in base al contenuto della pagina per amplificare il messaggio? Misurare i risultati e compararli all’audience targeting. Analizzare tramite A/B test soluzioni di contextual targeting differenti per scoprire quale funzioni meglio per i propri marchi e per le campagne, al momento giusto. Durante il 2021, occorrerà essere pronti per andare anche un passo oltre, esplorando nuovi signal contestuali su larga scala: meteo, ora del giorno, modelli di dispositivi, ecc., sono tutte dimensioni cookieless chiave, che consentono una maggiore personalizzazione ed efficacia dei media.

5 - Non perdere la direzione

Il percorso di trasformazione cookieless può portare ad affrontare molteplici sfide che possono essere anticipare in modo proattivo. Teads ne ha individuate alcune citate sopra ma senza dubbio ne nasceranno di nuove durante il l’anno. Il miglior approccio però è quello di lavorare per trovarsi nella miglior posizione per continuare a:

a. Adottare il giusto mindset: non c’è bisogno di farsi prendere dal panico, ma la questione Cookieless deve essere considerata in maniera seria e compresa chiaramente dalla propria azienda di digital marketing.

b. Focalizzarsi sugli obiettivi: definire in maniera chiara la timeline e lo scopo del progetto; cosa verrà testato, come e quando? Non testare alla cieca tutte le soluzione dell’ ad-tech.

c. Comunicare, partecipare ai working group e condividere i risultati. Mostrare i migliori lavori all’intera industry e trarre beneficio dalle esperienze e dai punti di vista degli altri brand. Questa è una sfida che dovrebbe essere affrontata tutti insieme, ma la collaborazione intersettoriale è il modo migliore per fornire risultati di business e al contempo riguadagnare la fiducia dei consumatori.

Un incontro di approfondimento

Per approfondire l’argomento e per scoprire tutti i dettagli, le sfide e opportunità della nuova era del digital advertising, arriverà in soccorso un webinar di approfondimento di Teads, il 18 febbraio: per partecipare, registrarsi a https://teadscookieless-italy.splashthat.com.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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