Autore: Redazione
06/05/2020

Streaming tv, un mercato che esplode. E arriva la scommessa di Quibi

Mentre i dati sulla visione allineano cifre sempre più significative, ha debuttato da meno di un mese una nuova proposta, basata su video brevi e specifica per il mobile. Con un grande obiettivo: conquistare i Millennials

Streaming tv, un mercato che esplode. E arriva la scommessa di Quibi

Si può partire da una certezza: il panorama dei video in streaming continua a frammentarsi in questo drammatico 2020. Mentre il lockdown sta cambiando molte abitudini e il numero crescente dei servizi di streaming tv si unisce alla sfida tra gli operatori sul fronte delle sottoscrizioni, iniziata ben prima dello scoppio della pandemia, lo spazio competitivo si sta letteralmente infiammando. E lo scenario che si delinea prevede una battaglia sempre più serrata. In base alle stime recenti della società britannica FutureSource Consulting - autorevole voce specializzata in market research, forecast e strategic insight in ambito technology, media ed entertainment - il numero globale di abbonamenti SVoD potrebbe superare la quota di un miliardo a livello globale già entro la fine del prossimo giugno, al massimo nelle prime settimane di luglio, come osserva David Sidebottom, Principal Analyst presso la struttura inglese, che sottolinea come anche altri servizi di streaming video su piattaforme di social media, eSports e AVoD stanno mostrando una crescita impressionante.

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La spinta della pandemia

Il mercato dello streaming degli abbonamenti, ormai è chiaro, è stato amplificato dal periodo di blocco della permanenza a casa, che non solo favorisce un aumento della visione della tv, ma anche un cambiamento nel comportamento: le ovvie lacune nella programmazione televisiva in diretta, in particolare nello sport, incoraggiano i consumatori a cercare alternative di intrattenimento. Secondo la ricerca sui consumatori “Living with Digital” - messa a punto sempre da FutureSource -, nell’ultima parte del 2019 in questo affollato panorama ha cominciato a farsi strada Quibi, una piattaforma che dispone di grandi potenzialità per attrarre, in particolare, il pubblico dei Millennials, grazie a un’offerta specifica per i dispositivi mobili. I contenuti proposti coinvolgono una vasta gamma di generi, tra cui commedie, drama, reality e news. E il lancio della piattaforma è avvenuto nella maniera più eclatante, durante l’ultimo SuperBowl, ovvero la partita di football americano più vista in assoluto da centinaia di milioni di spettatori statunitensi e di tante altre nazioni.

Il palcoscenico più frequentato

“Sarò lì in un Quibi” era, infatti - nel commercial costruito per presentare la piattaforma -, la disarmante, e divertita, risposta dell’autista di una banda di rapinatori che invece di correre a recuperare i complici freschi di colpo in banca se ne stava nel furgone, distratto da un video sul suo smartphone. Lo spot di lancio, pianificato nel primo trimestre di quest’anno, ha fatto da apripista alla successiva commercializzazione del servizio, avvenuta lo scorso lunedì 6 aprile. Poco più di 1,8 miliardi di dollari il valore degli investimenti raccolti per sostenere l’esordio di Quibi, che vede tra gli ideatori Jeffrey Katzenberg e Meg Whitman. Il primo è l’ex capo degli studi Disney all'epoca del “Re Leone” e altri grandi successi planetari, poi co-fondatore e Ceo della Dreamworks, mentre la seconda è stata Presidente e Amministratore Delegato di eBay e Hewlett Packard.

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Meg Whitman

 

Un lungo elenco di rivali

Ma ora che Quibi ha debuttato, da circa un mese, chi sono i suoi rivali? La proposta della piattaforma si rivolge alla visualizzazione mobile, a tariffa mensile. E ciò significa che non è solo in concorrenza con i principali player SVoD come Netflix, Hulu o Amazon Prime Video, solo per citarne alcuni fra i più popolari, ma anche con altri servizi gratuiti che comprendono proprio il mobile tra i vari device utilizzati come veicolo per la visualizzazione, tra cui servizi del calibro di Facebook Watch, Snap Originals, IGTV, Tik-Tok e, naturalmente, YouTube.

Novanta giorni di prova

Dunque, forse anche per la grande capacità manageriale e di influenza esercitata da personaggi come Katzenberg e Whitman, l’iniziativa ha registrato la salita a bordo di star importanti sul fronte delle audience e della popolarità, tra cui spiccano Jennifer Lopez, Chance the Rapper, Idris Elba, Bill Murray, Sophie Turner, Steven Spielberg e Chrissy Teigen, mentre per le “mininews” il materiale viene fornito da Nbc, Bbc, Espn e altri editori di assoluto rilievo. Quibi, però, continua a restare una scommessa tutta da giocare, perché non si tratta di una piattaforma di video on demand qualunque. È stata pensata, infatti, per video brevi, fra sei e nove minuti di durata, realizzati appositamente per gli smartphone. Un’app ideata per fornire a getto continuo i cosiddetti “quick bites”, vale a dire contenuti brevi e agilmente interscambiabili tra show scripted, reality e notiziari, per un’offerta imperniata su due profili: 4,99 dollari al mese, ma con pubblicità, oppure 7,99 dollari al mese nella versione adv-free. Il periodo di prova free, anche in relazione all’attuale emergenza Coronavirus, è stato allungato notevolmente: novanta giorni. Tutto questo mentre l’orizzonte competitivo si sta sempre più ampliando, coinvolgendo sia modelli a pagamento sia proposte fondate sulla pubblicità. Gli ultimi due marchi entrati in lizza sono HBO Max, di AT&T, e Peacock, di Comcast. E limitando le considerazioni soltanto alla nostra realtà italiana, il parco dei competitor di Quibi vede allineati Netflix, Amazon Prime Video, Apple Tv Plus, Tim Vision, NowTv di Sky, Rai Play, Infinity di Mediaset, Dazn, DPlay di Discovery Channel, Chili, Rakuten Tv. E scuse in anticipo se qualcuno è stato dimenticato.