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Reprise certifica il nuovo posizionamento in performance agency

Autore: D Sechi

Gennaro Palma


La sigla digitale di IPG Mediabrands amplia ulteriormente il suo spettro d’azione facendo leva sulle capability consulenziali. L’Head of Reprise Italy, Gennaro Palma, ci spiega la filosofia lavorativa che integra nello studio delle audience sia gli insight provenienti dai motori di ricerca che i social media. Il risultato? Una visione più completa e realistica del customer journey e della relazione tra brand e consumatore

Quanto è cambiato il mondo della comunicazione nell’ultimo lustro? Tanto, probabilmente non è neanche appropriato tornare così indietro nel tempo, neppure di fronte a velleità archeologiche. Si va veloce, pure troppo direbbe qualcuno. Poi, può capitare persino l’anno funesto, quello in cui la crisi diventa l’unico abito possibile, eccolo il 2020 e, gioco forza, anche chi non se la sentiva pochi istanti prima ha dovuto darsi una regolata. E così, tutti i discorsi, socio-psicologici-organizzativi, di un’Italia sovente indietro sulle rotte digitali, e di tutto ciò che ne consegue, devono essere riaggiornati. In tutto questo scorrere di eventi, all’interno di un panorama cangiante, ci sono realtà che sembrano dotate della mitica sfera di cristallo, che paiono presagire il vento del cambiamento, che si premurano prima, che, non proprio popolari, si ritrovano improvvisamente al centro dell’attenzione, senza aver neanche reclamato il celebre quarto d’ora di attenzione. Reprise è la digital agency del colosso media IPG Mediabrands. Nel 2018 lancia un nuovo posizionamento e attua un primo rebranding, nel 2019 si dota di una nuova guida globale, negli ultimi 12 mesi fa un’altra virata, quella decisiva, e diventa a tutti gli effetti una performance agency.

L’offerta

Quale è il menu della casa? Reprise offre questi servizi: Content Creation, Conversion Rate Optimization (CRO), Data and Technology, Digital Marketing, Digital Transformation, eCommerce, Innovation, Measurement and Analytics, Mobile, Organic Social Media, Paid Search (SEM), Paid Social Media, Search Engine Optimization (SEO), Web and Mobile Development, Web Design e User Experience. Un assortimento decisamente ricco ma, come spesso accade, occorre conoscere gli chef, quello che si cela dietro, la filosofia portante. Ne abbiamo parlato con l’Head of della struttura, Gennaro Palma.

A guardare l’offerta, Reprise somiglia a un’agenzia full service: chi siete in realtà?

«Un’agenzia media con uno sguardo di insieme molto più allargato. Ormai da anni ci muoviamo all’interno di un mercato votato all’automazione, ma per renderla efficiente occorre conoscere chi sia il cliente, le sue competenze, gli obiettivi. Ecco perché Reprise ha deciso di mettere l’accento sull’aspetto consulenziale. Nel mercato delle pianificazioni, le due domande principali sono “Dove investo?” e “Quanto mi costa?”. In mezzo a queste due richieste esistono però molti altri touchpoint, che riguardano soprattutto il consumatore, elementi che possono arricchire il contesto, l’offerta, la riuscita di un’operazione. E non solo in campo B2C, ma anche B2B. Studiamo il business del cliente da svariati punti di vista e seguiamo il nostro sistema operativo dedicato, il FLOW OS che ci permette di operare alla dicitura “performance marketing” la necessaria dilatazione semantica».

Questo significa che l’approccio “sinottica-based” ha fatto il suo tempo?

«Direi piuttosto che resta la base di partenza rispetto alla quale le nostre attività appaiono sinergiche e complementari. Ci siamo votati a un’analisi di più ampio respiro. Utilizziamo gli insight provenienti dai Motori di Ricerca per esplorare molto più a fondo un brand, per costruire qualcosa di diverso dal classico approccio sinottico, per esplorare scenari differenti, per sondare la reputazione, la customer journey arrivando alla rappresentazione di quelle che nel nostro Gruppo chiamiamo le HVA, High Value Audience. Abbiamo anche un sistema di certificazione interno che consente una grande coerenza nell’operatività delle nostre varie strutture nel Mondo. Siamo attivi nella certificazione sistematica delle nostre risorse sia sugli strumenti e le practice proprietarie che sulle maggiori tecnologie di mercato. Abbiamo una unit interna che abbiamo chiamato “Integrated Business Services” guidata da Valeria Leuti, che ha sviluppato, tra le altre, l’offering di formazione e certificazione del top e middle management delle aziende clienti. L’obiettivo è, da una parte, quello di aiutare queste aziende anche dal punto di vista della trasformazione digitale e, dall’altra, colmare quel gap di competenze digitali che ci impedisce talvolta di dare il giusto peso ad alcune attività».

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Gennaro Palma

 

E di fronte a un anno come questo 2020, che viene capovolto da cima a fondo e in maniera improvvisa, come ha reagito Reprise?

«Una leva fondamentale dell’ultimo periodo è stata ed è l’e-commerce; in questo senso, abbiamo consolidato la nostra offerta all’interno del mondo Amazon, per il quale operiamo continue analisi e benchmarking degli store e ottimizziamo la presenza dei brand sul Marketplace più famoso al mondo, un tipo di attività che può essere svolta anche su altre piattaforme similari oltre che sulle piattaforme degli stessi clienti. Siamo una delle poche agenzie a fare delle analisi di benchmark in tal senso, diciamo che offriamo un ecosistema di servizi molto completo che ci permette di differenziarci sul mercato».

Avete dei concorrenti precisi?

«In realtà non proprio. Sul mercato si muovono realtà “storiche” in ambito performance media sia internazionali che locali che si occupano di una parte della nostra attività, paid search, affiliation, programmatic, retargeting, o società con una connotazione marcatamente più consulenziale e meno media-centrica. Noi uniamo i campi, siamo una agenzia media che interpreta il media come una parte della consulenza di business, ma che ne padroneggia tutti gli ambiti in maniera innovativa e decisamente solida. Integriamo le modalità più tradizionali di descrizione del target, allo studio dei motori di ricerca e dei social media, consapevoli che non si debba essere vincolati a un solo punto di vista. Possiamo dire con un certo orgoglio che il nostro approccio è unico nel mercato attuale».

Ma l’Italia rimane tv-centrica o no?

«Sì, ma il consumatore è cambiato nel frattempo. Il meccanismo antropologico culturale è simile, sono cambiati i mezzi e gli strumenti di lettura. Rispetto a 10 anni fa, il digital è molto più presente, i target si sono allargati, abbiamo i social, che non sono più solo intrattenimento o relazione, ma vendita, business, sono tracciabili e misurabili. Ecco perché il nostro approccio digitale è olistico, ed è tale anche nel settore degli eventi, che mai come quest’anno hanno bisogno di un sostegno per così dire tecnologico, oppure nel campo dell’influencer marketing dove la misurazione resta per molti clienti un tallone d’achille. Ma è un mercato che esiste, serve e funziona; e allora, facciamo chiarezza, andiamo oltre il giudizio di pancia e, con un lavoro caratterizzato da solidi KPI, facciamo capire, ad esempio, la sovrapponibilità del sistema valoriale di un influencer con quello del brand».

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Avete qualche preferenza, qualche settore di mercato prediletto?

«No e non potremmo permettercelo, noi come le agenzie competitor in un Paese il cui “peso” economico soffre anche la delocalizzazione del marketing di moltissime aziende multinazionali. Lavoriamo su brand mass market con campagne integrate content e media, così come supportiamo numerose realtà con i nostri servizi di SEO Intelligence e Analytics. Abbiamo deciso da oltre un anno di fare un passo avanti nel B2B che rispetto al B2C non gode spesso della stessa attenzione da parte di realtà come la nostra. Eppure il B2B apre strade differenti, consente esperienze e progressi che spesso abbattono le dicotomie interne tra team Marketing e team Information Technology, con il primo che oggi appare molto più forte in termini di potere decisionale».

Qualche numero finale: con quanti clienti lavorate? Che obiettivi avete per questo strano 2020?

«Operiamo con un centinaio di clienti tra diretti e intermediati dalle agenzie del Gruppo. Tra questi ci sono: Transitions, Carlsberg, Fondazione Bracco, Virgin Active, Alfasigma, Mutti, MSD Animal Health e molti altri. Siamo focalizzati non solo sui big spender, ma anche sulle PMI. Sul fronte 2020, un anno che sotto molti punti di vista non ha storia, ma che ovviamente avrà delle ripercussioni, siamo forti del fatto che IPG Mediabrands è stata la realtà media che ha mostrato la crescita più importante in Italia (e non solo) negli ultimi anni. Con uno sguardo al 2021, abbiamo cominciato a presidiare con molta più forza LinkedIn, per certi versi la nostra finestra commerciale primaria, in attesa che il Q4 faccia riaffiorare tutti gli investimenti bloccati per l’emergenza e dia più respiro alla progettualità di medio e lungo termine delle aziende. Certo è che occorrerà avere pazienza con l’inizio dell’autunno, per motivi che tutti conosciamo».


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incarichi e gare

Autore: V Parazzoli - 19/04/2024


Armando Testa vince il bando biennale da 1,5 milioni per l’implementazione del branding e delle attività di promozione turistica di Regione Umbria

È stato aggiudicato ad Armando Testa il bando emesso dalla Regione Umbria per l’affidamento dei servizi per la progettazione e gestione della strategia d’immagine del brand Umbria finalizzati all’implementazione del branding e delle attività di promozione turistica integrata, del valore totale, IVA esclusa, di 1.554.993.44 euro in 24 mesi (777.496,72 per i primi 12 e altrettanti per l’opzione di rinnovo per altri 12). L’agenzia guidata da  Marco Testa ha superato, nell’ordine di classifica frutto della somma tra punteggio tecnico e offerta economica: l’rti di Heads Group con Digical e Dekmatis; l’rti di Studiowiki con DS Tech; LDB; Digitalmakers; e Blossom. Esclusi dopo la valutazione tecnica: l’rti di Deva Connection con Idea Docet, Stimulo Design S1 e Artefice Group; e Pirene. Premesse Obiettivi e Finalità dell’appalto: il quadro di riferimento è costituito dal MTU, Masterplan per il Turismo Umbro, lanciato con l’intento di definire in modo del tutto innovativo una linea di sviluppo integrato dell’Umbria a partire dalla sua eccezionale opportunità rappresentata dal turismo. Il MTU non si limita al settore turistico in senso stretto e tradizionale, ma prevede una fortissima interazione tra tutti gli elementi e le competenze che contribuiscono all’attrattività turistica di un territorio, a partire dalla sua marca e fino alle varie connessioni settoriali che rendono il turismo trasversale ed insieme motore di sviluppo anche molto oltre i suoi effetti diretti. E’ stata pertanto intrapresa una strategia di medio-lungo periodo da cui discendono le tattiche opportune: un’azione integrata che arrechi vantaggi ed economie di scala e di scopo in una serie di attività che in passato hanno sofferto di scoordinamento. A tal fine è stata adottata una marca corporate unica regionale, in grado di ricavare valore per il turismo dalle varie eccellenze di sistema e che sia condivisa il più possibile da vari settori produttivi (turismo, agricoltura cultura, artigianato, trasporti, attività produttive). Nella fase attuale, pertanto, si rende necessario implementare presso il mercato interno e i mercati internazionali il nuovo logotipo unico regionale, nei termini di marca ad “ombrello” che racchiude le varie eccellenze del sistema umbro e valorizzi non soltanto il turismo regionale ma si riveli capace di configurare un’operazione strategica di sistema. Punti di forza I punti di forza distintivi della Marca Umbria che le indagini sinora condotte hanno restituito sono: una Terra dei Cammini nella natura, ricca di Borghi storici ed eventi, famosa per i prodotti enogastronomici. Meritano ulteriore valorizzazione le attività outdoor, il benessere, la lentezza, ecc. Occorre rafforzare il posizionamento sui mercati consolidati (centro Italia e centro-nord Europa in particolare), e al contempo costruire un nuovo e più attuale riposizionamento per il tempo libero, la mobilità lenta, le attività outdoor e plein air, anche mediante una consistente e sempre più incisiva diversificazione di prodotto in tal senso. ll marketing turistico deve cercare inoltre di trasformare l’attrazione naturale delle aree più vicine da escursionismo in prodotti turistici, organizzando tutte le occasioni in modo da facilitare il pernottamento. Nel medio raggio è essenziale giocare sui prodotti connotanti, e cioè quelli basati su attrattori certamente speciali. Perimetro L’agenzia prescelta dovrà pertanto: provvedere alla ideazione creativa e sviluppo per output di campagne declinate sulle stagionalità e sui singoli mezzi off line e online curando la realizzazione di materiali pubblicitari e gli adattamenti degli esecutivi; fornire servizi e produrre materiali di comunicazione finalizzati all’implementazione e alla gestione del branding: realizzazione shooting fotografico, video corporate, spot pubblicitari e video clip; provvedere alla progettazione, redazione testi e realizzazione esecutivi di materiali istituzionali promo-pubblicitari. Nel lungo raggio è necessario muoversi in una logica fortemente selettiva, sugli attrattori in grado di generare prodotti “Star” e cioè irripetibili, di rilevanza mondiale, tali da consentire di affrontare mercati anche molto lontani, eppure sensibili alla specifica rarità. Tra i target attuali sono ancora relativamente rare le offerte “a valore”, in grado di rivolgersi a target più alti della media, e forse anche più giovani, andando verso quelle generazioni che rappresentano la punta di diamante dei comportamenti ed anche dei consumi. Tra gli strumenti occorre operare alcune precise scelte di priorità, che si prestano ad una condivisione con tutti gli attori del sistema. Ad esempio, in una prospettiva “omnichannel” le attività digitali assumono una importanza preminente. Infine, le attività di promo-comunicazione, per essere efficaci, devono incorporare quote crescenti di marketing intelligence, di creatività, di innovazione, passando dai media “comprati”, a quelli “guadagnati”, a quelli “creati”. 

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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