L’analisi di Ad Scorecard, agenzia di Ad Age, in coabitazione con Kantar, fotografa lo stato della spesa dei due contendenti, con il team di Trump in vantaggio su tv e radio
Siamo ormai giunti al Final Countdown delle elezioni presidenziali americane e quindi anche gli investimenti pubblicitari e le conseguenti pianificazioni media stanno raggiungendo il loro clou, o almeno dovrebbero. Ma si sa, il 2020 è un anno controverso, minato dall’emergenza sanitaria, ma anche dalle lune, spesso storte, di Trump. E così, in quella che si è dimostrata una fase intermedia, tra luglio e agosto, il team del presidente uscente che molto aveva speso per assicurarsi gli spazi televisivi migliori in coincidenza con il Labor Day, la campagna repubblicana ha subito uno stop quando Trump ha retrocesso il responsabile della comunicazione, Brad Parscale, e ha consegnato l'incarico a Bill Stepien, con il conseguente ripensamento della strategia.
I democratici
E lo sfidante? La campagna di Biden, nel frattempo, è sembrata a volte stranamente tranquilla, non solo perché il candidato democratico è stato ostacolato dall’impossibilità di svolgere i tradizionali eventi che caratterizzano una campagna in mezzo alla pandemia, ma anche perché la sua non è riuscita a tenere il passo in termini di pianificazioni con quella dell’avversario. Nel frattempo, entrambe le fazioni hanno dovuto decidere cosa fare con una comunicazione divenuta progressivamente sempre più virtuale. Biden ha però estratto il suo asso dalla manica e ha annunciato la sua vice presidente, Kamala Harris, una mossa che non solo ha immediatamente rinvigorito la sua offerta, ma ha spinto Trump a intensificare le sue modalità di attacco (la scorsa settimana, #nastywoman è stato un degli hashtag di tendenza su Twitter dopo che Trump l’ha utilizzato per dileggiare la Harris).
Tre miliardi di dollari
Come si stanno muovendo i due avversari sul fronte pubblicitario? Ad Age, attraverso la sua agenzia Ad Scorecard, ha analizzato la situazione, in collaborazione con Kantar / CMAG, ed è giunta a questi risultati. Al momento, il consuntivo degli investimenti per presidenziali, congressuali e governative ha oltrepassato la soglia dei 3 miliardi di dollari, con più della metà del budget speso per la corsa presidenziale, dovuto in gran parte alle primarie democratiche decisamente costose anche perché dominate da due miliardari, ossia Mike Bloomberg e Tom Steyer. Una cifra che include veicolazioni su tv e radio, oltre alla spesa pubblicitaria digitale su Facebook e su Google.
Nel dettaglio
Trump mantiene il comando negli investimenti televisivi e radiofonici, prenotati dal 17 agosto fino al giorno delle elezioni, con 179,6 milioni, mentre il Team Biden ha 81,1 milioni. La spesa pubblicitaria totale (tv e radio) per il Senato si sta invece avvicinando al miliardo. In tutto questo, i repubblicani hanno speso 463 milioni di dollari e i democratici 442,2 milioni di dollari. Per le gare house, la spesa pubblicitaria è di 419,1 milioni (223,4 milioni dai Democratici e 192,3 milioni dai Repubblicani). La spesa pubblicitaria totale per le gare governative è di 161,6 milioni, con i repubblicani che mantengono un leggero vantaggio sui Democratici (80,8 milioni contro 80,2 milioni).