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Hearst, riorganizzarsi per vivere meglio

Autore: D Sechi

Simona Zanette


La casa editrice ha recentemente varato un aggiornamento della propria struttura in chiave digital. L’A.D. di Hearst Digital Simona Zanette ci racconta i segreti di un settore che se vuole continuare ad affermarsi deve reinventarsi, ma sempre con il focus sui contenuti

Se le certezze ti abbandonano sul più bello, non perdere tempo, creane di nuove. Che si tratti di un vecchio detto di un misterioso saggio perso nella notte dei tempi, o il messaggio contenuto in un cioccolatino, scritto da un giovane saggio, è la verità, anche gioco forza. Soprattutto in un anno, il 2020, frastornante ed epico allo stesso tempo. Se lavori nel campo dell’editoria e come tutti o quasi aggiorni i meccanismi risaputi rendendoli moderni e multimediali, non puoi tirarti indietro. Da qui a creare qualcosa di vantaggioso, performante, addirittura oltre le aspettative ce ne passa. A quel punto ci vogliono anche determinate capacità. Hearst, che si era mossa per tempo, aggiornandosi in chiave web, come pure nella proposizione dei propri contenuti con altre modalità (leggi “eventi”), il 10 marzo si è trovata spiazzata, come tutti, ma poi ha preso la palla al balzo e ha dato un’ulteriore svolta alla propria struttura organizzativa digital.

I numeri dicono sì

Un progetto avvalorato anche dalle previsioni di crescita di fatturato fra il 28 e 30% nel secondo semestre 2020, rispetto allo stesso periodo 2019. Grazie soprattutto all’avanzare dei progetti speciali, del programmatic direct e del bacino video, il fatturato digital ora si attesta oltre al 30% della raccolta pubblicitaria totale, con risultati positivi per tutti i brand del gruppo: Elle, Marie Claire, Elle Decor, Esquire, Cosmopolitan e Harper's Bazaar.

Le ultime novità

Sono tre le novità della casa editrice: la creazione di un'area Global Luxury & Fashion Brands Digital composta da Elle, Esquire e Harper’s Bazaar, affidata ad Alan Prada sempre direttore di Esquire e di Harper's Bazaar, e ora anche gestore del digital Elle. A proposito di Elle: grande crescita del traffico, culminata nell’evento virtuale Elle Active!, con 15mila utenti registrati e oltre due milioni di reach nella giornata di sabato 7 novembre. Alan Prada, viene affiancato da Barbara Digiglio, Managing Editor Global Luxury & Fashion Brands Digital. La seconda novità riguarda Paola Di Marcantonio, a cui si deve il successo di audience del sito e dei social media di Elle, chiamata ora a una nuova sfida come Director di Cosmopolitan Digital, il brand Hearst punto di riferimento per i target femminili 18-35. Cosmopolitan proseguirà il proprio sviluppo social iniziato negli ultimi due anni, che ha visto anche il lancio del marchio su TikTok. Viene inoltre costituita un’area video e visual, per poter rispondere alla crescita di domanda di pre-roll da parte dei clienti. Nasce un desk centrale ad hoc, specializzato nella produzione e distribuzione video editoriali. Al suo comando è chiamata Valentina Ciannamea, che lascia la responsabilità del sito di Cosmopolitan e assume la carica di Visual Desk Managing Editor.

L’arte del contenuto

Cosa c’è dietro questa riorganizzazione? Qual è lo spirito che alimenta il cambio di marcia di Hearst? A raccontarcelo ci ha pensato l’Amministratore Delegato di Hearst Digital Simona Zanette.

Che significato ha questo nuova riorganizzazione che parte e si consolida in ambito digitale?

«È come una formula che mette insieme la produzione del contenuto, storico, classico, ma la lega alle innovazioni tecnologiche. Nulla sparisce in ambito comunicazione, anche se spesso si sente dire il contrario, piuttosto si riaggiorna, si ridisegna. I contenutiti e le piattaforme che via via li ospitano si evolvono. Prediamo il caso di Cosmopolitan, nato per raccontare le giovani generazioni, che chiaramente sono differenti rispetto a qualche anno fa. E allora, oggi, come ieri, serve avere il polso della situazione su uno scenario, su un tema, su un mercato, anche all’interno dello stesso produttore di contenuti. Da qui deriva il costante inserimento di forze fresche, di giovani talenti, una strategia, un modus operandi tipico di Hearst. E qui si inserisce anche il discorso dell’adattamento, del reinventarsi, divenuto un obbligo in questo 2020. Siamo riusciti, in questi mesi, a interagire da remoto, con modelle, fotografi, registi, sparsi ovunque, dall’Europa all’America».

Da cosa siete partiti per arrivare a questo nuovo aggiornamento?

«Da quello che avevamo in casa. Dal grande successo che caratterizza Elle, tra carta, rete, l’evento dello scorso 7 novembre, online dopo quattro edizioni “fisiche”, che ha funzionato, oltre le aspettative. Ma anche il citato Cosmopolitan, che unisce una guida sicura di Paola Di Marcantonio a un team di giovani. E poi, ancora: il mondo video, una diversa esplosione di contenuti, di possibilità commerciali, dal quale abbiamo fatto scaturire un Team, guidato da Valentina Ciannamea».

Torniamo indietro, a quei giorni di marzo: eravate fiduciosi?

«Il 10 marzo eravamo convinti che ce l’avremmo fatta, ma non fino a questo punto. Volevamo replicare il 2019, una missione che non sembrava certo agevole. Invece siamo riusciti ad andare oltre».

Sono però venuti a mancare gli eventi…

«Lo scorso gennaio inaugurammo la divisione Hearst Live, con un calendario serrato, ovviamente nulla è andato come ci eravamo prefissati. Il settore è in stand by, tornerà, anche nella sua dimensione fisica, ma intanto saranno nate nuove possibilità, implementazioni tecniche, mix inediti tra web e presenza concreta. Ci siamo fatti sentire e vedere, soprattutto con due grandi appuntamenti, a giugno e novembre».

Su cosa state puntando, cosa state cercando, chi?

«Una maggiore sostenibilità nella produzione di contenuti e di iniziative commerciali, con ottimizzazione in fase di pre-shooting e un utilizzo sempre più preciso e ragionato di piattaforme digital. Lato risorse umane: cerchiamo figure editoriali con profili multimediali, con capacità nel visual, in sede di montaggio, di motion graphic. E poi, oggi come oggi il dato comanda, e allora spazio agli analyst del settore, a chi riesca a tirare fuori la poesia dai numeri».

Da tempo si stente dire in giro che l’editoria abbia le ore contate o che forse siano persino finite…

«Non è vero. Quello che conta è sempre il contenuto, sia esso legato all’intrattenimento sia all’informazione. Un contenuto che evolve, guardando ai trend, ai tempi, al progresso. Ci fu un tempo in cui passammo dalle carrozze alle auto, non sparirono certo i cavalli. Non confondiamo il supporto con il contenuto, continuiamo a produrre, a firmare, a cambiare saranno i supporti».

Chi sono i vostri lettori, a chi vi rivolgete?

«Se volessimo fare un discorso di puro target, direi che le nostre lettrici, perché noi ci rivolgiamo soprattutto alle donne, avendo un solo maschile, Esquire, hanno tra i 25 e i 54 anni. Ma c’è di più, una questione di spirito, dal quale abbiamo fatto scaturire anche il nostro nuovo claim “Vivere meglio”, con Hearst».


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 22/04/2024


L’Istat cerca partner per creatività e planning a supporto dei censimenti economici permanenti; l’appalto vale 2,6 milioni di euro in tre anni

Consip ha avviato una gara per affidare le campagne di comunicazione integrate a supporto dei censimenti permanenti per Istat. Il valore dell’appalto è di 2,64 milioni di euro al netto dell’iva. L’incarico è di 3 anni e, in particolare, riguarda le campagne a supporto del censimento permanente della  popolazione e delle abitazioni e dei censimenti permanenti economici (imprese, istituzioni pubbliche, istituzioni non profit, agricoltura), previsti dall’Istat nel triennio 2024–2027, nonché una campagna generalista dedicata alla valorizzazione dei censimenti da svilupparsi nell’ambito delle celebrazioni del centenario dell’Istat che si terrà nel 2026. L’agenzia sarà incaricata sia dell’ideazione creativa che della strategia e pianificazione media, oltre che delle attività web, dei social e della gestione delle pr. Il budget media complessivo per tutta la durata del contratto, incluso il placement, è di massimo 850.000 euro (iva esclusa). Il termine per presentare le offerte è il 28 maggio. Obiettivi Le singole campagne dovranno, in un’ottica integrata, implementare la strategia comunicativa sui Censimenti permanenti per perseguire i seguenti obiettivi generali: informare sulle diverse modalità di svolgimento delle operazioni censuarie e sulle novità di ciascuna edizione; favorire la più completa, corretta e tempestiva partecipazione dei rispondenti alle operazioni censuarie; garantire a ciascun Censimento visibilità, riconoscibilità e memorabilità; sostenere la piena riuscita di ciascun Censimento promuovendo la condivisione degli obiettivi specifici con i rispondenti e con i potenziali utilizzatori dei dati; sperimentare azioni, strumenti e linguaggi innovativi, che consentano di raggiungere pubblici più ampi possibile; essere «in ascolto» e flessibile per reindirizzare messaggi e azioni; rispondere ai perché e ad eventuali criticità che potrebbero insorgere nel corso delle diverse rilevazioni (communication crisis management); promuovere la restituzione dei risultati di ciascun Censimento, valorizzandone il grande potenziale conoscitivo e la loro utilità, e assicurando una continuità narrativa sui censimenti tra una rilevazione e l’altra; costruire e rafforzare alleanze/partnership con stakeholder, utilizzatori esperti, istituzioni, comunità scientifica, media e altri attori dei censimenti, con azioni mirate di pubbliche relazioni, promuovendo attività di engagement e di endorsement; consolidare la narrazione di tutti i Censimenti permanenti come un sistema integrato di rilevazioni in grado di assicurare al Paese un patrimonio informativo più ricco e tempestivo e di garantire un risparmio economico e una riduzione del carico sui rispondenti, in linea con i più innovativi standard internazionali;  evidenziare il ruolo dell’Istat sia come produttore di informazioni e analisi puntuali utili alla collettività e al Paese, sia quale ente con una visione orientata all’innovazione, al fine di rafforzare la reputazione e notorietà dell’Istituto; rafforzare la fiducia dei cittadini nell’istituzione e nella informazione statistica ufficiale e l’importanza di una partecipazione consapevole e attiva alle rilevazioni statistiche ufficiali. 

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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