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Ascolta e impara: il pianeta dell’audio avanza, il caso GOODadd

Autore: D Sechi

Marcello Pozza


La fresca storia di una creative factory operante nell'ambito del Marketing & Comunicazione, specializzata nella realizzazione di branded podcast, digital audio advertising e company podcasting a supporto della comunicazione interna aziendale e delle strategie di content marketing. Ce ne parla il CEO e founder Marcello Pozza

Assediati da immagini, colori, sovrastati da colori rutilanti, da movimenti, da istantanee e da filmati, nonché da vecchi saggi che, in quanto tali, la sanno lunga e sono anni, decenni che parlano, troppo, di civiltà dell’immagine, di cultura dell’apparenza, di dittatura del look. Al di là dei consueti moralismi, che permeano e raccontano la società, quando …è troppo è troppo. La legge dell’inflazione si abbatte su tutto e tutti, non guarda in faccia nessuno, oggi tocca a me e domani a me. E le voci girano: una delle ultime è quella di Nielsen, la cui recente ricerca dedicata alla credibilità dei media ha visto trionfare la radio! L’audio, come nel 1935. Ma non cominciate a brindare cari passatisti senza aver fatto i conti con l’oste, mister Digital, che tutto fa riaffiorare, ma sotto altre vesti, con prerogative e obiettivi debitamente riaggiornati. Oggi, ma anche l’altro ieri a dirla tutta, audio vuol dire audiobook e podcast, quest’ultima che somiglia sempre più alla parola d’ordine per aprire nuovi scrigni colmi di chissà quali tesori.

Occorrono però dei codici per riuscire a padroneggiare questa nuova realtà che pare nuovissima in Italia, ma che altrove sta producendo fatturati milionari. Il classico ritardo tricolore, ma le cos stanno cominciando a cambiare. Come? Dove? Chi? Ce lo siamo fatto raccontare da Marcello Pozza, CEO e founder di Goodadd.it

GOODadd, come un saluto di benvenuto: siete stati ben accolti nel mondo dell’audio?

«Direi proprio di sì. Siamo dentro dal 2018 con la nostra creative factory operante nell'ambito del Marketing & Comunicazione nata da GOODmood (editore digitale leader in Italia nella produzione di audiobook, con oltre 1.300 titoli distribuiti, di cui 700 produzioni proprietarie originali) e specializzata nella realizzazione di branded podcast, digital audio advertising e company podcasting a supporto della comunicazione interna aziendale e delle strategie di content marketing. La nostra è una storia ultra decennale. Le origini sono radiofoniche, risalgono agli anni 80, epoca in cui ancora si producevano programmi, mentre oggi si fa fatica a creare qualcosa di fresco innovativo. Poi, nel 1990, la partenza di PushPull, con la Gialappa’s Band e il palcoscenico delle notti magiche di Italia 90, con le cronache irriverenti del trio che si apprestava a divenire celeberrimo. Seguirono tante produzioni nel ramo audio-video, con personaggi fondamentali per la comunicazione italiana, come Carlo Massarini, per citarne uno. Due anni fa, la nascita di GOODadd che, grazie al suo team altamente qualificato, composto da storytellers, speakers, interpreti, scrittori e giornalisti e le sue quattro sale di registrazione, tra Milano e Padova, gestisce tutti gli aspetti della creazione di un podcast (dall’editing del testo alla registrazione delle voci e la regia, passando per l’audio editing, il sound design, mix e mastering) e fornisce, proprio attraverso questo media contenuti di intrattenimento, formazione e informazione chiari, veloci e pratici».

Può farci qualche esempio?

«Abbiamo prodotto recentemente un podcast dedicato alla vita di Claudio Piani, giovane avventuroso che, un bel giorno, ha deciso di fare armi e bagagli e partire. Si intitola “Il Vagabondiario” ed è stato inserito da Vanity Fair tra i cinque migliori esempi di racconto audio dedicato ai viaggi. “Due mani in più” è invece un progetto di delivery per persone non autosufficienti di Coop Lombardia che nel solo periodo di lockdown ha effettuato oltre 40 mila consegne a domicilio a Milano, Novate Milanese e Sesto San Giovanni. Sono nati tre podcast che vedono protagoniste proprio queste persone, i loro racconti, le loro difficoltà, le speranze, la gratitudine. Non è stata la nostra prima volta nel sociale: siamo stati i primi in Italia ad aver prodotto una serie podcast per la comunicazione medico-scientifica rivolta ai medici di medicina generale, operatori sanitari, pazienti e caregivers insieme a Nestlé Health Science. E ancora: “3 Fattori”, il progetto audio di Mariangela Pira, nota giornalista di Sky 24, esperta di economia, tema raccontato con un linguaggio semplice e avvincente».

Dall’alto della vostra esperienza, quali soni i punti cardine sui quali basare la riuscita di un progetto di podcast?

«Prima di tutto, occorre conoscere bene la materia che si sta trattando; l’improvvisazione non paga, avere prima uno schema ben preciso; curare meticolosamente la parte tecnica; avere un sound design di ottimo livello».

Si può parlare di espansione di un nuovo media?

«Sì. Sta accadendo la stessa cosa che avvenne 15 anni fa con l’apparizione di YouTube: improvvisamente apparve una moltitudine di nuovi produttori video. Ora sta accadendo la stesa cosa con l’audio».

In quali settori vi trovate più a vostro agio e quali tipi di mercato vi piacerebbe approcciare?

«Lavoriamo bene con GDO, con il mondo scientifico, che si sta un po’ liberando da pastoie legate a pregiudizi. Pensi che fino a qualche anno fa, in Italia, l’audiobook era associato alla realtà dei non vedenti, quindi era considerato un prodotto paramedicale. La prima volta che sbarcammo in America, era il 1987, gli scaffali delle rivendite di dischi erano colmi di audiobook, e stiamo parlando di 33 anni fa. In Germania, nel 2019 il fatturato legato a questo prodotto è stato di 180 milioni di euro, da noi, fino a un paio di anni fa non si superava il milione. Ora le cose stanno cambiando, grazie all’opera di aziende quali Audible e Storyteller. Riguardo i possibili interessi futuri, la moda da sentire e non più solo da guardare sarebbe una grande sfida. In USA accade da tempo, un esempio in questo senso è rappresentato da Gucci».

Il segreto è allora sapersi raccontare?

«Esattamente. Le faccio un altro esempio: abbiamo prodotto, in inglese, la biografia del signor BATA, proprio lui, il signore dietro il celebre marchio di calzature. Una storia affascinante, per un brand dalle dimensioni internazionali che viene però considerato autoctono. In molti pensano sia italiano, in India sono convinti che sia indiano. Una grande intuizione».

Il podcast però oggi esiste soprattutto in quanto legato a una dimensione aziendale…

«Se parliamo di fatturati sì, in attesa che lo spettro si allarghi. Oggi funzionano a grandi livelli le iniziative di branded content. Un altro esempio: nel 2008, convincemmo la Fiat a presenziare al Salone del Libro, con un progetto unico: “Libri in auto”. In pratica, l’utente saliva su una Fiat e poteva ascoltare un audiobook. Una primigenia attività di branded audio».

Un 2020 che per molti versi non farà testo, prima però c’è stato il 2019…

«Che abbiamo chiuso con un fatturato di 1,5 milioni di euro. Cifre difficilmente replicabili quest’anno. Ma intanto, a settembre saremo protagonisti di due novità, ossia la produzione di due serie originali. Un nuovo passo nel mondo dell’audio».


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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