Ieri il consiglio di amministrazione della CIR che detiene la maggioranza dell’azienda editoriale per valutare la proposta avanzata dalla finanziaria della famiglia Agnelli-Elkann
Il Gruppo GEDI passa di mano. Per le notizie che hanno animato lo scorso fine settimana era attesa una conferma dall’esito del consiglio di amministrazione della CIR, che doveva accettare la proposta proveniente dalla Exor relativa all’acquisizione dell’azienda editoriale cui fa capo, tra gli altri, la Repubblica. Attualmente, la finanziaria della famiglia De Benedetti è presente in GEDI con una quota di maggioranza del 43,8%%, mentre la quota che fa capo alla holding guidata da John Elkann è del 5,99%. Gli altri azionisti sono Giacaranda Falck e Carlo Perrone, con quote di poco superiori al 5%; il resto appartiene al mercato. E proprio il delisting sarebbe al centro dell’operazione, per poter procedere a una riorganizzazione più agevole del portafoglio di mezzi in pancia al Gruppo GEDI: la Repubblica, La Stampa, Il Secolo XIX, L’Espresso, 13 testate locali, e le emittenti Radio Deejay, Radio Capital e m2o, per un fatturato complessivo di 441,5 milioni di euro al 30 settembre 2019, e risultato netto negativo per 18,3 milioni di euro. Intanto, ieri GEDI ha formalizzato la vendita del proprio 30% in Persidera a F2i TLC 2 e a Ei Towers.
Nessuno spezzatino
A proposito del progetto di ristrutturazione che seguirebbe alla presa di controllo della famiglia Agnelli-Elkann, nei giorni scorsi fonti vicine alla Exor hanno fatto sapere che non è previsto alcuno spezzatino del portafoglio, e nello specifico non sono previsti lo scorporo de la Repubblica, o la vendita delle radio. Sfumerebbe quindi l’ipotesi della cessione del quotidiano diretto da Carlo Verdelli a Carlo De Benedetti e a una sua eventuale fondazione. Secondo quanto rivelato nei giorni scorsi, il progetto di trasformazione della GEDI sarebbe improntato a ‘stabilità e rispetto dell' indipendenza redazionale’, senza cedere a ‘suggestioni nostalgiche’, ma ‘proiettato al futuro’ cogliendo alcune opportunità, come i vantaggi offerti dalla rivoluzione digitale, e completando l’integrazione organizzativa all’interno di GEDI garantendo, appunto, l’autonomia redazionale e senza vendere testate.
L’ipotesi Carlo De Benedetti
Lo scorso ottobre Carlo De Benedetti aveva annunciato di voler riprendere le redini del quotidiano la Repubblica attraverso la propria controllata Romed con un’offerta di 39 milioni di euro, che già la CIR aveva bollato come ‘irricevibile’ in quanto inadeguata. Secondo quanto emerso rispetto ai progetti di Exor, l’eventuale cessione di testate non è prevista, per cui al momento il ritorno all’editoria militante dell’ex presidente onorario di GEDI – Carlo De Benedetti ha rinunciato alla carica a fine ottobre – sembrerebbe rimandato a data da destinarsi. All’epoca dell’offerta, Carlo De Benedetti aveva chiesto del dimissioni dei consiglieri di GEDI – tra cui i figli Marco, presidente, e Rodolfo De Benedetti – fatta eccezione per Carlo Perrone e John Elkann: che adesso si vuole prendere il Gruppo.