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GEDI: la ridiscesa in campo di Carlo De Benedetti piace al mercato, titolo azionario in crescita del 15,8%

Autore: Redazione

Carlo De Benedetti


La proposta è arrivata venerdì scorso attraverso la controllata dell’ex editore Romed ma la CIR l’ha respinta come “manifestatamente irricevibile”; guerra aperta con i figli Marco e Rodolfo

Il Gruppo GEDI “vola” a piazza Affari dopo l’annuncio di Carlo De Benedetti di voler riacquistare il controllo dell’azienda editoriale con l’acquisizione delle quote detenute dalla CIR. In una giornata come quella di ieri in cui la Borsa di Milano non ha brillato, chiudendo con un calo dello 0,3%, il titolo GEDI è andato forte tutto il giorno tanto che è stato anche sospeso per eccesso di rialzo; per poi concludere la sessione con una quotazione di 0,29 euro, 0,04 euro circa in più rispetto a venerdì e in crescita del 15,8%. Tutto merito probabilmente del progetto di De Benedetti padre di ritornare a fare l’editore, dopo aver consegnato le redini del Gruppo GEDI, e della CIR che lo controlla, ai figli Marco, presidente della casa editrice di Repubblica, e Rodolfo che presiede la holding di famiglia.

L’offerta di De Benedetti

Lo scorso venerdi 11 ottobre attraverso la propria controllata al 99% Romed, Carlo De Benedetti ha presentato un’offerta di acquisto cash per il 29,9% delle azioni GEDI, al prezzo di 0,25 euro ad azione, vale a dire il prezzo di chiusura del giorno precedente. L’obiettivo dell’iniziativa, ha dichiarato lo stesso De Benedetti, è “rilanciare il Gruppo al quale sono stato associato per lunga parte della mia vita e che ho presieduto per dieci anni, promuovendone le straordinarie potenzialità. “È chiaro che conoscendo bene il settore, mi sono note le prospettive difficili, ma credo che con passione, impegno, consenso e competenza, il Gruppo possa avere un futuro coerente con la sua grande storia”. Ma CIR non ci sta, rifiutando l’offerta che ha bollato come “manifestatamente irricevibile”. L’operazione, del valore di 39 milioni di euro, non sarebbe stata concordata e non terrebbe conto né del premio sul valore di Borsa né delle minoranze di mercato. Per CIR l’offerta sarebbe “del tutto inadeguata a riconoscere a CIR e a tutti gli azionisti il reale valore della partecipazione e ad assicurare prospettive sostenibili di lungo termine a GEDI, aspetto sul quale CIR si è da sempre impegnata”.

I retroscena

Secondo le ricostruzioni stampa, Carlo De Benedetti – che avrebbe anche chiesto le dimissioni dei consiglieri della società editoriale con l'eccezione di John Elkann e Carlo Perrone – avrebbe fatto questa mossa a seguito delle voci sulla cessione della società che edita Repubblica, La Stampa e Il Secolo XIX. Tra i possibili acquirenti si era parlato di Xavier Niel di Iliad che nel 2010 ha comprato la maggioranza di Le Monde, e di Vivendi. Più probabile però l’ipotesi che riguarda il manager Flavio Cattaneo, il quale la scorsa primavera aveva offerto 37 centesimi per azione insieme a Peninsula e a un altro investitore. Inoltre, ci sarebbe il progetto di scorporare i quotidiani locali e La Stampa, mentre non ci sono progetti noti rispetto ai brand radiofonici Radio Deejay, Radio Capital e m2o. Relativamente all’offerta del padre, Rodolfo De Benedetti ha dichiarato di essere profondamente amareggiato e sconcertato per l'iniziativa del padre «il cui unico risultato è creare un'inutile distrazione di cui non si sentiva proprio bisogno». Ma Carlo ha replicato: "Trovo bizzarre le dichiarazioni di mio figlio Rodolfo. È la stessa persona che ha trattato la vendita del gruppo L'Espresso a Cattaneo e Marsaglia (di Peninsula, ndr). La gestione sua e di suo fratello Marco ha determinato il crollo del valore dell'azienda e la mancanza di qualsiasi prospettiva, concentrandosi esclusivamente sulla ricerca di un compratore visto che non hanno né competenza né passione per fare gli editori. Ha distrutto valore negli ultimi anni. Nonostante l'età, ho passione e idee per istituzionalizzare il gruppo, assicurandogli un futuro di indipendenza e autonomia".


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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