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#SocialCom19, come si sviluppa la comunicazione al tempo dei social

Autore: Redazione

Benedetta Rossi


Un grande successo anche per la quinta edizione dell’appuntamento dedicato all’analisi del rapporto tra social media, comunicazione e informazione che si è tenuto ieri a Roma, alla Camera dei Deputati

Un grande successo anche per la quinta edizione dell’appuntamento dell’anno con il mondo dei social #SocialCom19 - La Comunicazione al Tempo dei Social, il convegno dedicato all’analisi del rapporto tra social media, comunicazione e informazione che si è tenuto ieri, a Roma, alla Camera dei Deputati, alla presenza di oltre 300 partecipanti, seguito da remoto grazie alla diretta streaming sulla web tv della Camera e al centro del dibattito sui social, entrando nella classifica dei Twitter Trend.

Il dibattito

Ad aprire il dibattito il Presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico. Il Presidente ha sottolineato quanto “Oggi più che mai bisogna porre accanto alla parola comunicazione la parola etica. L’evoluzione della comunicazione permette di guardarci allo specchio come società nel suo insieme. I social network hanno creato un filo diretto con le persone” ha proseguito Fico, “la comunicazione istantanea ha un enorme potere e potenziale che va impiegato con responsabilità. Comunicare non può diventare ansia propagandistica, è una questione di rispetto alla base del nostro vivere civile soprattutto per chi ricopre incarichi pubblici”. Si è poi discusso di “potenziali monopoli informativi” con Roberto Rustichelli, Presidente dell’Autorità Garante per la Concorrenza e il mercato a un incontro insieme all’ex Presidente Antitrust, Antonio Catricalà, moderati dal giornalista Tullio Camiglieri.

Una grave distorsione

“Fino a qualche anno fa, quando si parlava di paradisi fiscali, si pensava a Panama, alle isole Cayman o alle isole Vergini. Oggi non occorre andare tanto lontano: questi paradisi fiscali si trovano in Europa e usano l’euro”. È quanto ha detto Roberto Rustichelli: “Sul piano della concorrenza fiscale - ha aggiunto - ci troviamo di fronte a una distorsione estremamente grave, che mina l’idea stessa di una Europa solidaristica. Da pochi giorni Paolo Gentiloni è stato nominato Commissario Europeo per l’Economia e a lui rappresenterò quanto prima il rischio che stiamo correndo, se continueremo a tollerare simili distorsioni”. Antonio Catricalà ha aggiunto: “gli strumenti digitali, come ad esempio i contratti a distanza, sono opportunità infinite, ma anche pericolosissime”.

L’importanza dell’informazione

Il focus si è poi spostato sull’importanza dell’informazione nel garantire la qualità delle democrazie. Ad aprire il panel il Sottosegretario Andrea Martella, che ha dichiarato: “Allenare le nuove generazioni è una componente fondamentale dell’insegnamento dell’educazione civica, rappresenta il principale antidoto contro le fake news”. A spezzare una lancia per i giovani giornalisti, la già Presidente della Camera Laura Boldrini: “Retribuzioni adeguate per garantire qualità del lavoro e futuro dignitoso ai lavoratori del settore”. Giovanni Donzelli, invece ritiene “che non si debba ritenere finita la fase di evoluzione dei social network. Per questa ragione, la classe politica dovrebbe fare una riflessione più generica per una regolamentazione al passo con i tempi”. La Viceministro Anna Ascani ha posto l’accento sul compito della politica: “Dobbiamo imparare dai giovani che la realtà è un tutt’uno col virtuale, ma dobbiamo spiegargli che quello che accade sui social non è frutto del caso ma di scelte di qualcuno; e che quel qualcuno deve essere chiamato a rendere conto. Questo deve essere il compito della politica”. Il Presidente della Commissione Bilancio alla Camera, Claudio Borghi, ha analizzato l’importanza di interagire con i followers, essendo lui molto attivo su Facebook: “Cerco di interagire con la mia community, circa 70mila follower, rispondendo a tutti. Per un politico, crearsi una community è fondamentale“. Ha concluso il panel Antonio Palmieri, Deputato di Forza Italia, esperto di comunicazione digitale del partito: “La comunicazione ai tempi dei social: qualità, eesponsabilità, libertà. Tutto sembra comunicazione, ma poche cose lo sono realmente. Anche nell’epoca della disintermediazione l’autentica informazione è sempre comunicazione se trasmette “qualità, energia, movimento”, se “mette in comune” per costruire una discussione, un sapere, una cultura”. Prima della pausa, l’ultimo panel ha visto a confronto Tommaso Longobardi e Flavio Alivernini, protagonisti della comunicazione politica su schieramenti opposti. Alivernini ha spiegato che “Le sfide che attendono la comunicazione politica di sinistra partono dal ripensamento e dalla riformazione delle identità che l’hanno caratterizzata storicamente”. Tommaso Longobardi ha replicato che “Non si può parlare di comunicazione di sinistra in maniera univoca. La comunicazione politica di sinistra è molto frammentata. Sarei d’accordo ad una legge sulla rimozione dei contenuti illeciti entro ventiquattro ore, come succede in Francia e Germania”.

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Massimo Giannini

 

Tutto gratis

Nella sessione pomeridiana hanno aperto i lavori i direttori di giornali, nel panel “Il giornalismo al tempo della narrazione tra disintermediazione e certificazione delle fonti.” Peter Gomez, Direttore de ilfattoquotidiano.it, ha affrontato il rapporto tra giornalisti e social: “Per noi giornalisti i social sono fonti di informazione straordinaria. I social sono delle fonti di informazione importantissime. Giornalismo è far sapere qualcosa che qualcuno non vuole che si sappia o che si faccia. Il 90% di quello che leggiamo sui giornali lo abbiamo già letto gratis. Per questa ragione, per fare la differenza i giornali devono organizzarsi per avere notizie in esclusiva”. Federico Ferrazza, Direttore di Wired, ha spiegato che “Non possiamo trascurare il fatto che prima l’informazione veniva venduta e ora è gratis. È cambiato completamente il modello di business per le imprese dell’editoria. Io non credo che dietro ad alcuni fenomeni la risposta sia tutta nel digitale. Il caso #M5S ne è dimostrazione. Il partito ha vinto in luoghi poco digitalizzati. Credo che si debba smettere di pensare che le #fakenews nascano dai social network. Ci sono casi che dimostrano che le fake news nascono sui media tradizionali come il caso dei vaccini e l’autismo, nato su una testata medica”. Massimo Giannini, Direttore di Radio Capital, è intervenuto ricordando che “il web, oltre a essere è un luogo dove si amplifica il sapere, è anche il luogo dove vengono moltiplicati gli stati d’animo come l’invidia e il rancore attraverso l’algoritmo che non è neutrale”.

L’intervista

Poi, spazio all’intervista al Ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova, realizzata dal Direttore del TG2, Gennaro Sangiuliano. Il dialogo ha toccato un tema molto caro al Ministro: “Le accuse della rete durante la Vertenza Ilva mi hanno ferita. Mi hanno accusata di distribuire tumori, di far parte di una lobby e tanto altro. Spesso dietro questi comportamenti ci troviamo di fronte a tanta solitudine. Non tutti possiamo utilizzare i mezzi allo stesso modo. Chi svolge una funzione di rappresentanza non può avere lo stesso livello di sportività quando utilizza i social. Come rappresentanti politici - ha concluso -, abbiamo una forte responsabilità sociale. Non dobbiamo alimentare in modo violento il dibattito”.

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Peter Gomez

 

Spazio alle aziende

È arrivato, poi, il momento del panel dedicato alle aziende. Fabio Ventoruzzo, Vice President Reputation Institute, ha affermato che “Oggi tutte le discussioni sono polarizzate. Ci troviamo in una situazione in cui il consumo di informazioni è superato. L’obiettivo della comunicazione delle aziende è quello di coinvolgere le persone su quello che stanno facendo”. Diego Ciulli, per Google, si chiede: “Un nuovo capitalismo sostenibile nasce dai social? Se per social intendiamo industria tecnologica, direi di sì. Le persone sono consapevoli che hanno il controllo dei loro dati personali online e noi di Google Italia lavoriamo per accrescere questa loro consapevolezza. Lo sforzo di educazione civica digitale è uno sforzo collettivo”. Francesca Chiocchetti, di Samsung, ha sottolineato:“Per noi la sicurezza è un topic fondamentale. Per questo abbiamo creato una piattaforma e lanciato una campagna social su questo tema. Il nostro approccio social ha come obiettivo quello di trasmettere ai nostri consumatori i nostri valori”. Laura Bononcini infine, per Facebook Italia, ha commentato così: “Facebook non è un giornale, ma non possiamo più dire che siamo solamente una piattaforma. In qualsiasi momento un utente su Facebook può capire perché sul news feed vede un contenuto piuttosto che un altro e ciascun utente può scegliere se ritenere quel contenuto gradito oppure no”.

Il ruolo degli influencer

L’ultimo panel dell’evento è stato dedicato al ruolo degli influencer. Il primo a prendere la parola è stato Rudy Bandiera, di Net Propaganda: “Negli anni si sta arrivando verso una direzione comune, verso una nuova consapevolezza. Le regole per essere definito influencer sono: avere un numero di follower importante, disporre di canali autorevoli dai quiali si pubblicano, o vengono ripresi, i contenuti, ed essere credibili”. Federico Palmaroli, de Le Frasi di Osho, ha stimolato ulteriormente la platea: “Spesso, quando pubblico le mie vignette, sono costretto a cancellarle perché nonostante la mia sia satira ed ironia si scatenano conversazioni incontrollabili. A volte rinuncio a fare satira su qualcosa proprio per evitare che possano generarsi conversazioni inappropriate”. Salvatore Aranzulla ha parlato, poi, del grande successo del suo sito: ”Su aranzulla.it abbiamo fatto una scelta: manteniamo in costante aggiornamento gli articoli già esistenti. Questo è un lavoro anti economico che non viene fatto da nessuna testata italiana, ma la qualità, nel tempo, premia sempre. Non diamo informazioni per sentito dire. I nostri contenuti sono affidabili, di qualità, e cerchiamo di essere indipendenti dagli inserzionisti. C’è una responsabilità nel guidare gli italiani attraverso 12mila guide”. E Benedetta Rossi, di Fatto in casa da Benedetta, in estrema sintesi ha detto: “La mia forza comunicativa è l’autenticità”. Ha concluso il panel, e anche l’evento, l’intervento di Benedetto Motisi, di SEMrush: “La reputazione è la nuova valuta internazionale. Chi ha un ruolo influente sulla rete deve convivere con quelle che sono le conseguenze delle proprie azioni sia positive, sia negative”.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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