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Più Droga per tutti

Autore: Redazione


L’acquisizione da parte di Accenture dell’hot-shop creativo Droga5 è solo l’ultimo e più eclatante episodio della trasformazione delle “agenzie di pubblicità”

di Francesco Taddeucci (Socio di SuperHumans)

La prima volta che ho sentito parlare di David Droga fu per questa campagna di Burger King. Era il 1998, io lavoravo in Saatchi& Saatchi, l’agenzia era ancora indipendente, e David ne era il Direttore Creativo più in voga. Se volevi fare uscire dei pezzi creativi un po’ sopra la media, ti conveniva lavorare da Singapore o nei mercati orientali in espansione.

Ma anche dopo la patatina-fiammifero, David Droga non ha più smesso di fare fuoco, cambiando genere, stile, segnandone per certi versi uno suo personale, creando un vero e proprio brand attraverso il lavoro per altri super-brand.

Ma da ieri c’è un po’ più di sconcerto del solito tra i creativi di mezzo mondo. La notizia è che Accenture Group, uno dei giganti della digital consultancy mondiale (dati) ha acquistato la sua Droga5, uno dei più invidiabili shop creativi del mondo (idee). Rispetto ad altre acquisizioni di questo tipo nella industry, questa fa più effetto proprio per la natura del boss creativo coinvolto, David appunto. Nato professionalmente quando ancora le agenzie pubblicitarie si mantenevano con spot, manifesti e annunci stampa, Droga ha attraversato e dominato il passaggio all’era digitale come pochi altri al mondo.

Curiosamente, per quanto alta sia la sua popolarità e incombente la sua mitologia, l’agenzia conta non più 600 persone (non tantissime per una fama del genere), sparse in poche sedi, di cui la principalissima a NY. Nel 2018 le revenues sono state di 185 milioni di dollari; tanti, certo, ma pur sempre il 9.8% in meno dal 2017, prima flessione da quando Droga5 esiste. Chissà, forse anche per questo è avvenuto l’abbraccio. Il sito dell’agenzia è sobrio, e anche oggi troneggia un motto che sembra scritto da un diligente capo boy-scout: 'We solve problems through creativity and collaboration'.

Ma quelle di Droga5 non sono mai state semplicemente delle campagne; sono spesso state delle case history che hanno fatto storia, specialmente negli USA. Come ad esempio il lancio di Bing 'Decode Jay-Z', o prima ancora  -  quasi agli esordi  -  i finti graffiti sull’aereo presidenziale americano, il mitico Air Force One. E poi Under Armour, Amazon Prime, Game of Thrones, o ancora oggi la splendida campagna 'Truth' per il New York Times.

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Una strada costellata di successi, riconoscimenti, mitologia. Tanto che Droga5 è diventato un po’ un nome-simbolo, un’icona del fare le cose in un certo modo, un idealizzato traguardo usato spesso come esempio (“mica lavori in Droga5” è un tipo di sarcasmo utilizzabile nelle agenzie di mezzo mondo).

Ma soprattutto David Droga è sempre stato un indipendente, fiero della sua solitudine. Un simbolo per tutti quei pubblicitari o comunicatori romantici che potevano sempre pensare “vedi, lui mica si fa comprare”, un po’ come Zola che rifiutò di tornare a fare il bagno nelle sterline della Premier League per rimanere nelle acque cristalline della sua Sardegna. Qualche anno fa un altro baluardo della creatività più pura, l’agenzia BBH, era stata acquistata da Publicis, ma in quel caso si era trattato di una fusione apparentemente più organica, avvenuta in un campo di gioco comune. Altri colossi delle “ideas-first” come Weiden+Kennedy hanno mantenuto fieramente la propria indipendenza, e non sembrano volerci rinunciare.

Ma oggi è accaduto l’imponderabile. Che poi ad analizzarla bene è un’operazione molto ben ponderata: ci guadagna prima di tutto David Droga, che intasca alcuni milioni di dollari restando al suo posto, col suo staff, a fare (probabilmente) il suo lavoro di sempre; forse la sua case history più riuscita. Ci guadagna Accenture, che compra uno dei top creativi e una delle top agenzie mondiali, infilandosi al sesto posto dei grandi gruppi della comunicazione (dopo WPP, Omincom, Publicis, Interpublic, Dentsu) e certamente guadagnando punti in credibilità, e investendo in quel carburante ecologico e sempre utile che sono le idee.

Ci guadagnano probabilmente i clienti di Accenture che oggi possono avere una consulenza un po’ più compelta di prima. Il suo CEO ha già dichiarato che da domani la sua società potrà diventare più umana (“improving the full human experience with brands”), denunciando un commovente passo indietro della matematica a favore dei sentimenti. La cosa certa è che ora in molti saranno alla finestra a vedere chi dei due giganti avrà la meglio, e se l’unione farà davvero la forza. Difficilmente ci saranno clamorose rotture, non sembra più questo il tempo. Ci perde forse l’idea romantica di un mestiere che si è evoluto fino a perdere la sua purezza; un modello che ha resistito strenuamente per tanti anni, e poi ha dovuto necessariamente trasformarsi.

Del resto che i dati e le idee viaggino a braccetto è una scoperta che risale ai tempi della sesta o settima stagione di MadMen: acqua calda. E si sa che gli uni aiutano le altre, non potrebbe essere diversamente. Così come è del tutto inutile interrogarsi sui benefici effetti della tecnologia nell’industria creativa.

Il mondo  -  per quanto dicono sia piatto  -  continua a girare spinto dai motori che il suo tempo gli offre: possono essere numeri o macchine, dati o alleanze, ma saranno sempre le idee a fare la parte del sole e del vento.

Motivo per cui mi compro David Droga.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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