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OBE stima chiusura 2019 a 506 milioni del branded entertainment per il quale auspica l’accesso al tax credit

Autore: Redazione

Laura Corbetta


L’Osservatorio presieduto da Laura Corbetta vuole fare chiarezza e sulle opportunità offerte al settore dalla normativa del 2013; al via una campagna di associazione rivolta ai brand investitori

Il mercato del branded entertainment vuole accedere agli sgravi fiscali riservate alle opere audiovisive previste dalla legge 112 dell’ottobre 2013. Si è tenuta a Milano una tavola rotonda dedicata alla possibilità di applicare il tax credit anche alle produzioni sponsorizzate da un marchio commerciale, promossa dall’Osservatorio Branded Entertainment che intercetta così l’esigenza di aprire il mercato alle agevolazioni. Per quest’anno, l’associazione presieduta da Laura Corbetta stima che nel 2019 il mercato del branded entertainment si attesti a quota 506 milioni di euro, «un risultato “piccolo” ma significativo perché superiamo la soglia del mezzo miliardo» sottolinea Corbetta.

I prossimi impegni di OBE

In attesa di ratificare due nuovi ingressi a ottobre, OBE sta avviando una campagna di ampliamento ai brand clienti del parco associati, che oggi include case di produzione e alcuni centri media. La campagna durerà per tutto il 2020: «Il progetto consiste nel dare ai nostri 48 associati la possibilità di regalare un anno di associazione a una azienda inserzionista – spiega il direttore generale di OBE, Anna Gavazzi -, per un valore di 3.800 euro per dodici mesi dal momento dell’ingresso». Proseguiranno inoltre le attività di ricerca e di formazione, queste ultime condotte dall’Academy, anche in collaborazione con UPA. A proposito di ricerca, dal 2018 OBE con Doxa sta conducendo un’indagine sui video di branded entertainment online, creando una casistica di 150, a oggi, video utile a dare indicazioni sulla misurazione di kpi produttivi, di performance, eccetera. Queste, insieme alla divulgazione, agli eventi, e al costante monitoraggio del settore sono i pilastri dell’attività dell’Osservatorio su cui si punta anche per tenersi stretti i nuovi soci tra i brand che potrebbero arrivare a seguito della campagna. Nelle prossime settimane, infine, dovrebbe essere presentato un “white paper” realizzato con il centro di ricerca su tv e audiovisivi Ce.R.T.A. dell’Università Cattolica che fa il punto sul branded entertainment con una parte semantica dedicata alle differenze con il branded content.

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Anna Gavazzi

 

L’opzione tax credit

Attualmente, i fondi messi a disposizione dal Ministero dei Beni Culturali per accedere al tax credit è di 90 milioni di euro, a fronte di richieste per 120 milioni. Se questi numeri già da soli rendono piuttosto ardua la possibilità di accedere, per il branded entertainment tale possibilità va ulteriormente studiata, dato che la legge non include le opere audiovisive prodotte solo per scopi commerciali o promozionali. Per Corbetta «alcuni prodotti potrebbero essere eleggibili» ma il tax credit resta una strada percorribile anche se non quella principale per il recupero di fondi. OBE si propone di fare chiarezza sull’argomento e fornire agli associati e alle aziende del settore informazioni sulle modalità corrette per accedere al credito d’imposta, attraverso il Legal Hub coordinato da Francesca Fastelli, Responsabile regolamentazione e adempimenti istituzionali Mediaset, che si occupa specificatamente delle normative e fiscali riguardanti il branded content & entertainment. «Quando un anno fa abbiamo iniziato a presidiare anche le tematiche fiscali relative al branded entertainment, ci siamo resi conti che, sul tema tax credit, c’era ancora scarsa conoscenza e consapevolezza da parte della industry – commenta Gavazzi -. È diventato quindi prioritario per noi creare un'occasione di incontro e confronto sul tema; un momento in cui raccontare, ai nostri associati ma non solo, le potenzialità rappresentate da questo strumento e come potervi accedere. Abbiamo quindi scelto di dare vita a un convegno dai risvolti, se vogliamo, anche piuttosto pratici, e sicuramente rilevanti, un appuntamento che si inserisce nella volontà della nostra associazione di fornire risposte concrete al mercato e realmente utili per lo sviluppo del business”.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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