Autore: Redazione
24/01/2019

Condé Nast: entro la fine dell’anno il paywall per tutti i brand negli Stati Uniti

Ciascun titolo del publisher avrà un discreto grado di autonomia nell’impostazione dei paywall e dei relativi prezzi, a partire dalla domanda e dalle performance

Condé Nast: entro la fine dell’anno il paywall per tutti i brand negli Stati Uniti

Bob Sauerberg

Condé Nast, il publisher di brand molto noti tra cui GQ e Vogue, prevede di inserire il paywall all’interno del suo portfolio editoriale degli Stati Uniti entro la fine dell’anno. Con questa mossa, l’azienda esplora una fonte di ricavi alternativa alla pubblicità. Si tratta di “un’importante passo nell’evoluzione” della società ha scritto in una mail interna Bob Sauerberg, CEO e presidente di Condé Nast, quotato da The Drum. La strategia, ha spiegato, è stata avviata nel 2014 con la scelta di attivare il paywall sul New Yorker. Quindi gli esperimenti sono stati allargati anche a Wired e Vanity Fair, e oggi Sauerberg è fiducioso che "i lettori sono disposti a pagare per i contenuti di qualità che creiamo, e le prestazioni di quei paywall hanno superato le nostre aspettative". E con l’introduzione del paywall cambieranno anche le modalità di misurazione dell’engagement dell’audience, passando da “tempo speso” a “soldi spesi”. Ciascun titolo Condé Nast avrà un discreto grado di autonomia nell’impostazione dei paywall e dei relativi prezzi, a partire dalla domanda e dalle performance. In ogni caso, alcuni brand avranno un paywall completo, mentre altri garantiranno un numero di articoli gratuiti. Sauerberg ha concluso: "I nostri marchi sono i più influenti al mondo, il nostro pubblico è fedele e impegnato e la nostra posizione nel settore ci permette di fare questa affermazione sul valore dei nostri contenuti". L’annuncio avviene mentre Condé Nast è alla ricerca di un sostituto dell’uscente Sauerberg nel ruolo di CEO.