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Kantar Italia: nel primo trimestre confermato trend positivo che nel 2018 ha portato un +7% e oltre 60 mln di fatturato

Autore:

Federico Capeci


Come confermato dal Ceo, Federico Capeci, il mercato italiano oggi rappresenta un riferimento per tutti quelli in cui il Gruppo opera, essendo quello che ha registrato la crescita più importante

«Il business va molto bene e abbiamo iniziato l’anno nel migliore dei modi», ha esordito Federico Capeci, Ceo della divisione Insight di Kantar Italia (insieme a Grecia e Israele), che dal due aprile sarà ufficialmente solo Kantar a seguito di un rebranding, parlando del mercato italiano a margine dell’evento di presentazione dello studio BrandZ Top30 Most Valuable Italian Brands 2019. Il report, commissionato da WPP, indaga il valore dei brand italiani, stilando una classifica di quelli più forti secondo i parametri che accomunano le più grandi aziende di successo di oggi. La stessa Kantar in Italia, rappresenta un esempio di eccellenza, che non ha nulla da invidiare a quelle che dominano le sue classifiche, dopo aver registrato una crescita del + 7% con oltre 60 milioni di fatturato nel 2018 ha, infatti, riconfermato il trend positivo (che ha caratterizzato anche il 2017) anche per il primo quarter 2019. Grazie al lavoro che Kantar svolge durante l’anno per stilare la classifica BrandZ, inoltre, il suo portfolio clienti si è molto allargato in settori dove in precedenza non aveva registrato un seguito particolare, soprattutto, in quello del Luxury, che quest’anno domina in percentuale nella classifica dei brand italiani più forti; tra gli altri sono clienti di Kantar brand del calibro di Gucci (primo in classifica ndr), Moncler e Salvatore Ferragamo.

Database in continua evoluzione

«Kantar possiede un “database” di know how che consente di personalizzare i servizi in base a tutte le esigenze dei brand, esigenze che si evolvono continuamente – continua Capeci -. I nostri metodi vanno di pari passo, ad esempio, se fino a poco tempo fa gli insight si basavano per lo più su un metodo legato a Survey e raccolta di dati esterni, oggi gestiamo analizziamo molto più i dati che arrivano direttamente dai nostri brand clienti, ma anche dall’ascolto della rete e da touchpoint sempre nuovi che ci permettono di affinare ogni giorno di più il risultato delle nostre ricerche. Abbiamo, infatti, un hub a Milano tutto dedicato alla sfera degli analytics dal quale seguiamo con attenzione tutte le innovazioni e le possibilità offerte dal mercato».

Focus sull’Italia

Nonostante i problemi oggettivi che affliggono il nostro Paese, come il divario ancora evidente tra Nord e Sud Italia, un digital divide che si sta colmando troppo lentamente, e un livello di scolarizzazione al di sotto della media internazionale, il Made In Italy rappresenta un valore aggiunto che può ancora rappresentare la chiave di volta per il successo dei brand nostrani. «Molti brand innovativi e di eccellenza in Italia non fanno parte della nostra classifica, perché ancora non hanno compreso l’importanza di alcuni driver fondamentali e non investono in brand value, cosa che potrebbe dar loro la spinta per crescere in modo importante in un Paese che si sta polarizzando, dove crescono molto solo pochi brand. I primi 30 della nostra classifica, infatti, rappresentano da soli il 5% del PIL in Italia. Penso che, guardando agli elementi distintivi dei brand del settore lusso che dominano il ranking 2019, come i fattori ispirazionali e attrattivi e la forte spinta internazionale, si possa dire che l’Italia debba ora lavorare in due direzioni: da un lato passare ad un approccio di attacco al mercato e dall’altro operare al fine di nutrire l’innovazione, non necessariamente con nuovi lanci di prodotto o stravolgendo il proprio ecosistema, ma arricchendolo, portando il business ad un livello successivo attraverso le leve che differenziano i brand più forti del mondo: pensiero globale, investimenti mirati in comunicazione, un brand purpose chiaro e riconoscibile e così via«.

«Oltre ai settori come l’alimentare, l’automotive e la moda, dove l'Italia è universalmente riconosciuta come leader mondiale, il nostro studio dimostra come i marchi italiani raggiungano risultati eccezionali anche in settori come l'energia, l’oil & gas e le crociere, con grandi aziende come Enel, A2A, Eni, MSC e Costa Crociere. Tornando all’innovazione, anche piccoli ma significativi cambiamenti potrebbero essere la soluzione per molti brand, a patto di supportarli con una comunicazione chiara e dirompente».


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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