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Influencer Marketing: Buzzoole combatte le frodi con il sostegno di una tecnologia proprietaria e data-driven

Autore: Redazione

Gianluca Perrelli


La quota degli account Instagram che fa uso di tecniche fraudolente si attesta tra il 15 e il 20%. Per questo l’azienda, guidata dal CEO Gianluca Perrelli, ha deciso di sviluppare una nuova offerta ad hoc

La crescita vertiginosa dell’Influencer Marketing ha dato luogo a fenomeni di distorsione del mercato, in grado di danneggiare gli investimenti delle aziende. Uno studio di Buzzoole ha stimato che una quota tra il 15% e il 20% degli account Instagram ha adottato pratiche fraudolente, come l’acquisto di follower o di interazioni.  I brand iniziano ad esserne consapevoli, tanto che una recente survey eConsultancy ‘Influencer Marketing 2020’ ha rilevato che il 42% degli intervistati considera prioritaria l’esigenza di poter disporre di strumenti volti a garantire la genuinità dei follower degli influencer.

Le mosse di Buzzoole

In questo scenario Buzzoole, influencer marketing solution provider, ha sviluppato una tecnologia proprietaria che permette di individuare account non autentici e quindi offrire agli inserzionisti un panel di influencer capaci di garantire un’audience reale.  La peculiarità di Buzzoole, a differenza di altri fornitori del settore, spiega la società in un comunicato, è quella di riuscire ad analizzare i dati effettivi di performance dei canali dei creator (first-party data) attraverso l’accesso agli insight di ogni singolo account. L’analisi di questi big data ha un triplice scopo: fornire al creator una dashboard delle sue performance online, dare alle aziende informazioni più complete sugli influencer da coinvolgere e un quadro preciso dei risultati, nonché permettere all’algoritmo di Buzzoole GAIIA di individuare i creator più adatti a una specifica campagna, che non fanno uso di pratiche fraudolente.

Come funziona la tecnologia

La tecnologia di Buzzoole, illustrata dal white paper “Combattere le frodi dell’Influencer Marketing”, è la prima a combinare diverse metodologie per capire se un creator è affidabile o se il suo coinvolgimento in campagne di Influencer Marketing può comportare rischi reputazionali per l’azienda committente:

Reach vs Follower: il numero dei follower di un account è visibile a tutti, ma quello della reach (portata), ossia del numero di persone che effettivamente hanno visto un post, è visibile solo dalla piattaforma. L’analisi del rapporto tra reach e follower è il principale indicatore di genuinità. Se, analizzando una molteplicità di post, questo rapporto risulta essere troppo basso si potrà avere il ragionevole sospetto che il Creator abbia un’alta percentuale di follower falsi o inattivi, magari frutto di un acquisto “illegale”;

Engagement vs Reach: ogni persona raggiunta può lasciare solo un like e dei commenti, dunque se le interazioni risultano di molto superiori al numero delle persone raggiunte realmente vuol dire che è stata messa in atto un’attività fraudolenta di generazione automatizzata dell’engagement;

• Geografia: le informazioni sul paese di provenienza dell’audience di un influencer sono estremamente utili per avere indizi su eventuali attività poco chiare. Ad esempio, se un profilo italiano mostra un’audience proveniente prevalentemente o in larga parte da paesi non in linea con la nazione di origine o in cui operano “server farm” di fake, l’algoritmo lo segnala come sospetto, restituendo la percentuale di “suspicious audience”;

Online follower vs follower inattivi: i dati raccolti da Buzzoole permettono di sapere con esattezza il numero di follower online in tutte le ore della giornata. La comparazione dei follower online e dei follower accumulati da un account dà un’indicazione utile a capire mediamente quanti follower inattivi può avere un Creator;

View del profilo vs Crescita dei follower: gli insight a disposizione di Buzzoole riescono a determinare il numero di visite al profilo di un certo influencer. Questa informazione combinata all’analisi della crescita dei follower, nel tempo, può diventare un segnale molto utile. 

Attenzione a frodi e safety

Come per altre forme di digital advertising, anche l’influencer marketing pone sempre più attenzione nei confronti di ad fraud e brand safety, tematiche cruciali quando si tratta di garantire la reputazione di un brand - commenta Gianluca Perrelli, Chief Marketing Officer & Country Manager di Buzzoole Italia -. Dalla sua nascita Buzzoole è in prima linea per aiutare le aziende a individuare creator trasparenti, garantendo al contempo la conformità alle nuove regolamentazioni di settore. Per questo, grazie alla nostra tecnologia proprietaria e a un approccio data-driven, ci impegniamo a comprendere la genuinità delle performance dei creator coinvolti nelle campagne rispondendo concretamente alle esigenze di un mercato in continua crescita ed evoluzione come l’Influencer Marketing”.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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