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Oracle Modern CX: la tecnologia è pronta a fare d’ancella alla customer experience

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AI, VR, AR e tutti nuovi prodotti dello sviluppo tecnologico sono sufficientemente maturi per abilitare idee e strategie che mirino ad offrire ai consumatori momenti memorabili da trascorrere con i brand. All’evento tenutosi ieri, case history ed esempi di co-utilizzo di tecnologia e creatività

Negli anni d’oro del branding, ovvero gli anni 90, la comunicazione avveniva principalmente attraverso media che si rivolgessero alle masse. Insieme ai punti vendita e agli stessi prodotti, che nel caso dell’abbigliamento mostravano loghi sempre più grandi, rappresentavano i punti di contatto con i consumatori, e li sfruttavano con claim o testimonial pensati per far presa sulle folle, non sui singoli. A distanza di 30 anni, sono davvero in pochi quelli che hanno resistito a procurarsi uno smartphone, e ancora meno coloro che non posseggono nemmeno un computer. Il web e le tecnologie pubblicitarie che popolano il suo perimetro, e lo invadono ogniqualvolta è richiesto da un brand, hanno spalancato le porte della personalizzazione, che si configura attraverso messaggi riferiti a una volontà espressa – pur sotto forma di curiosità – da un utente, conversazioni con robot intelligenti o previsioni sulle sue necessità. Come la tecnologia, però, anche il marketing evolve, e la “personalizzazione” dell’adv ormai non impressiona più nessuno. O perlomeno non dovrebbe… Il tema degli ultimi anni è aggiungere alla customizzazione, generatrice di performance, un nuovo elemento di memorability che scavi nei sentimenti, nell’inconscio, che si aggrappi alla memoria e ci stampi sopra il logo del marchio: la customer experience.
I mezzi sono pronti, i risultati incoraggianti
«Le discussioni sull’offerta di esperienze memorabili non è certo cosa nuova. Ma rispetto a uno o due decenni fa ora sono disponibili le tecnologie per portare a terra le idee. La cx sta acquisendo sempre più importanza proprio per il fatto che la tecnologia è finalmente in grado di cambiare il paradigma, ma fa fatica a trovare applicazione nelle aziende nonostante la ricchezza che crea», spiega Massimo Savazzi, customer experience sales development director di Oracle durante l’evento Oracle Modern Customer Experience. Chi però mette in azione questo tipo di leve ottiene risultati di grande importanza. Per esempio, ricorda Daniele Sesini, direttore generale di IAB Italia, la campagna Diesel - che ha aperto un temporary shop in cui vendeva prodotti a marchio “tarocco” Diesel, in realtà parte di una collection speciale – ha insegnato che il virtuale è un mezzo per amplificare il reale. «I contatti ottenuti da un negozio nono sono più di qualche migliaio a settimana, col digital invece sono potenzialmente molti di più», aggiunge. Lo stesso è stato dimostrato da Black Mirror, che per il lancio della quarta stagione ha organizzato una serata con accesso riservato esclusivamente a chi avesse un numero minimo di follower. Ma l’approccio ad attività del genere non è prerogativa delle grandi aziende, «non esiste più un problema d’implementazione. Il gap è solo culturale. Bisogna dare concretezza al digitale: le aziende che lo provano lo abbracciano con entusiasmo, e alla fine ne raccolgono i risultati», specifica Savazzi.
Trasformazione digitale
L’accesso a un livello più complesso della customer experience avviene però attraverso una trasformazione aziendale, dove al cambiamento dell’esperienza del cliente cambia anche il modo di lavorare delle risorse. A partire dalle personalità che con il cliente finale hanno un contatto diretto, fino alla relazione tra azienda e abilitatore tecnologico. In quest’ultimo caso, «non si parla più di clienti ma di partner», dice ancora Savazzi. Attivato questo processo di trasformazione, l’innovazione può riferirsi a due ambiti diversi: «alle soluzioni, e quindi a tutto ciò che si sviluppa attraverso i 5 sensi attecchendo a livello razionale, o al significato, quando invece si coinvolge il piano cognitivo, toccando quindi emozioni o affetti», rivela Emilio Bellini, Co-fondatore di LEADIN’LAB - Leadership Design and Innovation Lab della School of Management, Politecnico di Milano. Un esempio di quest’ultima è l’introduzione avvenuta nel 2004 di un macchinario per effettuare Tac della Philips, a cui è stato posto uno specchio che riflettesse dei cartoni animati, in modo da catturare la concentrazione dei bambini e dimezzare la media dei rework. «Un’idea che ha spostato i KPI del prodotto, prima solo legati a parametri tecnici, aumentandone le vendite», conclude Bellini. Con il supporto della tecnologia, è solo la fantasia il limite di ogni prodotto e dell’esperienza che può offrire.

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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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