Autore: Redazione
07/05/2018

Dalle IPO alle ICO, la rivoluzione raccontata dalla testata web Cryptonomist

Criptovalute, fintech e Blockchain, il primo giornale internet italiano descrive e illustra un panorama in rapida espansione. Le parole di Amelia Tomasicchio, Chief Marketing Officer di Eidoo e co-fondatrice del magazine

Dalle IPO alle ICO, la rivoluzione raccontata dalla testata web Cryptonomist

di Andrea Ferrari

Un’atmosfera del genere non la si vedeva dalla fine dello scorso millennio con la cosiddetta “febbre dot com” in cui entrarono in Borsa una pletora di società legate a internet. Dalle IPO (Initial Public Offering) alle ICO (Initial Coin Offering) il passo è breve in termini lessicali, ma radicalmente diversa è la natura di questa “rivoluzione dal basso” che nasce dalla natura decentralizzata di Blockchain e Bitcoin, nonché dall’hype generato dalle performance di criptovalute spuntate un po’ come funghi. Una rivoluzione senza narratori specializzati, perlomeno nel mercato di lingua italiana, fino all’arrivo di The Cryptonomist, la testata online diretta da Claudio Kaufmann e nata dall’idea di Natale Ferrara, fondatore di Eidoo e Amelia Tomasicchio, Chief Marketing Officer di Eidoo e co-fondatrice del magazine. L’IOTHINGS Milan 2018, che quest’anno ha dedicato diversi panel alla Blockchain di fronte a un pubblico numeroso e a dir poco attento, è stata l’occasione per fare due chiacchiere con Amelia Tomasicchio.

Perché avete deciso di creare Cryptonomist?

L’idea di Cryptonomist è nata osservando come gli argomenti legati a criptovalute, fintech e Blockchain siano spesso trattati con superficialità e con dei pregiudizi. Perciò Natale Ferrara ed io, che già in passato avevo scritto per CoinTelegraph abbiamo notato come vi fosse tanto interesse da parte delle persone e al contempo il bisogno di una voce autorevole che coniugasse competenze ed expertise su argomenti così innovativi con un linguaggio comprensibile ad un pubblico vasto. Quindi abbiamo deciso di fondare la testata partendo con l’edizione in italiano e a breve ci sarà anche quella in inglese.

Molti non hanno idea di cosa sia una ICO. È possibile spiegarlo anche in relazione a quella di Eidoo che ha raccolto quasi 30 milioni di dollari a fine dell’anno scorso?

Eidoo è un’app (sia mobile sia desktop) che permette la gestione e lo scambio di criptovalute. L’ICO (Initial Coin Offering) si può definire come una sorta di crowdfunding che, invece di passare dai classici business angel e venture capitalist, coinvolge le persone comuni che possiedono criptovalute e decidono di dare supporto a un progetto in cui credono tramite la Blockchain, quindi in maniera tracciabile e non alterabile da nessuno, essendo per sua stessa natura decentralizzata. Ai tempi dell’ICO, ad ottobre 2017, eravamo un team di quattro persone e ora siamo oltre trenta.

Con ICO Engine aiutate le startup che vogliono intraprendere la strada dell’ICO. Può darci qualche consiglio per distinguere i progetti seri dal cosiddetto “Scam”, cioè le truffe?

Come prima cosa, consiglio di guardare il team e il relativo background. Inoltre, è fondamentale leggere il white paper, ossia il documento nel quale viene spiegato il progetto anche dal punto di vista tecnico. Altro aspetto importante è vedere quali sono i competitor diretti perché se la concorrenza è forte, sarà ancora più difficile emergere. Se si vuole fare una ICO è poi fondamentale avere una forte strategia di marketing e promozione che deve passare da mezzi popolari nell’ambiente crypto come Telegram e BitcoinTalk.

Perché, secondo voi, da parte di Facebook, Google e altri colossi del web c’è un atteggiamento ostile verso il mondo crypto?

Da un lato c’è la scarsa dimestichezza col nostro settore, dall’altro c’è il fatto che ci sono dei truffatori che usano come esca le criptovalute e le ICO. Quindi, non avendo persone preparate sull’argomento e avendo difficoltà a distinguere un progetto buono da uno cattivo, hanno deciso di “fare di tutta un’erba un fascio”, come si suol dire, scegliendo un atteggiamento di chiusura verso il settore.

Come sede avete scelto la Svizzera, uno Stato che fin da subito ha mostrato interesse per il mondo fintech, oltre ad aver messo delle regole chiare, al contrario dell’Italia

La Svizzera si è mostrata fin da subito attenta al fenomeno e ora esiste la “Cryptovalley” nel Cantone di Zug, mentre in Canton Ticino stiamo lanciando “Cryptopolis”. C’è un dialogo costante tra la FINMA (l’Autorità di sorveglianza del settore finanziario) e le aziende del settore che permette di avere una regolamentazione efficiente. In Italia, invece, c’è un vuoto che produce incertezza. Si tratta di un settore in forte crescita e per dare un’idea dell’indotto che si sta creando, basta dire che solo a Chiasso (7.000 abitanti) ci sono una quindicina di aziende.

Alcuni mesi fa, Cryptonomist ha preso in giro Jamie Dimon, ceo di JP Morgan, sul Wall Street Journal. State preparando altre iniziative che creeranno scalpore?

Abbiamo commissionato a Federico Clapis, artista molto famoso sul web, una statua di bronzo alta tre metri che verrà posizionata quest’estate in un’importante piazza di Londra. Si tratta di un concept che vede una donna incinta che porta in grembo un bambino che ha in mano uno smartphone. Come azienda fintech crediamo che il futuro sia nelle crypto e il messaggio sia proprio questo: tutte le nuove generazioni sapranno da subito cosa è la blockchain e utilizzeranno bitcoin e le altre digital currency.