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Smart ha lanciato Holistic+, la soluzione per la gestione olistica delle fonti di revenue

Autore: Redazione


Mette in competizione le campagne attive sulla stessa piattaforma, rendendone possibile una comparazione e un’ottimizzazione dei budget in real-time. L’intervista ad Andrea Ceccoli, country manager per l’Italia

dai nostri inviati a CANNES, Anna Maria Ciardullo e Francesco Lattanzio

Cannes, periodo caldo per l’advertising. Sarà per questo che alcuni si sono rifugiati in yacht immersi nel mare della Costa Azzurra. Tra questi, svetta il lungo albero che batte bandiera Smart. L’azienda ha colto l’occasione per lanciare la soluzione Holistic+, una piattaforma per la gestione olistica delle fonti di revenue dei suoi clienti. DailyNet ne ha approfittato per intervistare Andrea Ceccoli, country manager per l’Italia.

Oggi lanciate “Holistic+”, cosa offre ai vostri clienti?

Holistic+ nasce dall’idea di gestire tutte le fonti di revenue in maniera olistica, mettendo in competizione tutte queste in modo da poter controllare quale sia la più produttiva e ottimizzare il budget di conseguenza. Oggi la lanciamo ufficialmente a Cannes.

È passato circa un mese dal terremoto GDPR. Avete notato cambiamenti nel settore?

Abbiamo visto un grosso impatto su tutti, poi l’allarme è un po’ rientrato. Alcuni budget si sono spostati da DBM su altri player, ma abbiamo ripreso a patire l’approccio monopolista di Google, che ha fortemente limitato il buying su piattaforme terze rafforzando la sua posizione di leader di settore. I nostri sforzi ora sono tesi all’evangelizzazione degli editori: puntiamo a fargli comprendere che questo tipo di atteggiamento danneggia tutto il sistema, soprattutto - sul  lungo periodo - loro stessi.

Avete proposto soluzioni tecnologiche a supporto dei publisher che fanno fatica a rispettare la normativa?

Abbiamo aderito al framework di IAB e abbiamo aperto a tutti la possibilità di utilizzare la nostra CMP per gestire i consensi degli utenti. La nostra soluzione è disponibile per i nostri editori, ma anche per publisher esterni. Saremo i primi, poi, a sviluppare una CMP nativa per l’ecosistema in-app, direttamente integrata nelle nostre SDK. A differenza della soluzione desktop, però, quella in-app richiede l’aggiornamento della app stessa.

Cos’è un  “Private Garden” e cosa offre agli editori?

I “Private Garden” si contrappongono al duopolio composto da Facebook e Google, cosiddetti “Walled Garden”, che insieme a livello mondiale – Cina esclusa – rappresentano l’89% del mercato e il 95% dei nuovi investimenti pubblicitari digitali. Oggi i publisher stanno consegnandogli il loro inventario e i loro contenuti, senza poter nemmeno verificare i dati relativi ai risultati che attraverso questi ottengono. È una visione limitata da parte degli editori, che mettono la loro ricchezza nelle mani di aziende capaci di cambiare le regole del gioco a loro piacimento. La nostra risposta è costruire “Private Garden” attraverso la nostra piattaforma, ovvero permettere ai publisher di riprendere possesso dei dati e dei contenuti per gestirli con visione qualitativa, vendendo i dati e scegliendo i partner in autonomia e consapevolezza. Noi lavoriamo per gli editori, e non per i brand, dunque non abbiamo conflitti d’interesse di nessuna sorta. Anzi, il nostro interesse è la loro tutela, e per questo offriamo piattaforma e supporto.

Siete molto legati al tema della trasparenza. Come avete o perato in questo senso?

Abbiamo fatto un lavoro di scrematura su qualità e trasparenza che ci ha portato a tagliare alcuni player “shady”. Siamo stati la prima SSP a scegliere, dallo scorso dicembre, di lavorare solo con publisher che inseriscono l’ads.txt correttamente, bloccando dunque il traffico generato da siti su cui manca la nostra stringa o dove è del tutto assente il protocollo, a differenza di altri player che in tal caso ne consentono il delivery.

Quali sono i numeri di Smart?

Nel 2017 il fatturato globale ha toccato i 100 milioni di euro, un numero che in 2 anni è triplicato. La SSP ne vale l’80%. Il 30% del nostro traffico avviene suapp, un altro 30% su mobile web, e il 40% restante su desktop. In Italia invece il fatturato 2018 supera la crescita sui due anni dell’internazionale. Abbiamo poi un’inclinazione sempre più volta al mobile.

Continuerà anche nel 2018 la vostra politica di espansione su nuovi territori?

Lo scorso anno abbiamo aperto sedi a Pechino, Shanghai e Los Angeles, che insieme alle altre già attive ospitano 220 dipendenti in 10 diversi Paesi. Quest’anno ci prepariamo all’apertura a Singapore, Dubai e Londra, che per noi è un mercato difficile ma il nostro business si è spinto sulla domanda e nella capitale inglese gravitano un gran numero di trading desk.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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