Il 13 giugno la città di Milano sarà teatro dell’innovazione tecnologica internazionale con l’incontro “Tech Innovation: Israeli’s startups meet Italian companies”. L’intervista a cura di DailyNet a Natalie Gutman-Chen, Consigliere per gli Affari Commerciali del Ministero dell’Economia Israeliano
di Anna Maria Ciardullo
Mercoledì 13 giugno, nel roadshow di incontri, pianificati per la stagione in Europa, dal Ministero dell’Economia Israeliano, Milano ospiterà l’evento dal titolo “Tech Innovation: Israeli’s startups meet Italian companies”, organizzato in partnership con il Gruppo DigiTouch. Con il contributo dell’Istituto Israeliano di esportazione e cooperazione internazionale (IEICI), sono state selezionate le Startup israeliane più all’avanguardia nelle soluzioni di Online Social Commerce, Data & Analytics, AR/VR, Retail Automation, Supply Chain Tech, AI & Voice recognition e di altre innovation tech che possono offrire alle aziende del mondo retail e dell’ecommerce nostrano degli asset strategici per emergere in un mercato altamente competitivo. L’evento si aprirà con una conferenza plenaria in cui interverranno le Startup, che racconteranno in breve la propria offerta, Paolo Mardegan, Ceo del Gruppo DigiTouch e Natalie Gutman-Chen, Consigliere per gli Affari Commerciali del Ministero dell’Economia Israeliano, che ha rilasciato a DailyNet l’intervista:
Natalie Gutman-ChenPotrebbe quantificare il valore dell’economia tecnologica nel suo Paese?
L’high tech è uno dei motori più potenti per il tasso di crescita di Israele. Rappresenta oltre il 20% del valore totale lordo del settore imprenditoriale. Essendo un Paese di piccole dimensioni, la nostra economia si basa sulle esportazioni come principale contributo al PIL. Il settore high-tech e l’esportazione di servizi di R&D rappresentano i segmenti principali della nostra crescita nell’ultimo decennio. Il maggiore impatto positivo si registra sul tasso di disoccupazione, molto basso (4,3% nel 2017) e sui salari, più alti grazie alle società globali situate in Israele con più di 300 centri di ricerca e sviluppo di società multinazionali.
Perché le startup tecnologiche trovano terreno fertile per lo sviluppo in Israele tanto da definirla Startup Nation?
Ci sono molte ragioni per cui Israele è diventata la “Startup Nation”. Israele è carente di risorse naturali, per questo il popolo e il governo hanno puntato principalmente su quelle umane e sull’innovazione. Il governo condivide il rischio nel campo della ricerca e sviluppo con il settore privato attraverso ingenti investimenti. Oggi, Israele ha una delle più alte percentuali al mondo d’investimenti in R&D ed è considerato il Paese con i principali investimenti in venture capital come percentuale del PIL nel mondo. Oltre alle opportunità finanziarie, le aziende tecnologiche trovano in Israele stretti rapporti tra università e industria, ingegneri altamente qualificati (Israele ha la più alta concentrazione di ingegneri al mondo e il maggior numero di scienziati pro capite rispetto a qualsiasi altro Paese sviluppato) e un ambiente molto informale. Penso che un altro elemento molto forte nella nostra società, che aiuta l’ecosistema Startup Nation, è il modo in cui il fallimento, ma anche il successo non impediscono agli imprenditori di continuare a innovare. Ogni anno, vengono aperte 1000 startup. Naturalmente, non tutte hanno successo e almeno un terzo chiudono dopo i primi anni. Tuttavia, gli imprenditori possono guardare subito alla prossima opportunità aprendo un’altra azienda e imparando dall’esperienza del fallimento. Anche chi sceglie di vendere non si ferma e investe in nuove startup. Questo è ciò che rende il nostro ecosistema così dinamico.
A quali mercati le startup israeliane si rivolgono principalmente a livello internazionale? Guardano principalmente agli Stati Uniti o sono altrettanto orientati verso altre aree come l’EMEA?
Lei ha giustamente sottinteso che le startup israeliane di solito si rivolgano prima al mercato americano. Tuttavia, l’esportazione verso l’EMEA rappresenta un terzo delle destinazioni e anche le imprese ad alta tecnologia si stanno concentrando sempre più sui mercati europei. Sebbene, il mercato europeo potrebbe essere più impegnativo, si trovano qui alcune delle più mature startup, che hanno già clienti in altri mercati.
Quali sono le aree maggiormente oggetto di sperimentazione e crescita?
Penso che gli argomenti più interessanti ora siano il machine learning e l’intelligenza artificiale, che hanno molte applicazioni diverse. Il cyber è uno dei settori in crescita nell’ecosistema delle startup israeliane di pari passo alle nuove esigenze delle aziende. Tuttavia le aziende israeliane offrono quasi tutti i tipi di soluzioni digitali. Quelle di maggiore tendenza oggi sono: Fintech, Automotive, Retail tech, Smart City e Industry 4.0. Per questo, Israele è diventato uno dei più importanti hub per il cyber in tutto il mondo.
Milano è sede dell’Ufficio Israeliano per il Commercio e gli Investimenti, che opportunità offre alle aziende italiane?
Il nostro ufficio ha il compito di favorire i rapporti commerciali tra aziende italiane e israeliane. Possiamo aiutare un’azienda italiana che è interessata a soluzioni tecnologiche specifiche nello scouting di aziende rilevanti in Israele e stabilire una connessione. Creiamo e aiutiamo le aziende italiane a creare una visita d’affari in Israele e avviamo altre piattaforme per le aziende israeliane e italiane per incontrarsi e discutere le opportunità di business.
Quali sono i principali obiettivi della partnershi con DigiTouch? Cosa si aspetta dall’imminente evento che si terrà a Milano?
La nostra collaborazione con DigiTouch è una partnership win-win basata sul reciproco interesse per l’innovazione. Grazie a questo accordo, impariamo come e dove il mercato retail&e-commerce si sta muovendo in Italia e con DigiTouch abbiamo l’occasione di tradurre le esigenze dei diversi player in opportunità concrete, offrendo loro un vantaggio competitivo. L’evento del 13 giugno si propone di suscitare l’interesse delle aziende italiane per le tecnologie israeliane e di creare nuovi legami commerciali a vantaggio sia dell’economia italiana sia di quella israeliana.