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Open Influence racconta la relazione tra GDPR e influencer marketing

Autore: Redazione


Il conto alla rovescia sta per scadere: dal prossimo 25 maggio tutte le aziende dovranno allinearsi con il GDPR. Karim De Martino, VP Business Development Europa di Open Influence, ci spiega cosa significa questo per l’influencer marketing

di Karim De Martino - karim@openinfluence.com

Il GDPR si propone di proteggere i dati personali degli utenti che navigano in internet, da PC e da cellulare. Il concetto base della nuova normativa, che in Italia sostituisce la Legge sulla Privacy 196 del 2003, è che gli utenti devono sempre essere informati sul modo in cui le aziende utilizzano i loro dati personali, incluse le abitudini di consumo. Gli utenti devono espressamente autorizzare l’utilizzo, e se vogliono avere la facoltà di revocare l’autorizzazione. Inoltre, la legge stabilisce un livello di trasparenza più alto sulle modalità con cui i dati vengono gestiti (dove sono collocati, come sono cifrati, chi ha accesso) e su come le aziende devono affrontare eventuali attacchi informatici dal punto di vista della trasparenza verso l’utente: ovvero se i dati vengono rubati, ceduti o spostati l’utente deve essere subito informato.

Chi sarà limitato

I primi a fare le spese della nuova normativa saranno le imprese che basano sulla profilazione del singolo utente il loro modello di business pubblicitario: non a caso Facebook ha annunciato di voler spostare i dati personali di oltre 1,5 miliardi di utenti non Europei (80% del totale su cui il social basa il suo business) dai server in Irlanda a quelli in California, per non dover sottostare alla stretta del GDPR.

Un altro ramo del marketing digitale che sarà colpito è rappresentato da tutte quelle aziende che offrono servizi di tracciamento multi-device tramite cookie di navigazione e geo-localizzazione. Secondo Wired, società come Drawbridge stanno valutando di chiudere completamente le loro attività in Europa.

La buona notizia è che l’influencer marketing non si basa su cookie e tracciamenti, questo significa che i brand potranno sempre avere un modo di raggiungere la loro audience di riferimento senza infrangere il GDPR, con alcuni accorgimenti.

Gli influencer come persone

Iniziamo a parlare dell’influencer inteso come utente e quindi protetto dal GDPR. Le piattaforme di Influencer Marketing, come Open Influence hanno solitamente due livelli di accesso ai dati: l’opt-in dell’influencer stesso (quindi totalmente in linea con il GDPR) e la raccolta di informazioni presenti sui profili pubblici degli influencer, tra cui per esempio anche l’indirizzo email se presente (molti influencer lo pubblicano con la finalità di essere contattati proprio dalle aziende). Il GDPR, all’art. 9, dice che “i dati, qualora resi manifestamente pubblici dall’interessato, possono essere trattati”, quindi utilizzare un indirizzo email che lo stesso influencer ha pubblicato non infrange la Legge, fermo restando che l’interessato deve sempre avere la possibilità di richiedere l’accesso, la modifica e la cancellazione dei dati. Gli va quindi comunicato quali dati sono stati acquisiti, come verranno utilizzati e via dicendo.

Gli influencer come media

Ora, il discorso è diverso quando l’analisi riguarda la composizione, gli interessi e le abitudini dell’audience dell’influencer. Open Influence utilizza l’Intelligenza Artificiale e il riconoscimento delle immagini per attribuire una serie di etichette all’intero pubblico dell’influencer, senza targettizzare nello specifico nessuno dei suoi follower. Vale a dire che, mentre con Facebook Ads posso mostrare il mio messaggio esclusivamente a chi ama i viaggi, utente per utente; lavorando con gli influencer il messaggio viene visto da una audience composta prevalentemente da chi ama i viaggi, ma senza che nessun dato del singolo utente sia utilizzato nello specifico. Sono i follower che, seguendo un influencer, hanno deciso di vedere il contenuto che viene proposto e possono in qualsiasi momento smettere di seguirlo, qual ora questo contenuto non sia più di loro interesse o sia diventato troppo “commerciale”.

Per concludere, gli analisti prevedono che l’entrata in vigore del GDPR darà un ulteriore boost all’influencer marketing, che permetterà sempre più ai brand di comunicare in maniera organica con il proprio pubblico di riferimento, senza bisogno di cookie, algoritmi e invasione della privacy dei follower.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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