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Wavemaker chiude l’anno con un billing a oltre 1,7 miliardi e fatturato in crescita a due cifre grazie alle attività consulenziali; e presenta la ricerca “Momentum”

Autore: V Parazzoli


La centrale di GroupM, di cui è Ceo Luca Vergani, vede crescere l’amministrato del 2% nel 2018 e le revenues da servizi non “classici” che, ormai, valgono la metà del giro d’affari. L’analisi consente di implementare strategie di crescita del business tramite modelli di capability digitale

In coerenza con il suo posizionamento che mixa sempre più le sue attività “classiche” di centro media con quelle consulenziali, alla confluenza tra media, content & technology, Wavemaker ha presentato ieri i risultati della ricerca “Momentum” (che è una property internazionale del network di GroupM), condotta nello specifico su tre grandi categorie retail in Italia (anche se è estensibile a qualsiasi categoria). Un’analisi che consente, tramite un modello di capability digitale, di identificare la strategia operativa per aziende e brand del settore in ottica digital transformation. Dopo quelle dei mega stores degli anni Novanta e della customer experience del primo decennio del nuovo millennio, infatti, siamo ora nel pieno della “terza era” del retail, personalizzata e ibrida, che ha tutte le caratteristiche per rappresentare un cambiamento epocale del retail stesso così come lo conosciamo, complici una connettività pervasiva e un’accessibilità a tutti e ovunque, oltre a una capacità di calcolo enormemente superiore al passato e prêt-à-porter grazie al mobile. Di qui, la proposizione consulenziale della struttura guidata da Luca Vergani, che si fonda, da un lato, su una ricerca volta a delineare i comportamenti dei consumatori nei percorsi d’acquisto del retail e, dall’altro, su una roadmap di digital transformation costruita per orientare i retailer nel percorso di evoluzione verso una vera e propria multicanalità.

Francesco Riccadonna
Il purchase journey

«Le aspettative dei consumatori, infatti, già oggi vanno verso esperienze sempre più personalizzate e omnichannel, ma sono ancora rari i casi di aziende che possano vantare un livello di adozione della omnicanalità in grado di soddisfarle - ha spiegato Francesco Riccadonna, General Manager di Wavemaker -. Oggi, i punti vendita si stanno trasformando in veri e propri media, in cui si vivono esperienze personalizzate, costruite sulla base dei dati e in cui la tecnologia è il fattore abilitante. Diventa fondamentale in questo contesto conoscere, da un lato, i percorsi dei consumatori e, dall’altro, capire come muoversi nel percorso verso la multicanalità. Per questo, abbiamo individuato sei fattori evolutivi che stanno trasformando il mondo del retail: la ricerca “Momentum” definisce come i consumatori prendono le loro decisioni durante il purchase journey e, infine, è stata messa a punto una roadmap di digital transformation che prevede un modello di approccio diverso a seconda della maturità digitale del cliente». L’approccio di Wavemaker è basato sulla centralità del purchase journey e ha in “Momentum” il suo strumento di analisi, che definisce come si dipana il percorso del consumatore, partendo dalle fasi di contatto iniziale (Priming Stage) e passando per la fase in cui sorge lo stimolo verso la marca (Trigger), per arrivare a quella in cui le persone compiono delle azioni per finalizzare il proprio percorso di scelta (Active Stage) e di acquisto vero e proprio (Purchase).

Priming e Active Stage

«Per portare in vita, nel concreto, questo approccio nel mondo retail in Italia, abbiamo mappato tre differenti categorie merceologiche (grocery, home furniture e apparel) attraverso la realizzazione di altrettanti studi in cui sono stati indagati 24 marche e 35 territori, identificando 25 trigger, 30 azioni e altrettanti touch point - ha aggiunto il Chief Strategy Officer Julian Prat -. In generale, osserviamo l’abitudine delle aziende a concentrarsi sulla conversione e dunque a dedicare più risorse a questa fase del processo. In realtà, lo studio ci ha consentito di comprendere che esiste una forte correlazione tra le due principali fasi del purchase journey, Priming e Active Stage, e che sono le marche che lavorano meglio su entrambi gli stage quelle che hanno la maggior capacità di conversione in vendite. Nella fase Priming, la costruzione di una predisposizione positiva verso il brand  passa attraverso l’aumento delle associazioni tra i principali territori della categoria e il brand stesso: in effetti, la marca più forte in termini di “positive bias” che abbiamo analizzato è associata a quattro su cinque dei territori più rilevanti della categoria, mentre quelle più deboli vanno da nessuno a uno al massimo. Nello studio abbiamo approfondito, inoltre, il ruolo che il digitale assume nelle varie fasi del percorso di acquisto e nelle diverse categorie considerate: in Priming Stage, i touch point digitali che entrano in gioco rappresentano circa il 50%, mentre, comprensibilmente, quando si arriva alla fase decisionale del processo di acquisto, la rilevanza dei digital touch points aumenta, arrivando al 70%. Ecco perché è importante saper orchestrare i touch point in logica di omnicanalità, tenendo conto della fase del percorso di acquisto, delle peculiarità delle singole categorie e, ultimo ma non ultimo, del livello di maturità della propria digital strategy».

Marco Magnaghi
Precision Marketing

Ed è convizione di Wavemaker che il 2019 sarà l’anno di transizione verso un nuovo decennio in cui l’ecommerce supererà il 10%/15% del fatturato dei retailer; in questo nuovo scenario, emergeranno nuovi punti di contatto guidati da voce, immagini e realtà aumentata che animeranno il percorso di acquisto delle persone e lo renderanno sempre più immersivo e personalizzato. «Per arrivare preparati, il prossimo anno sarà dedicato al Precision Marketing, la nuova disciplina che permette alle aziende di personalizzare il contatto con i propri utenti e clienti per mezzo di targeting molto precisi, basati sui dati e con un’offerta di contenuti differenziata - ha spiegato il Chief Digital Officer, Marco Magnaghi -. Wavemaker ha già avviato un percorso di affiancamento di alcuni suoi grandi clienti per supportarli nella Digital Transformation in ambito marketing e media». Il modello di digital transformation della centrale ha l’obiettivo di definire le priorità, secondo la maturità digitale del cliente, in termini di investimenti, ottimizzazione delle prestazioni di siti e app, data strategy, evoluzione dei contenuti in logica “nativamente digitale” e modelli di integrazione aziendale, per offrire una esperienza realmente personalizzata».

Content & Technology

«Ogni retailer e qualsiasi brand possono, e devono, attrezzarsi per affrontare un cambiamento che pare inarrestabile, anche sull’esempio di mercati più evoluti dove il percorso di trasformazione è in uno stadio molto più avanzato rispetto all’Italia» ha concluso Vergani, ricordando la disruption che stanno vivendo i retailer, la crescita a doppia cifra dei ricavi ecommerce, e il ruolo della tecnologia non solo come driver di cambiamento ma, anche, come portatore di soluzioni. «Capire il purchase journey è elemento centrale di ogni strategia, per definire i touch point corretti e le soluzioni media più adeguate» ha aggiunto, ricordando che i dati sono il vero valore dei retailer, ma che si devono fare ancora molti passi avanti nella direzione di una loro gestione integrata, essenziale per poter liberare la strada verso la vera e propria multicanalità.

Il trend 2018

A margine dell’incontro, il Ceo ha fornito, infine, un aggiornamento sull’andamento di Wavemaker che, essendo leader di mercato, rispecchia nel suo trend quello degli investimenti nel loro complesso. Il billing che, l’anno scorso - secondo i dati Recma - era cresciuto dell’1% rispetto al 2016, a 1,690 miliardi di euro, aumenterà, quindi, quest’anno di un altro 2%, in sintonia con le aspettative di chiusura del mercato e, dunque, a oltre 1,7 miliardi. La crescita del fatturato è invece attesa a doppia cifra, grazie, in particolare, ai nuovi servizi di consulenza, content (area sulla quale operano già 40 talenti), technology (un’altra decina nella relativa b.u.), eventi, digital e anche creatività (come la recente campagna di lancio del nuovo Tu Style), i quali generano ormai la metà delle revenues. In definitiva, Wavemaker intende sempre più posizionarsi come società di consulenza, in competizione - come già, sempre più spesso, le capita anche in termini di gare - con i giganti del settore (che, a loro volta, cercano di offrire, del resto, sempre più servizi di comunicazione, anche con acquisizioni di strutture specializzate).


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incarichi e gare

Autore: V Parazzoli - 19/04/2024


Armando Testa vince il bando biennale da 1,5 milioni per l’implementazione del branding e delle attività di promozione turistica di Regione Umbria

È stato aggiudicato ad Armando Testa il bando emesso dalla Regione Umbria per l’affidamento dei servizi per la progettazione e gestione della strategia d’immagine del brand Umbria finalizzati all’implementazione del branding e delle attività di promozione turistica integrata, del valore totale, IVA esclusa, di 1.554.993.44 euro in 24 mesi (777.496,72 per i primi 12 e altrettanti per l’opzione di rinnovo per altri 12). L’agenzia guidata da  Marco Testa ha superato, nell’ordine di classifica frutto della somma tra punteggio tecnico e offerta economica: l’rti di Heads Group con Digical e Dekmatis; l’rti di Studiowiki con DS Tech; LDB; Digitalmakers; e Blossom. Esclusi dopo la valutazione tecnica: l’rti di Deva Connection con Idea Docet, Stimulo Design S1 e Artefice Group; e Pirene. Premesse Obiettivi e Finalità dell’appalto: il quadro di riferimento è costituito dal MTU, Masterplan per il Turismo Umbro, lanciato con l’intento di definire in modo del tutto innovativo una linea di sviluppo integrato dell’Umbria a partire dalla sua eccezionale opportunità rappresentata dal turismo. Il MTU non si limita al settore turistico in senso stretto e tradizionale, ma prevede una fortissima interazione tra tutti gli elementi e le competenze che contribuiscono all’attrattività turistica di un territorio, a partire dalla sua marca e fino alle varie connessioni settoriali che rendono il turismo trasversale ed insieme motore di sviluppo anche molto oltre i suoi effetti diretti. E’ stata pertanto intrapresa una strategia di medio-lungo periodo da cui discendono le tattiche opportune: un’azione integrata che arrechi vantaggi ed economie di scala e di scopo in una serie di attività che in passato hanno sofferto di scoordinamento. A tal fine è stata adottata una marca corporate unica regionale, in grado di ricavare valore per il turismo dalle varie eccellenze di sistema e che sia condivisa il più possibile da vari settori produttivi (turismo, agricoltura cultura, artigianato, trasporti, attività produttive). Nella fase attuale, pertanto, si rende necessario implementare presso il mercato interno e i mercati internazionali il nuovo logotipo unico regionale, nei termini di marca ad “ombrello” che racchiude le varie eccellenze del sistema umbro e valorizzi non soltanto il turismo regionale ma si riveli capace di configurare un’operazione strategica di sistema. Punti di forza I punti di forza distintivi della Marca Umbria che le indagini sinora condotte hanno restituito sono: una Terra dei Cammini nella natura, ricca di Borghi storici ed eventi, famosa per i prodotti enogastronomici. Meritano ulteriore valorizzazione le attività outdoor, il benessere, la lentezza, ecc. Occorre rafforzare il posizionamento sui mercati consolidati (centro Italia e centro-nord Europa in particolare), e al contempo costruire un nuovo e più attuale riposizionamento per il tempo libero, la mobilità lenta, le attività outdoor e plein air, anche mediante una consistente e sempre più incisiva diversificazione di prodotto in tal senso. ll marketing turistico deve cercare inoltre di trasformare l’attrazione naturale delle aree più vicine da escursionismo in prodotti turistici, organizzando tutte le occasioni in modo da facilitare il pernottamento. Nel medio raggio è essenziale giocare sui prodotti connotanti, e cioè quelli basati su attrattori certamente speciali. Perimetro L’agenzia prescelta dovrà pertanto: provvedere alla ideazione creativa e sviluppo per output di campagne declinate sulle stagionalità e sui singoli mezzi off line e online curando la realizzazione di materiali pubblicitari e gli adattamenti degli esecutivi; fornire servizi e produrre materiali di comunicazione finalizzati all’implementazione e alla gestione del branding: realizzazione shooting fotografico, video corporate, spot pubblicitari e video clip; provvedere alla progettazione, redazione testi e realizzazione esecutivi di materiali istituzionali promo-pubblicitari. Nel lungo raggio è necessario muoversi in una logica fortemente selettiva, sugli attrattori in grado di generare prodotti “Star” e cioè irripetibili, di rilevanza mondiale, tali da consentire di affrontare mercati anche molto lontani, eppure sensibili alla specifica rarità. Tra i target attuali sono ancora relativamente rare le offerte “a valore”, in grado di rivolgersi a target più alti della media, e forse anche più giovani, andando verso quelle generazioni che rappresentano la punta di diamante dei comportamenti ed anche dei consumi. Tra gli strumenti occorre operare alcune precise scelte di priorità, che si prestano ad una condivisione con tutti gli attori del sistema. Ad esempio, in una prospettiva “omnichannel” le attività digitali assumono una importanza preminente. Infine, le attività di promo-comunicazione, per essere efficaci, devono incorporare quote crescenti di marketing intelligence, di creatività, di innovazione, passando dai media “comprati”, a quelli “guadagnati”, a quelli “creati”. 

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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