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Marco Magnaghi racconta Wavemaker Momentum: «Un approccio unico sul mercato»

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La proposizione dell’agenzia è costruita a partire da esperienze internazionali declinate su scala locale e risponde alle esigenze delle varie industry, ottimizzando i contatti con i consumatori

DailyNet ha dialogato con il chief digital officer di Wavemaker, Marco Magnaghi, per approfondire un approccio, quello di Wavemaker Momentum, che il manager definisce come «unico sul mercato».

Cosa cambia con Wavemaker Momentum?

Tipicamente le campagne sono sempre state affrontate in ottica top-down, ossia partendo dall’approccio “full funnel”, quello che, per intenderci, si riferisce ad azioni come awareness e lead generation. Il limite di tale strategia è che quasi sempre si tende a focalizzare l’attenzione su persone che sono “in market”, ovvero persone che sono già alla ricerca attiva di un prodotto o servizio. Oggi il nostro approccio, da verticale è diventato circolare e focalizzato sul “momentum”, cioè la sintesi tra momento e canale migliore per contattare il consumatore. Con Wavemaker Momentum abbiamo capito il ruolo fondamentale del “priming stage”, fase primordiale nella quale le persone si costruiscono la predisposizione positiva verso le marche. La circolarità di Wavemaker Momentum sta nella stretta correlazione che abbiamo identificato tra la predisposizione in Priming e la reale conversione in fase attiva (Active Stage). Inoltre, con Wavemaker Momentum, infatti, siamo in grado di capire, per ogni categoria di consumo, quali sono i punti di contatto più adatti per ogni fase e massimizzare l’efficacia di un’operazione di comunicazione. Ciò che è fondamentale è la comprensione del “quando” e del “come” è il caso di stimolare nuovamente il consumatore.

Come avete costruito questo vostro posizionamento?

In modo molto concreto. Wavemaker Momentum, infatti, è il risultato di una serie di studi internazionali, declinati su scala locale e riguardanti migliaia di casi. Momentum è una metodologia che Wavemaker che negli ultimi mesi ha subito una grande evoluzione per via dell’integrazione con i dati e i segnali derivanti da [m]Platform. Si tratta di una metodologia ricorsiva creata attraverso un mix d’interviste, analisi e informazioni che si aggiornano periodicamente. I suoi riscontri si vedono nelle campagne e nella loro efficacia. In sintesi il plus di Wavemaker Momentum è la capacità di mettere in fila l’efficacia dei diversi punti di contatto rispetto alle categorie merceologiche di riferimento per poi passare al planning e all’attivazione del canale di contatto.

Guardando ai 10 digital trend, emergono le parole chiave contaminazione, integrazione e automazione.

Il punto fondamentale è che il digitale non va confinato solo al mondo web e social, ma la sua sfera si estende a più mezzi, come la televisione - che diventa addressable -, la radio e l’affissione che diventano sempre più “programmatiche”. Questo tema della contaminazione implica la necessità d’integrazione fra le varie discipline e mezzi, e quindi una più profonda integrazione degli stessi. Infine c’è l’automazione. Questo concetto è una risposta all’aumento della complessità e all’impossibilità di poter concludere manualmente certi tipi di operazioni. Ci rendiamo conto che dobbiamo delegare del lavoro alle macchine e istruire gli algoritmi per supportarci, in un contesto sempre più evoluto.

Qual è stata la risposta delle aziende a Wavemaker Momentum? E qual è il loro livello di maturità?

Innanzitutto tengo a chiarire che per noi questa è una visione di medio termine. Sono logiche che non si creano dall’oggi al domani, ma stiamo espandendo le attività consulenziali per proporci come partner a 360 gradi delle imprese e diffondere la cultura del processo d’acquisto circolare. In questo senso la proposition di Wavemaker - media, content, technology - non si esplica tramite brief separati per le tre citate aree, ma è una risposta univoca finalizzata allo sviluppo di strategie integrate per il business. Per quanto riguarda la maturità delle aziende, invece, sottolineo ancora che queste sono trasformazioni che richiedono tempo. Tuttavia, notiamo alcuni casi virtuosi di società che hanno creato team interdisciplinari interni, deputati a rispondere nel miglior modo possibile alle sfide del mondo della comunicazione di oggi.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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