Autore: Redazione
10/01/2017

Twitter, ecco le prime ammissioni implicite: siamo una media company

La società con sede a San Francisco sta progressivamente mutando pelle, pur senza dichiararlo: dal reclutamento di giornalisti alle breaking news, i passaggi fondamentali

Twitter, ecco le prime ammissioni implicite: siamo una media company

Il 2017 che si apre con un dilemma mica da poco, un mistero che tra l’altro si trascina sin dal 2012. Twitter è o non è una media company? Qualcuno sospetta che la risposta possa essere affermativa. Qualcun altro, tipo Dick Costolo, ceo di Twitter fino al 2015, si professa contrario, come fatto intendere durante una conferenza stampa nel 2012 in cui si mostrò lapidario: “Twitter non è una media company”. Intanto da quei giorni furenti son passati cinque anni ed è pure cambiato l’amministratore delegato, e tutto pare essere cambiato profondamente, anche se di dichiarazioni ufficiali da parte della società di San Francisco non si è vista neanche l’ombra. Sul sito del social network, però, a fine dicembre sono comparse delle offerte di lavoro per redattori e video producer che avranno il compito di gestire le notizie e produrre contenuti per la piattaforma. Giornalisti come stelle polari Un primo passo in questo senso si era palesato nel giugno del 2015, quando Twitter aveva annunciato di essere alla ricerca di giornalisti per Project lightning, un servizio pensato per aiutare i nuovi utenti a orientarsi nella cascata di tweet. Questi redattori, a oggi, si occupano di aggregare i contenuti in liste tematiche, ad esempio musica, sport e news, mettendole in ordine di pertinenza. Tre dei nuovi assunti, invece, dovranno occuparsi di scovare e pubblicare contenuti su Periscope, la piattaforma di Twitter per trasmettere video in diretta. Mentre un quarto dovrà ricoprire il ruolo di produttore associato nella sede di Londra e avrà il compito di trasmettere video online. Per tutte le posizioni è richiesta un’ottima conoscenza di due lingue oltre all’inglese. Breaking news e ammissioni di responsabilità Un nuovo abito, un portamento inedito, una consapevolezza differente: “produttore di notizie”, oltre che di aggregatore, un fatto che si può constatare anche dalla recente scelta di Twitter di testare un servizio di notifica per informare i suoi utenti sulle breaking news. Lo strumento è stato usato per la prima volta per l’attentato di Berlino e sembra che verrà sviluppato ulteriormente. Inoltre la società fondata da Jack Dorsey, già da qualche anno, sta stringendo accordi per trasmettere contenuti premium sulla sua piattaforma, come per esempio le partite della Lega nazionale di football statunitense. Piccoli-grandi passaggi che potrebbero implicare una sorta di “ammissione” di responsabilità dell’azienda su tutti i contenuti pubblicati sul social network, anche quegli degli utenti.