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SpotX, i trend delle tecnologie pubblicitarie nel 2017

Autore: Redazione


Ed Wale, Director di Platform Services di SpotX parla delle tendenze in atto sul mercato

Il 2016, per molti versi, è stato un anno di semina. Diverse tecnologie hanno subito una forte accelerata evolutiva e adesso attendono una consacrazione a livello di diffusione tra i consumatori. Le modalità di utilizzo della rete, poi, hanno suggerito una preferenza preponderante verso la fruizione online, dando il là per una migrazione dei contenuti dagli ambienti tradizionali a ecosistemi digitali; un fenomeno chiamato “convergenza”. Le tecnologie di vendita adottate dai media owner rappresentano poi una possibilità che i marketplace, siano essi programmatici o meno, possono sfruttare per massimizzare il loro rendimento. Ma il 2017 sarà un anno di raccolta? O di ulteriore cambiamento? Ed Wale, Director di Platform Services di SpotX, ha svelato i trend per il 2017.

Il programmatic video in Italia e nel resto del mondo

«Il programmatic video advertising online in Europa crescerà di cinque volte nei prossimi cinque anni per diventare un settore da 2 miliardi di euro. In Italia, il suo volume si moltiplicherà di sei volte e diventerà un mercato da 245 milioni entro il 2020. Il 47% di tutto il gettito del video advertising sarà raggiunto in modo programmatico entro tre anni. Gli ecosistemi dei dispositivi mobili e dei video sono in piena evoluzione. In questa epoca digitale, non solo passiamo sempre più tempo con i dispositivi digitali ma tendiamo anche ad alternarne diversi. Identificare e capire come, e su che device, il target audience (pubblico target) guarda i contenuti video è estremamente importante per la pubblicità video. Il cross-device targeting su molteplici schermi permette di catturare gli utenti che hanno visitato una pagina web specifica o un’app su vari dispositivi mobili, allo scopo di raggiungere un pubblico più vasto».

spotx

L’evoluzione dei ‘marketplaces’ continua: dall’open al private, curated e reserved

«Alla fine dell’anno scorso, abbiamo notato che sulle nostre piattaforme quasi il 50% delle spese pubblicitari sono state fatte attraverso private marketplace; la grandezza del numero è dovuta allo spostamento dell’industria dall’open marketplace a quello private e l’avanzamento continuo verso il programmatic. I Curated Marketplaces sono una variazione dei private marketplace e si realizzano raggruppando l’inventario video simile di più editori. Hanno gettato benzina sul fuoco risolvendo alcuni problemi che i buyers hanno incontrato nei PMP.

La prossima evoluzione è già in corso. L’Automated Guaranteed permette ai buyers di prenotare le inventory degli editori attraverso le loro dsp, per poi concludere le transizioni in modo programmatico al momento più opportuno. L’Automated Guaranteed avrà un ruolo importante nel 2017. La pratica di prenotare inventory basate su un pubblico e una misurazione comuni (piuttosto che acquistare impression a blocchi) crescerà rapidamente. Specialmente se il problema della trasparenza dei dati first-party, quando vengono usati, viene preso in considerazione. La televisione, poi, si sta evolvendo in continuazione, ed è probabile che Automated Guaranteed diventi una procedura operativa standard adottata dai ‘TV media owners’ per sostenere al meglio la realizzazione di campagne».

La Connected TV supererà il cellulare

«Negli ultimi anni, il consumo dei media si è spostato rapidamente dal desktop ai cellulari. Si prevede che quest’anno la Connected TV crescerà più di ogni altro segmento della industry. Dopo l’esplosione del mobile, sarà il momento delle televisioni connesse, che propongono una combinazione unica tra schermo grande, addressability e capacità di coinvolgere gli spettatori attraverso contenuti più lunghi. L’ascesa degli OTT, che non richiedono l’infrastruttura del set-top-box, come la Sling TV per esempio, favorirà la crescita dello spazio pubblicitario della Connected TV nel 2017. Il mercato italiano sta sviluppando nuovi modi per accogliere questi cambiamenti globali. Un esempio è rappresentato dall’accordo tra Vodafone Italia e Sky Italia, che ha l’obiettivo di aggiungere il servizio Now TV del provider pay-TV al servizio di online video streaming».

La distribuzione dei contenuti e la nascita dell’hybrid publisher

«Un numero sempre maggiore di editori sta monetizzando sia contenuti di produzione propria, sia prodotti esterni che distribuiscono sui propri canali. SpotX sta sviluppando un modello di integrazione più stretto tra la gestione e la distribuzione dei contenuti e la rilevazione del loro posizionamento. La convergenza di questi due fattori sarà un obiettivo comune a tanti attori nel 2017 e i media owner si muoveranno tra queste due soluzioni per aumentare la propria efficacia.

La distribuzione dei contenuti permette ai ‘producers’ ed editori di raggiungere il pubblico su piattaforme diverse dalla propria. Ciò significa che il tempo e il denaro speso per la produzione di contenuti video originali è massimizzato e possono essere aumentati i guadagni pubblicitari. Per offrire queste opportunità ai nostri clienti, SpotX ha siglato una partnership con Vemba, una piattaforma che gestisce la distribuzione e la monetizzazione dei video. SpotX sta anche lavorando con un network globale, che include più di 500 editori e 12 canali, per massimizzare le possibilità offerte dal programmatic video».

L’agonia di Flash

«L’anno scorso Google ha implementato il suo piano pluriennale per eliminare gradualmente Flash: ormai ha i giorni contati. Eppure rimarrà il sistema ‘legacy’ per gli ad server della buy-side. L’industry si è adattata alla morte di Flash più lentamente del previsto. Il mercato rimane per il 70% legato a Flash, anche se la maggior parte dei video player degli editori sono HTML5, JavaScript e VPAID 2.0 compatibili. A inizio anno ci sarà un periodo di adattamento, perché la buy-side si preparerà ad agevolare la tecnologia del dopo Flash, per sfruttare le migliori possibilità nel cross-screen marketing e nel marketing basato sulle persone, che la tecnologia rendeva impossibile.

Nel frattempo, aziende come SpotX hanno implementato sistemi per riprodurre contenuti Flash nei video player moderni degli editori, fornendo a loro l’accesso a tutte le delle domande del nostro mercato con VPAID 1.0 e 2.0. Questa è una soluzione temporanea fino a quando la transizione entrerà in vigore a livello industriale».

I Walled Garden e il programmatic

«I Walled Gardens offrono ai buyers la trinità santa del ‘media buying’: il pubblico, i dati e la misurazione. La conseguenza è che più della metà di tutta la spesa digitale è stata consegnata a un gigante dell’online. Ma comprare online in questo modo può porre dei limiti. Questo approccio impedisce al programmatic di agire nel modo più efficiente e agli inserzionisti di trarre il massimo profitto. Una delle caratteristiche principali del programmatic è che offre un gran numero di informazioni sui consumatori. Quest’abbondanza di dati viene oscurata quando si compra nei Walled Gardens, perché li le informazioni vengono presentate in formati differenti su ogni piattaforma, confondendo il processo dell’analisi.

È vero che Facebook e Google possono identificare un individuo su diversi dispositivi, ma è importante ricordare che ciò funziona solo nei confini di questi Walled Garden. Comprare in questa maniera limitata significa che è possibile aggiudicarsi diverse offerte provenienti da grandi publisher locali e si incrementa ulteriormente la massa dei dati che sono stati acquisiti da questi giganti dell’online. Si deve arrivare a un compromesso. I publisher locali possono facilmente offrire ai loro clienti gli stessi servizi dei Walled Garden in termini di pubblico, dati e misurazione, tramite iniziative come, per esempio il DigiTrust, senza che gli inserzionisti perdano i vantaggi legati ai contenuti locali e a un contesto locale. Se si cerca più trasparenza e accesso al pubblico ovunque sia, credo che questo sia l’approccio più efficace del programmatic buying».


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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