Autore: Redazione
21/03/2017

Il Sole 24 Ore: l’ebit per il 2016 atteso a -69 milioni. Dopo il bilancio, ci sarà la ricapitalizzazione di Confindustria

Il Gruppo di cui sono presidente Giorgio Fossa e amministratore delegato Franco Moscetti ha fornito ulteriori dettagli relativi al Piano Industriale 2017-2020, che prevede il ritorno a una positività del reddito operativo già nel 2018. E il Consiglio Generale straordinario dell’associazione per stabilire l’entità del suo intervento potrebbe tenersi anche in aprile

Il Sole 24 Ore: l’ebit per il 2016 atteso a -69 milioni. Dopo il bilancio, ci sarà la ricapitalizzazione di Confindustria

Dopo averlo approvato il 20 febbraio scorso, in occasione dell’esame dei dati preconsuntivi al 31 dicembre 2016, ieri il CdA del Sole 24 Ore ha ulteriormente dettagliato i contenuti del Piano Industriale 2017-2020. Come già riferito da DailyMedia, quindi, viene ribadito che le linee guida del Piano indicano una complessiva stabilità dei ricavi, con la valorizzazione delle attività a maggior potenziale e redditività.

Le guidance sui margini indicano un miglioramento che beneficerà del contenimento dei costi diretti e della riduzione sostenibile dei costi del personale, unitamente alla razionalizzazione di quelli operativi. Sul fronte dei ricavi, le principali iniziative strategiche e gestionali prevedono l’adozione del nuovo Piano Editoriale di rilancio che si basa su un’ulteriore focalizzazione del quotidiano economico-finanziario-normativo con la nuova offerta cartacea di contenuti di pregio e sulla scelta strategica di un’innovativa piattaforma web (digital first 24) fondata su un’offerta diretta a mercato consumer, grandi clienti economico-finanziari e mondo professionale (quotidiano nativo digitale, app doc su tablet e smartphone, filiera quotidiani verticali, banche dati plus), con un’accelerazione dell’integrazione tra carta e digitale in un unico circuito informativo che riflette la priorità digitale del nuovo Piano Editoriale stesso.

Il Piano prevede, sempre per il quotidiano, “una revisione generale del concept editoriale allo scopo di renderlo uno strumento di lavoro per il lettore, in grado di offrirgli una completa visione d’insieme con un taglio economico finanziario” e “una focalizzazione verticale esclusivamente su argomenti a valore aggiunto per la clientela business, risparmiatori e lettori a elevato profilo”. Per Radio 24, invece, il rafforzamento del posizionamento distintivo passerà, almeno sempre nelle intenzioni, attraverso “un’evoluzione dei format e un ampliamento dei contenuti per favorire una crescita dell’audience e allargare la fascia d’età, in coerenza con il profilo degli ascoltatori attuali”, una “forte azione di comunicazione per aumentare la conoscenza del palinsesto e l’ampiezza/profondità dei temi trattati”, il “rilancio del ruolo del web tramite lo sviluppo di una piattaforma digitale integrata con i contenuti di ascolto radiofonico” e, infine, “lo sviluppo dei progetti pubblicitari e valorizzazione del sito allo scopo di sostenere i ricavi da advertising”. Per il 2018 sono attesi ricavi a 275 milioni, con un ebitda però positivo per 19, che dovrebbero diventare 45 nel 2020, a fronte di ricavi per 295.

L’ulteriore novità che emerge dal documento diffuso ieri, invece, è quella relativa all’ebit, stimato in positivo per 8 milioni l’anno prossimo e per 34 tra 3. Intanto, però, ci sono da registrare dei cambiamenti all’andamento atteso per il 2016, l’approvazione dei cui risultati, come anticipato ieri da Daily Media, è stata rimandata a data da destinarsi. L’aspettativa dei ricavi consolidati, infatti, scende di 1 milione rispetto ai 285 stimati a febbraio, pari al -13% rispetto ai 325 del 2015 (310 nel 2014), mentre l’ebitda è stato negativo per 22 milioni, che si riducono a 12 considerandone 10 di oneri non ricorrenti (positivo per 0,9 milioni nel 2015 e negativo per 10,7 nel 2014).

Peggiora inoltre di 1 milione, a quota 23 milioni, l’ebitda atteso (14 al netto di oneri ricorrenti, 2 di più rispetto alla precedente stima). E soprattutto, viene anticipata l’ipotesi di ebit - ovvero il risultato ante oneri finanziari - negativo per 69 milioni (-35 i dati adjusted), di cui 27 dal quotidiano: con aspettativa positiva, però, di 1 nel 2018 e di 9 nel 2020). Nel 2015, i milioni in meno a livello di ebit erano stati 15.

I dati preconsuntivi hanno evidenziato per il 2016 un patrimonio netto negativo che, se confermato, porterebbe la società nella situazione di cui all’articolo 2447 del codice civile (il quale dice che “se, per la perdita di oltre un terzo del capitale, questo si riduce al di sotto del minimo stabilito, gli amministratori devono convocare l’assemblea per deliberare la riduzione del capitale e il contemporaneo aumento del medesimo a una cifra non inferiore al detto minimo, o la trasformazione della società”). Nei primi 9 mesi del 2016, le perdite erano salite a 61,6 milioni di euro.

Il preannunciato Consiglio Generale straordinario di Confindustria (che controlla il 67,5% del capitale del Gruppo editoriale di cui sono, rispettivamente, presidente Giorgio Fossa e a.d. Franco Moscetti), che dovrebbe definire l’entità della ricapitalizzazione, per una cifra attesa nel range tra 50 e 100 milioni, probabilmente più vicina alla prima tre queste due cifre, è atteso dopo l’approvazione dei risultati definitivi del Sole 24 Ore e la comunicazione al mercato di tutti dettagli dei citati Piani Industriale ed Editoriale. Bisognerà vedere se ciò sarà possibile già nel prossimo mese di aprile In ogni caso, intanto, ieri, il titolo ha beneficiato di forti rialzi, che potrebbero avere avuto anche carattere speculativo.