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Second Hand Economy: un mercato da 19 miliardi, pari all’1,1% del PIL italiano

Autore: Redazione


Lo sostiene l’Osservatorio condotto da Doxa in collaborazione con Subito, leader in questa crescente categoria con 6 milioni di annunci suddivisi in 37 differenti categorie merceologiche

Il mercato dell’usato si conferma un settore in continua crescita in Italia e sta seguendo un’evoluzione importante in linea con le nuove opportunità offerte dal digitale che sta trasformando il rapporto tra economia e società. In questo scenario i consumatori stanno accrescendo la consapevolezza delle loro scelte sostenendo il ruolo del second hand come driver della circular economy. Oggi la Second Hand Economy genera un impatto di 19 miliardi di euro (+1 miliardo rispetto al 2015) pari all’1,1% del PIL del Paese. Secondo l’Osservatorio 2016 Second Hand Economy condotto da DOXA per Subito, questo mercato si conferma un settore in costante trasformazione che vede emergere una crescente propensione degli italiani nei confronti di questa nuova forma di economia: il 33% di chi non ha mai acquistato/venduto second hand è propenso a farlo, in crescita del 5% rispetto al 2015. Tra chi lo fa già, il 53% degli acquirenti dichiara di aver comprato almeno una volta ogni 6 mesi (+10% rispetto al 2015), così come il 48% dei venditori. In calo la fascia di popolazione che non ha mai acquistato usato perché preferisce comprare oggetti nuovi (45% VS 53% del 2015) e che non ha mai venduto perché si dichiara particolarmente legata ai propri beni (5% VS 10% del 2015).

L’approccio dei consumatori

Secondo un’analisi più qualitativa, l’Osservatorio 2016 Second Hand Economy evidenzia come stia progressivamente evolvendosi anche l’approccio dei consumatori che nel 38% dei casi (+4% rispetto al 2015) si identificano oggi nel profilo Leggerezza del superfluo (disposto ad avere di più con allegria, senza troppe spese o rinunciare alle piccole cose), seguito nel 16% dei casi da Economia 2.0 (+1% – millennials abituati a comprare e vendere online sia nuovo sia usato) e nel 10% da Smart Chic (+2% – amanti degli oggetti ricercati/vintage). Si mantiene costante il profilo degli Ideologici (11% dei casi), ovvero coloro che hanno un approccio etico, mentre è in flessione il profilo di chi compra per permettersi ciò che serve alla famiglia, il Concreto (7% VS 10% del 2015).

La Second Hand Economy online: al top i motori

La Second Hand Economy online vale 7,1 miliardi di euro (+300 milioni rispetto al 2015) trainata dal settore motori (5 miliardi di euro), e seguita da per la casa e la persona (984 milioni), elettronica (647 milioni) e sport & hobby (465 milioni). Il 15% della popolazione italiana acquista o vende online, attività che consente a ogni cittadino di guadagnare (o risparmiare) in media 900 all’anno.

I motivi per cui viene preferito il web

Il web viene scelto perché è il canale più veloce (66% – in crescita del 6% rispetto al 2015): internet ha infatti reso la Second Hand Economy più accessibile e ampia (68%), offrendo la possibilità di trovare facilmente ciò che si cerca (58%) e di fare buoni affari (50%). L’atteggiamento degli italiani nei confronti del mondo dell’usato è molto positivo perché ritenuto un modo per favorire il riuso e lo sviluppo della sostenibilità ambientale (60% – dato cresciuto del 12% rispetto al 2015), un modo intelligente di fare economia (48%) e infine un’opportunità per acquistare oggetti unici e vintage (44%). Chi fa Second Hand Economy dichiara infatti di considerarla una scelta consapevole (58% - in crescita del 5% rispetto al 2015), oltre a farla per risparmiare.

Melany Libraro, ceo di Subito

  

Il ruolo di Subito

In uno scenario che vede l’online affermarsi come canale privilegiato, Subito si conferma un partner sempre più strategico per chi decide di comprare o vendere oggetti usati grazie ai 6 milioni di annunci suddivisi in 37 differenti categorie merceologiche. Nel corso del 2016, l’81% degli italiani che conoscono Subito hanno visitato la piattaforma (+11% rispetto al 2015) e di questi il 53% lo fa almeno una volta al mese (+9% rispetto al 2015) per acquistare (13%), vendere (8%) o entrambi (8%). Sempre tra coloro che utilizzano Subito, l’86% rivela di preferirlo per la semplicità (intuitivo, facile da navigare), il 75% per la sicurezza (dimensioni della piattaforma e l’elevato numero di foto esplicative degli oggetti), mentre il 69% per l’efficacia (avere a disposizione numerosi strumenti per vendere velocemente un bene e favorire il contatto diretto tra acquirente e venditore). “Second Hand Economy e Subito sono ormai parte integrata e integrante di un moderno modello di economia nazionale e globale, la Circular Economy -dichiara Melany Libraro, ceo di Subito -. Subito può quindi favorire attivamente la crescita del Sistema Paese soprattutto in ambito digitale sia incoraggiando i consumatori ad usare ancora di più la Second Hand Economy online sia sostenendo le attività di commercio online delle piccole e medie imprese italiane all’interno del proprio ecosistema”.


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incarichi e gare

Autore: Redazione - 24/04/2024


KFC Italia sceglie KIWI come nuovo partner per la gestione dei social

Si arricchisce di una collaborazione di grande valore il 2024 di KIWI che, a partire da questo mese, è ufficialmente il nuovo partner per la gestione dei canali social di Kentucky Fried Chicken Italia, l’iconica e leggendaria catena di fast food specializzata in pollo fritto. La unit di Uniting Group, scelta da KFC a seguito di una gara, assume l’ownership dei canali Meta (Facebook e Instagram, con l’obiettivo di aprire anche Threads), LinkedIn e TikTok del brand. “La vittoria parte innanzitutto da una ricerca approfondita sul tone of voice. Abbiamo identificato nell’autenticità, nella schiettezza e nella boldness, che da sempre appartengono al brand, degli ottimi punti di partenza per rivolgerci alla GenZ e ai Millennial che sono il pubblico per eccellenza di KFC. Si tratta di un brand unico e amatissimo in tutto il mondo, con un prodotto e degli asset di comunicazione inconfondibili e potenzialità social ancora parzialmente inespresse in Italia”, afferma Andrea Stanich, Direttore Creativo Esecutivo di KIWI, Part of Uniting Group.  La strategia L’attenzione di KIWI sarà molto concentrata sulla crescita e sul coinvolgimento sempre maggiore della community. Anche i lanci, le promo, le aperture, i servizi e le innovazioni tecnologiche saranno comunicate senza perdere di vista l’intrattenimento. Una gestione del community management informale e diretta contribuirà ad alimentare il dialogo quotidiano con gli utenti. “Una parte rilevante del piano social di KFC - prosegue Federica Pasqual, COO di KIWI e Freshhh, Part of Uniting Group - sarà costituita da contenuti video originali agili e veloci, che ci piace definire ‘snackable’. Oggi più che mai è fondamentale affiancare i nostri brand partner intercettando le opportunità di comunicazione e i trend in modo istantaneo; questo, nel day by day, viene facilitato dalla collaborazione con la unit Freshhh, nata inizialmente come spin-off di KIWI, realtà che può contare, dall’ultimo quarter del 2023, su uno spazio produttivo dedicato”.  Dieci anni di pollo fritto in Italia KFC, società del gruppo Yum! Brands, è leader mondiale nel settore dei ristoranti che servono pollo fritto. Nato oltre 70 anni fa e presente in Italia da 10 anni, il brand ha avuto nel nostro Paese una crescita che l’ha portato oggi a 87 ristoranti in 15 regioni, con l’obiettivo di arrivare a 100 locali entro la fine dell’anno. Il gusto unico del pollo fritto di KFC si deve al Colonnello Sanders, fondatore del brand e inventore dell’Original Recipe, la ricetta che contiene un inimitabile mix segreto di erbe e spezie e che ancora oggi viene preparata come una volta nei ristoranti di Kentucky Fried Chicken. “Cercare ogni giorno di costruire una relazione sincera e coinvolgente con il nostro target di riferimento rappresenta uno degli obiettivi principali per i prossimi anni, forse la chiamerei una missione. La GenZ è la nostra audience, vogliamo rivolgerci loro in maniera diretta e convincente - afferma Marzia Farè, Chief Marketing Officer di KFC in Italia -. La scelta dei temi, dei canali, del linguaggio e il tono di voce da adottare diventano pertanto ogni giorno più cruciali; vorremmo esser riconosciuti come contemporanei e autentici e credo che la collaborazione con KIWI possa davvero esser l’occasione giusta per far un passo ulteriore di crescita in questa direzione. Il team KIWI che ci affiancherà è pieno di energia e voglia di fare, abbiamo le premesse migliori per far bene e divertirci”.

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spot

Autore: V Parazzoli - 09/04/2024


Lorenzo Marini Group firma “Il divino quotidiano” di Amica Chips, con una versione più “rispettosa” in tv e una più trasgressiva sui social

È on air la nuova campagna tv Amica Chips, realizzata, dopo aver vinto la relativa gara, da Lorenzo Marini Group, che propone una comunicazione fuori dagli schemi tradizionali con un linguaggio ironico, forte e trasgressivo, destinato a colpire un target giovane non abituato a messaggi “televisivi tradizionali” ma a stilemi narrativi social. Non a caso, dello spot sono state approntate una versione più “provocante” appunto per i social e una più rispettosa di un target tradizionale per la tv, con planning sempre di Media Club. Il film Le protagoniste dello spot sono delle novizie, riprese in fila sotto al chiostro del monastero mentre si apprestano ad entrare in chiesa. In sottofondo si sente la musica dell’“Ave Maria” di Schubert, eseguita con l’organo che accompagna questo ingresso. Le novizie sono in fila verso l’altare e la prima sta per ricevere la comunione dal prete celebrante…In quel momento si sente il suono della croccantezza della patatina, un “crunch” amplificato in perfetto sincrono con il momento in cui la prima novizia ha ricevuto l’ostia. Le altre in fila, al sentire il “crunch”, sorridono divertite e guardano nella direzione da cui proviene il rumore “appetitoso e goloso” della patatina croccante. La Madre Superiora infatti è seduta in sagrestia e, rilassata in un momento di pausa, sta mangiando con gusto le Amica Chips prendendole da un sacchetto che tiene in mano. Pack shot con le patatine Amica Chips e in super appaiono logo e claim di campagna “Il divino quotidiano”. Obiettivi e target L’obiettivo principale della comunicazione è quello di riaffermare il ruolo da protagonista di Amica Chips in comunicazione, da sempre protagonista di campagne forti e distintive con un tono da leader, per aumentare la percezione del suo valore di marca e consolidare la sua brand awareness. La campagna, che vuole sottolineare l’irresistibilità del prodotto ed esaltare la sua croccantezza superiore, sarà sviluppata con un sistema di comunicazione integrato teso a massimizzare l’impatto e la copertura di un target 18–54 anni, con particolare focus per la parte più giovane (18-35) sui canali digital e social. Un target che, in chiave psicografica viene descritto come composto da persone che nella loro vita ricercano ironia, divertimento e simpatia e che hanno un atteggiamento sociale aperto ed evoluto, con una ricerca continua di uscita dagli schemi convenzionali. Il messaggio vuole esprimere, con forte ironia “british”, un contenuto di prodotto legato al momento dello snack e, attraverso una descrizione iperbolica e provocante, esprimere il valore della croccantezza irresistibile della patatina Amica Chips. Si vuole rappresentare, in modo palese e senza fraintendimenti di tipo religioso, una situazione “chiaramente teatrale e da fiction”, tratta da citazioni del mondo ecclesiastico già abbondantemente trattate nella cinematografia mondiale, nelle rappresentazioni teatrali e nella pubblicità. Lo spot 30” verrà programmato sulle reti Mediaset, Cairo e sulle CTV, oltre che sui canali digitali. Il commento «Le patatine sono una categoria mentale compensativa e divertente – spiega Marini a Dailyonline -.. Hanno bisogno di comunicazioni ironiche, giovani e impattanti. L’area semantica della serietà è noiosa, funziona per prodotti assicurativi o farmaceutici. L’area del divertimento e della giocosità si sposa benissimo invece con questo settore». Credits Direzione creativa: Lorenzo Marini Copywriter: Artemisa Sakaj  Planning strategico e direzione generale: Ezio Campellone Account service: Elma Golloshi Casa di produzione: Film Good Executive producer: Pierangelo Spina Regia: Dario Piana Direttore fotografia: Stefano Morcaldo Producer: Sara Aina Musica: “Ave Maria” di Schubert – esecuzione di Alessandro Magri  

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